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È vero che se si strappa un capello bianco, ne crescono altri sette?

La dermatologa spiega come mai spuntano, anche sui più giovani, i fili bianchi sulle chiome e perché è importante non strapparli

Gli uomini li scoprono intorno ai 30 anni, le donne verso i 35 e per tutti la tentazione di strapparli è forte. Prima o poi capita a chiunque di dover fare i conti con i capelli bianchi, considerati il segno distintivo dell’età che avanza, sebbene spuntino anche sulle chiome dei più giovani. L’impulso di staccarli è – come dicevamo – impellente ma prima di farlo pensateci bene. Toglierli con violenza, infatti, potrebbe moltiplicare i follicoli che, a loro volta, ne potrebbero produrre altri, confermando il famoso detto «per un capello bianco che strappi ne crescono altri sette».

«Non ci sono studi specifici e non c’è certezza sul numero di capelli bianchi “nuovi”. Tuttavia, poiché i follicoli piliferi sono riuniti in gruppetti, le cosiddette unità follicolari, si ipotizza che tra quelli della stessa unità vi sia una sorta di comunicazione delle informazioni. Ciò creerebbe danni ai melanociti, cioè le cellule che producono i pigmenti che colorano i capelli», spiega Antonella Tosti, professore di Dermatologia Clinica presso Leonard Miller School of Medicine Università di Miami, Florida USA.

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Perché vengono i capelli bianchi?

Comunque, presto o tardi, la battaglia per eliminare tutti i capelli bianchi sarebbe persa, perché in media, verso i 50 anni, la metà della testa diventa canuta. «C’è però da dire che i fili bianchi non arrivano per tutti alla stessa età: a qualcuno sono già visibili a 25 anni, mentre altri a 70 riescono ad averli ancora del loro colore naturale», continua la dermatologa.

Questioni genetiche

«Il motivo? Questione di fortuna, visto che poco tempo fa un importante centro di ricerca ha identificato due geni (Bcl2 e Bcl-w) all’origine dell’incanutimento. Sono loro a determinare a quale età, che cambia da una persona all’altra, i melanociti presenti nei follicoli smetteranno di produrre melanina e spariranno dando luogo a capelli bianchi».

Condizioni di salute

Tuttavia, anche alcune particolari condizioni di salute possono accelerarne la comparsa, come per esempio i disordini della tiroide, sia iper che ipotiroidismo, l’anemia perniciosa, la celiachia, l’osteopenia , il deficit di vitamina D e la vitiligine, che è un’alterazione della produzione di melanina e quindi della pigmentazione cutanea.

Fattori ambientali

Da non sottovalutare poi le condizioni ambientali che, provocando uno stress ossidativo, danneggiano i melanociti del follicolo. Sul banco degli imputati: inquinamento, sole e alcuni composti chimici che danneggiano i melanociti attraverso la produzione di radicali liberi (appunto lo stress ossidativo) responsabili di attivare alcuni precursori della melanina (complessi fenol-tirosinasi) che sono appunto molto tossici per i melanociti.

Eccesso di perossido di idrogeno

Tra le cause dei capelli bianchi va poi segnalata una curiosità frutto di una scoperta di un gruppo di ricercatori dell’Università di Bradford, in Gran Bretagna, e di Greifswald, in Germania. Dopo una certa età i follicoli producono, sia pure in piccolissime quantità, un eccesso di perossido di idrogeno, che comunemente viene chiamato acqua ossigenata, proprio quella usata per schiarire i capelli. Tuttavia, mentre il perossido dei decoloranti agisce sul fusto del capello, ossidando la melanina già presente, il perossido prodotto dalle cellule del bulbo uccide i melanociti prima che la melanina possa essere prodotta. Dunque, una possibile cura contro l’incanutimento potrebbe essere la somministrazione di pseudocatalasi, l’enzima che converte il perossido di idrogeno presente nel follicolo nelle sostanze innocue che lo compongono, ossia acqua e ossigeno, bloccandone l’accumulo.

Si può fare qualcosa contro i capelli bianchi?

Ma in attesa della “pillola” o della manipolazione genetica che ridonino colore alle chiome si può comunque fare qualcosa per rallentare la comparsa dei capelli bianchi? Sì, a partire da quello che si sceglie di portare in tavola. «Si è visto, infatti, che un’alimentazione che privilegia cibi e bevande ricchi di antiossidanti, in particolare frutti di bosco, cavoli, spinaci oppure arance, ostacola la degradazione della melanina da parte dei radicali liberi» continua Tosti. Un’altra precauzione utile in senso preventivo è inoltre quella di coprire, in estate, la testa per ripararla dai raggi solari o almeno utilizzare shampoo contenenti un filtro solare che può bloccare fino al 40% dell’irradiazione. Non bisogna però pretendere miracoli, perché prima o poi vincerà la predisposizione individuale. Nel frattempo, non resta che seguire le vie tradizionali, ossia le tinture, oppure imparare a far pace con un cambiamento che, spesso, può rivelarsi un fattore di fascino.

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