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Latte materno: perché donarlo è tanto importante, chi può farlo e come

Con 41 Banche del Latte Umano Donato attive sul suo territorio, l’Italia è il primo Paese in Europa. In occasione della Giornata Mondiale, si accendono i riflettori su questa preziosa pratica

Per il neonato il latte materno è un alimento senza eguali perché fornisce tutti i nutrienti di cui ha bisogno nella prima fase della sua vita. Oltre a contenere proteine, ferro assimilabile e alcuni preziosi grassi, è composto da sostanze bioattive e immunologiche. Queste sono in grado di proteggere il piccolo da eventuali infezioni virali e batteriche, dermatite atopica e altre forme di allergia, da malattie metaboliche e anche dall’inquinamento. Non a caso l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di allattare il bambino esclusivamente al seno per i primi sei mesi. Pratica, questa, che dovrebbe perdurare per due anni e oltre, secondo il desiderio di mamma e bebè.

A causa del parto precoce, tuttavia, alcune mamme non sempre riescono a produrre il latte e ad allattare il figlio appena nato. Un vero problema poiché la comunità scientifica ritiene che il latte umano possa aumentare la possibilità di sopravvivenza del prematuro, favorendone l’accrescimento e lo sviluppo.

Gruppo San Donato

Ecco perché è fondamentale che le mamme sane dei bambini nati a termine donino una parte del loro latte, che spesso è prodotto in eccesso. Forse non tutti sanno, infatti, che il latte di una madre è uguale per tutti. Qualsiasi donna in buona salute e in fase di allattamento può contribuire a donare senza il timore di togliere l’alimento primario al proprio bambino. A dispetto di quanto si possa immaginare, infatti, più la produzione viene stimolata, più latte si produce. 

Latte materno: chi può donarlo e come si deve fare

L’ Associazione Italiana delle Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD), onlus che promuove l’allattamento e la donazione del latte materno operando insieme ai Centri di Neonatologia e di Terapia Intensiva Neonatale, fa sapere che tutte le mamme in buona salute, che allattano durante il primo anno di vita del figlio e che producono una quantità di latte superiore alle sue necessità, possono diventare donatrici.

Le donne che vogliono donare il proprio latte possono contattare una delle Banche del Latte Umano Donato (BLUD), strutture create per selezionare, raccogliere, trattare, conservare e distribuire il latte materno donato. Qui possono sottoporsi a un questionario anamnestico e a un semplice screening, che consiste nella valutazione della storia clinica e nell’esecuzione di esami sierologici (epatite B, epatite C, infezione da HIV).

Banche del Latte Umano Donato: come siamo messi in Italia?

Con 41 Banche attive sul suo territorio, l’Italia è il primo Paese in Europa, seguito dalla Germania con 37 e dalla Francia con 36. Tuttavia, nonostante i numeri siano favorevoli, nel nostro Paese il fabbisogno di latte umano donato nei neonati più vulnerabili non è ancora soddisfatto. Il motivo? Le BLUD sono distribuite in maniera disomogenea e non sono organizzate in rete.

Il “Gruppo di Lavoro ad hoc” sul latte umano donato (LUD), istituito dal Ministero della Salute e costituito da membri di Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato (AIBLUD), Tavolo Tecnico Allattamento (TAS) e Società Italiana di Neonatologia (SIN), ha prodotto un documento sul tema. Questo contiene delle proposte per valorizzare il latte umano donato e ottenerne una maggiore disponibilità:

  • garantire la fornitura di LUD nelle aree attualmente carenti promuovendo la creazione di nuove BLUD e/o di reti regionali e interregionali delle BLUD
  • migliorare l’efficienza delle BLUD
  • creare un sistema integrato di BLUD e Centri neonatologici per promuovere la donazione, facilitare la raccolta e ottimizzare l’uso del latte donato
  • riconoscere e promuovere l’utilizzo del LUD come opzione strategica per l’alimentazione di neonati e lattanti durante le situazioni di emergenza (terremoti, inondazioni ed altri disastri ambientali).

Chi non può donare il latte materno?

Esistono, tuttavia, situazioni tali per cui la donazione è vietata. Come ricorda AIBLUD, infatti, i criteri di esclusione dalla donazione sono rappresentati da uno stile di vita non adeguato, particolari terapie materne, malattie infettive a carico della madre (verificabili attraverso i test sierologici) ma anche comportamenti a rischio, come l’uso di stupefacenti e/o alcolici, il fumo di sigaretta, l’assunzione di alcuni farmaci, la presenza di patologie acute o croniche, recenti trasfusioni.

Come avviene l’estrazione del latte

Il latte può essere estratto direttamente in una Banca del Latte Umano Donato o a casa propria. La spremitura può essere effettuata a mano o con un tiralatte (manuale o elettrico). Il personale del centro a cui ci si rivolge fornisce tutte le indicazioni e il materiale necessario così da non sbagliare. Attenzione, il latte può facilmente contaminarsi se non è conservato adeguatamente. Per questo motivo è necessario rispettare alcune semplici accortezze, come lavare accuratamente le mani e il tiralatte prima e dopo la spremitura.

Calo del 12% del latte materno donato a causa del Covid

A causa della pandemia c’è stato un calo di circa il 12% del latte umano donato. È quanto emerge dalla terza indagine dell’Associazione Italiana Banche del Latte Umano Donato sull’attività delle Banche del Latte Umano Donato (BLUD) in Italia nell’anno 2021. «La sospensione del servizio di raccolta a domicilio, l’impossibilità ad uscire di casa per il lockdown e il timore delle donatrici di recarsi in ospedale per donare il latte sono stati tra i principali motivi che hanno portato a disincentivare la donazione», commenta Guido E. Moro, Presidente AIBLUD.

«Pertanto, molti neonati prematuri e patologici hanno dovuto rinunciare a questo prezioso alimento. Purtroppo, in questa emergenza, il nostro Paese non si è mostrato pronto ad intervenire per porre rimedio alla situazione critica. Durante queste tragiche situazioni, la sopravvivenza dei neonati e dei lattanti può dipendere dalla loro possibilità di accesso all’allattamento al seno e/o al latte umano donato».

I dati dell’indagine mostrano che, nel periodo precedente la pandemia (2018-2019), si stava realizzando un notevole incremento nel numero delle donatrici e del volume di latte raccolto, mentre nel 2020 si è avuta una netta contrazione del numero di donatrici con un ritorno ai valori del 2016.

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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