RoboticaTecnologia

Ecco il primo robot indossabile che previene le cadute

Aiuta le gambe di anziani e disabili a ritrovare l'equilibrio dopo uno scivolamento

Bastoni e deambulatori, addio. Ricercatori italiani e svizzeri hanno realizzato il primo robot indossabile che previene le cadute aiutando le gambe di anziani e disabili a ritrovare l’equilibrio dopo uno scivolamento. Leggero, silenzioso e personalizzabile in appena 60 secondi, è stato sviluppato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa in collaborazione con il Politecnico di Losanna (Epfl), in Svizzera.

I test sui pazienti

La tecnologia, illustrata in un articolo sulla rivista Scientific Reports, è già in sperimentazione sui pazienti del centro di riabilitazione “Don Carlo Gnocchi” di Firenze. «Mi sento più sicuro con l’esoscheletro addosso», afferma Carlo Bertelli, 69 anni, mentre prova il dispositivo in laboratorio camminando su uno speciale tapis roulant che si muove bruscamente per simulare un imprevisto scivolamento. «Quando lo indosso sento di avere un aiuto, avverto più leggerezza e tranquillità, anche quando cammino normalmente».

Gruppo San Donato

Un esoscheletro personalizzabile

Il nuovo robot anti-caduta è composto da un‘imbragatura elettronica sistemata all’altezza delle anche, con bretelle in fibra di carbonio. Dopo essere stato adattato alla taglia della persona, il robot individua le peculiarità dell’andatura e della falcata: il tutto richiede meno di 60 secondi, come spiega Silvestro Micera, bioingegnere e neuroscienziato dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Epfl.

Come funziona

Una volta fissato il modello, l’algoritmo è in grado di identificare gli scostamenti rispetto all’andatura normale che annunciano l‘imminente caduta. A quel punto, i motori esercitano una pressione sulla parte superiore delle gambe ripristinando la stabilità della persona, il tutto senza provocare alcun disturbo.

Più collaborazione tra uomo e robot

«Il nostro studio – spiega Nicola Vitiello della Scuola Superiore Sant’Anna – pone le fondamenta per immaginare una nuova generazione di robot leggeri e indossabili, che aumentano le capacità di movimento di utenti con piccole disabilità agli arti inferiori, fornendo loro maggiore forza ed equilibrio». Lo sviluppo di simili tecnologie impone una sfida complessa: prevedere la variabilità del comportamento umano. «Siamo fiduciosi che nel prossimo futuro, anche grazie ai risultati di questo studio, si potranno sviluppare nuove soluzioni per far interagire persone e robot come fossero un unico sistema», conclude il ricercatore Vito Monaco.

Elisa Buson

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