Disabili

Quello che ci insegna il caso Dukan

Cosa trasforma una dieta in un successo planetario (anche editoriale)? Ce lo stavamo chiedendo telefonicamente questa mattina con il presidente dell'Adi, Lucio Lucchin. Colpa dei media che propongo diete miracolose invece di insegnare la corretta alimentazione? Colpa dei cattivi modelli, la famose diete delle star? Colpa del web e del passa parola?

Cosa trasforma una dieta in un successo planetario (anche editoriale)? Ce lo stavamo chiedendo telefonicamente questa mattina con il presidente dell’Adi, Lucio Lucchin. Colpa dei media che propongo diete miracolose invece di insegnare la corretta alimentazione? Colpa dei cattivi modelli, la famose diete delle star? Colpa del web e del passa parola?

Proprio questa sera è giunta la notizia che Pierre Dukan, papà dell’omonima dieta, è stato radiato (o si è autoradiato non è ancora chiaro) dall’ordine dei medici. Giusto un anno fa in Francia, il ministro della Salute aveva incaricato l’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail di valutare i possibili rischi associati con le diete dimagranti famose, fatte solo per motivi estetici.

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Già allora gli esperti francesi (fonte Corriere della sera), «confrontando gli apporti nutrizionali di 15 diete fra quelle più popolari con quelli consigliati, evidenziarono molte incongruenze sia per difetto che per eccesso. Per alcune diete, il dato più evidente fu la forte restrizione energetica: nella Scarsdale, per esempio, le calorie erano circa la metà di quelle normalmente previste in una dieta ipocalorica per una donna. Quasi tutte contenevano troppe proteine: in un caso, la Dukan 3, addirittura più del triplo del valore consigliato; quasi tutte apportavano pochi carboidrati o addirittura pochissimi, come nella Atkins e nella Dukan, che davano invece ampio spazio ai grassi».

Un giudizio che avrebbe dovuto allertare molte persone, invece queste diete hanno continuato a fare proseliti. Perché? Quando giunsi a Ok Salute e Benessere non avevo mai approfondito il tema della salute. Tanto meno quello delle diete. Dopo due anni posso dire di conoscere i principi di una corretta alimentazione – ciò non vuol dire che li applichi sia ben inteso. Oramai mensilmente ho confronti telefonici con i nostri esperti che mi raccontano pro e contro delle differenti diete e credo che lo stesso avvenga in altri giornali di salute seri. Ma la prima domanda che mi sono posto questa mattina, siamo noi giornalisti i colpevoli di una trasmissione scorretta?

No e sì. No perché abbiamo scritto tante volte dei lati negativi di alcune diete, sconsigliandone e bocciandone alcune, abbiamo intervistato fior di dietologi (almeno OK salute lo fa e siamo orgogliosi di farlo) perché fornissero a noi e ai lettori gli strumenti per mangiare in maniera sana. Sì perché – come categoria giornalistica – ci ostiniamo a raccontare gossip legati all’alimentazione delle star e delle starlet globali. Il libro di Pierre Dukan avrebbe venduto 4,5 milioni di copie se non si fosse saputo che a farla fu Kate Middleton? Spesso non si ha coscienza dei danni che si possono fare nella nostra professione: quale giornalista di cronaca rosa ha mai riflettuto sul fatto che un dettaglio come quello della dieta può spingere milioni di persone a provarla su di sé.

Puoi continuare a scrivere che è sbilanciata, che va seguita sotto controllo medico (che fornisce integratori delle componenti nutritive mancanti), che in alcuni Paesi quella stessa dieta è stata bocciata dagli esperti. Ma serve a poco. Spesso ci dimentichiamo che la lettura dei nostri osservatori è molto selettiva e conserva quelle informazioni che interessano tralasciando quelle che non vengono ritenute non essenziali. Fa più colpo la frase ” nella prima settimana si perdono fino a 5 chili” rispetto a quella “attenzione la dieta iper-proteica è sbilanciata dal punto di vista nutritivo”. Complice la terminologia non sempre chiara, capita di non essere sufficientemente efficaci nella comunicazione.

Ma addossare la colpa ai giornalisti sarebbe come addossarla alle star che seguono queste diete: inutile e sbagliato. Chi segue una dieta lo fa di sua sponte. E spesso su suggerimento di un’amica/o. Perché va osservato un’altro fenomeno: le capacità virali del web. Se una dieta funziona (nel senso che fa perdere peso) attraverso il web si diffonde a macchia d’olio questa informazione. Passa di bocca in bocca, di tweet in tweet, di commento in commento su facebook. Ma quale informazione passa. Semplice l’effetto evidente, l’aver perso peso, mentre quello nascosto, quello di aver privato il corpo di alcuni costituenti importanti al suo funzionamento, non viene trasmesso. E quale persona normale potrebbe mai notare una carenza vitaminica di un paio di settimana oppure la riduzione dell’apporto di calcio (che soprattutto nel mondo femminile è fondamentale per combattere l’osteoporosi in tarda età)? Nessuno. Ed è per questo che ci si deve affidare a chi ha studiato, il veri esperti, senza tentare dannosi fai da te.

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