Salute

È vero che gravidanza e allattamento causano un calo della vista?

L'oculista Filippo Cruciani spiega che eventuali peggioramenti visivi sono transitori e si normalizzano dopo il parto

Uno dei timori più diffusi tra le future mamme è che la gravidanza e l’allattamento possano causare un calo della vista e peggiorare difetti visivi già presenti. Ma è davvero così? «Questa credenza è solo in parte vera» interviene Filippo Cruciani, referente scientifico dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità – IAPB. «Non esistono studi scientifici o evidenze cliniche che dimostrino che queste due fasi importanti della vita della donna portino a variazione dei difetti di vista. Semmai si può verificare un peggioramento soggettivo e temporaneo delle capacità visive, legato all’affaticamento generale del periodo. Ciò, però, tende a normalizzarsi dopo il parto. Cambiamenti permanenti non sono normalmente attribuibili né all’allattamento né alla gravidanza».

È vero che gravidanza e allattamento causano un calo della vista?

È possibile che durante i 9 mesi di gestazione la donna possa accusare annebbiamento, secchezza oculare, intolleranza alle lenti a contatto. «Questi lievi variazioni sono causate dalla fluttuazione di estrogeni e progesterone, che causa una riduzione della sensibilità corneale e un aumento di spessore della cornea provocando in alcuni casi difficoltà a mettere a fuoco. Gli sbalzi ormonali, poi, intervengono sul film lacrimale, che ha il compito di proteggere e idratare l’occhio. Per questo motivo può capitare di avvertire secchezza, sensazione di corpo estraneo, fotosensibilità: condizioni, queste, che rendono più difficile l’utilizzo delle lenti a contatto» spiega l’oculista. «Da una sperimentazione condotta anni fa a Roma è emerso che le modifiche visive intercorse in gravidanza e in allattamento erano soltanto transitorie. Già dopo il parto si recuperava totalmente l’acuità visiva originaria».

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Gravidanza: quando fare la visita oculistica?

In gravidanza, comunque, è sempre bene sottoporsi a una visita oculistica, generalmente suggerita dal ginecologo, con lo scopo di determinare lo stato attuale della vista. Questo dato potrebbe essere significativo soprattutto per fare un confronto con i controlli successivi. I colliri impiegati per la dilatazione della pupilla, i cosiddetti midriatici, possono essere somministrati a scopo diagnostico sotto il controllo medico. Non esistono, infatti, studi scientifici che ne dimostrino la nocività durante la gravidanza. «L’esame del fondo oculare, che viene utilizzato per visualizzare le strutture interne del bulbo oculare, è particolarmente importante nei casi di gravidanza a rischio, gestosi, diabete gestazionale e miopia per escludere lesioni retiniche che, durante lo sforzo del parto, possano aggravarsi e portare a un distacco di retina» conclude Cruciani.

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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