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Giovanni Allevi: «Come ho sconfitto gli attacchi di panico»

«I libri di filosofia e la corsa mi hanno aiutato a placare l’ansia con la quale convivevo da anni»

Agitato e irrequieto per natura, da quando sono piccolo convivo con l’ansia. Una sorta di compagna di viaggio che, in periodi di particolare stress, mi ha fatto conoscere vere e proprie crisi. Lo avevo già raccontato a OK nel 2009: al ritorno dalla tournée in Cina fui colto da un violento attacco di panico. Il respiro mi mancava fino al punto che ho pensato di morire soffocato.

Ecco, queste situazioni di estrema intensità, per fortuna, ormai sono acqua passata. E ora vi voglio dire come ne sono uscito: con un connubio di filosofia e di corsa. Ma andiamo con calma. Le crisi di panico mi hanno indotto a prendermi cura di me stesso e ad ascoltarmi di più. Mi sono informato su internet, ho parlato del problema con un amico e, chiaramente, con il medico. Il consiglio? Sempre lo stesso: ricorrere a una pasticca. Ma il pensiero non mi sfiorava nemmeno.

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Sono sempre stato insofferente ai farmaci, li prendo solo quando proprio non posso farne a meno. Così ho agito di testa mia. Dovete sapere che da ragazzo ero il tipico topo da biblioteca, con gli occhiali spessi e la fama del secchione. Passavo le mie giornate a studiare e a leggere. In particolare, filosofia. Diciamolo, non c’è da stupirsi che il successo improvviso e dirompente mi abbia un po’ destabilizzato.

Anche perché ai tempi avevo solo 28 anni. Mi reputo un uomo dotato di valori solidi ma, impreparato alla popolarità, avevo finito per pensare anch’io che la felicità fosse legata al numero di copie di dischi venduti e ai concerti sold out. Naturalmente in questo modo mi precludevo alle origini la possibilità di essere sereno.

Me ne sono accorto solo in seguito quando, per stemperare l’ansia, ho iniziato a fare autoanalisi e a divorare testi di filosofia, da Socrate a Hegel, fino a Stirner. La vera svolta, a livello psicologico, è avvenuta quando mi sono soffermato sull’etimologia della parola panico. Sapevate che deriva da Pan, ossia il dio Tutto? Insomma, conoscere il panico significa vivere l’esperienza della dirompente energia creativa che è dentro ognuno di noi. Di conseguenza, più lo combatti, più acquisisce forza.

Dopo questo percorso di riflessione non ho più ignorato i campanelli d’allarme: quando sento che l’ansia si fa acuta, mi fermo un attimo e lascio vagare la mente nella musica. Oppure mi dedico alla corsa. Già, perché ho imparato a prestare attenzione anche al mio fisico.

Per anni ho sofferto di contratture muscolari, un problema peggiorato a causa del mio lavoro che mi costringe a stare chino sulla tastiera del pianoforte. Comunque, avevo trascurato completamente la mia fisicità finché, l’estate scorsa, per placare il nervosismo ho provato la corsa con il tapis roulant. E me ne sono innamorato.

Siccome è fondamentale la respirazione, è anche una ginnastica per la mente. Mentre corro mi concentro sulle note delle mie composizioni o sui movimenti delle dita sul piano. E dopo 10 chilometri, ovvero 45 minuti, acquisisco una maggiore capacità di concentrazione. Non solo: in poche settimane ho migliorato l’elasticità muscolare, nonché la flessibilità della colonna vertebrale. Risultato? I dolori alla schiena e le contratture sono scomparsi.

Nel frattempo ho anche iniziato e mangiare molta frutta e verdura e a eliminare tutti i cibi confezionati. Ovviamente la mia salute e il mio aspetto fisico sono nettamente migliorati, sono dimagrito 12 chili, mi sento più forte ed equilibrato.

Per anni, quando il pianoforte non era ben accordato o se non regnava una totale armonia con l’orchestra che dirigevo, il giorno dopo nessuno mi toglieva un bel torcicollo e vari dolori alla schiena. Era come se il mio corpo si ribellasse all’imperfezione musicale contraendosi. Oggi, invece, quando succede accetto l’errore, perché la perfezione non esiste.

Ecco, alla fine sono contento di aver provato le crisi di panico, perché se non mi fossi spaventato a morte non mi sarei messo così profondamente in discussione. E non sarei felice come sono oggi. Il mio consiglio è di seguire il mio esempio: non pensate all’opinione altrui, concentratevi su quello che vi fa stare bene. Sull’amore, sulle vostre passioni. E non cadete mai nella tentazione di credere che la felicità dipenda dal successo.

Giovanni Allevi

Testimonianza raccolta da Nicole Cavazzuti per OK Salute e benessere maggio 2015

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