Consigli

01 gennaio 2016 – In alta montagna con i bambini piccoli

Bimbi piccoli ad alta quota? Perché no! A patto di seguire qualche piccola ma preziosa regola

Innanzitutto è bene ricordare che il neonato si muove poco e quindi produce poco calore e ha invece una grande superficie di dispersione rispetto all’adulto: pertanto ha un rischio più alto di ipotermia e congelamento se non viene adeguatamente coperto e dunque protetto dal freddo.

Da non dimenticare una crema ad alta protezione perché i raggi ultravioletti, complice il riverbero della neve, sono molto ‘aggressivi’ nei confronti della pelle delicata dei bambini. Per chi già cammina, cappello e occhiali da sole sono indispensabili.

Gruppo San Donato

Anche i bambini possono soffrire di mal di montagna, esattamente come gli adulti; i sintomi di norma compaiono dopo alcune ore di permanenza a quote in genere superiori ai 1500 metri. I più grandicelli sono in grado raccontarli e lamentano nausea e mal di testa. Nei più piccoli invece a metterci in guardia sono irritabilità, vomito, insonnia.

Generalmente un analgesico come il paracetamolo o un anti-emetico come il domperidone sono sufficienti a gestire il malessere. Per non rischiare meglio salire in quota gradatamente e comunque, nel caso di neonati, è buona norma precauzionale non superare i 2500 metri di quota.

Eliana Canova

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