Benessere

Capelli in primavera: caduta e altri problemi possono peggiorare

La caduta o l'assottigliamento dei capelli possono aumentare durante il cambio di stagione. Quali sono le cause e quali le cure? Ecco i consigli dell'esperta di OK Antonella Tosti

I cambiamenti climatici primaverili provocano variazioni nell’ambiente che ci circonda, ma anche nel nostro organismo. Le prime vittime del cambio di stagione sono i capelli, che arrivano già indeboliti e stressati dall’inverno. «Un aumento della caduta in primavera colpisce circa il 30% delle persone – spiega Antonella Tosti (puoi chiederle un consulto qui), professore di Dermatologia presso Miller Medical School of Medicine, University of Miami  – e ne è probabilmente causa la variazione del ritmo circadiano (le giornate più lunghe modificano l’alternanza delle ore di luce con quelle di buio). La relazione tra questi cambiamenti e la caduta evidente di peli nei mammiferi che vanno incontro alla muta è importante anche nell’uomo».

Notare una maggiore quantità di capelli nella spazzola quando ci si pettina è normale durante il cambio di stagione: si stima che in media ciascuno di noi perda tra i 50 e gli 80 capelli ogni giorno. La situazione inizia ad essere anomala quando si superano i 100 capelli. «La caduta può essere peggiorata da diete primaverili “fai da te” e sfociare in patologie: la più comune è il Telogen Effluvium, che consiste in un’abbondante perdita di capelli» spiega l’esperta. Oltre che da un’alimentazione scorretta e mal bilanciata, il Telogen Effluvium può essere causato anche da patologie tiroidee, forti stress, eccessiva esposizione al sole, dermatite seborroica del cuoio capelluto e uso di alcuni farmaci (come integratori che contengono la vitamina A, medicinali per curare la depressione o per ridurre il colesterolo).

Gruppo San Donato

Le conseguenze più negative del Telogen Effluvium dal punto di vista estetico possono essere chiazze, diradamenti o perdita di volume nei capelli. Come può essere affrontato da una donna? «Un ottimo trattamento per prevenirlo e migliorarlo è il PRP (Plasma Ricco di Piastrine), una terapia rigenerativa che stimola l’attività dei follicoli» consiglia Tosti. IL PRP sfrutta l’effetto dei fattori di crescita autologhi, cioè appartenenti allo stesso paziente, permettendo una crescita migliore del capello e una stimolazione delle cellule staminali ancora presenti all’interno del cuoio capelluto.

«Un’altra patologia che può peggiorare in primavera – continua l’esperta – è l’alopecia areata, perché le patologie virali che scatenano la malattia sono più frequenti nel periodo primaverile». A differenza del Telogen Effluvium che colpisce solo il cuoio capelluto, l’alopecia areata è una patologia che può interessare anche i peli delle ciglia, delle sopracciglia o di altre parti del corpo (nel caso di uomini quelli della barba): i follicoli colpiti interrompono la loro fase di crescita ed entrano prematuramente in riposo. Una donna potrebbe ritrovarsi a fare i conti con antiestetiche chiazze glabre e subire quindi ripercussioni a livello di umore e autostima. Tuttavia, anche nelle forme più gravi di alopecia areata, i follicoli rimangono vitali e a volte la ricrescita può verificarsi naturalmente, senza alcun trattamento.

Se la caduta dei capelli può colpire indiscriminatamente a causa di cambiamenti climatici e altri fattori ambientali, «l’assottigliamento dei capelli è sintomo dell’alopecia androgenetica femminile, una patologia che colpisce circa il 50% delle donne con tre picchi principali di comparsa: pubertà, post gravidanza e menopausa» sottolinea la professoressa Tosti. Un trattamento utile per combatterla? «L’unico trattamento efficace e approvato è il Minoxidil al 2% in lozione (o al 5% in schiuma, ma non è in commercio in Italia). A questo possono essere associati farmaci che contrastano l’effetto degli ormoni androgeni sul follicolo come Finasteride, Dutasteride e Spironolattone».

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