
Negli ultimi anni, sempre più persone – in particolare i giovani – ricorrono alla medicina estetica per modificare il proprio aspetto fisico. Il cosiddetto ritocchino è ormai entrato nella routine di molti, diventando quasi una “normalità” accettata socialmente. Ma questa corsa verso la perfezione ha anche spalancato le porte a insicurezze, ossessioni e aspettative spesso irrealistiche. Questi temi sono al centro di film e serie tv che raccontano l’ossessione per l’apparenza e il bisogno (più profondo) di sentirsi bene con sé stessi.
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Quando l’aspetto esteriore diventa un peso
Per molti adolescenti, un difetto fisico può diventare un’ossessione. «In alcuni casi, si arriva a vivere il proprio corpo come un ostacolo, compromettendo l’autostima e le relazioni sociali», spiega il dottor Davide Spadoni, chirurgo maxillo facciale specializzato in medicina estetica. «Un trattamento estetico serio, affrontato con consapevolezza, può aiutare a sbloccare una situazione di disagio, ma dev’essere solo uno dei tasselli di un percorso più ampio che coinvolge alimentazione, attività fisica e benessere psicologico». Non si tratta quindi di assecondare l’illusione della perfezione, ma di accompagnare il paziente in un processo di armonizzazione tra ciò che sente e ciò che vede riflesso allo specchio.
L’incubo della giovinezza eterna in The Substance
Questo tema trova una potente trasposizione nel film The Substance, dove il problema estetico non nasce da un difetto giovanile, ma dall’impossibilità di accettare l’invecchiamento. Il corpo che cambia con il tempo viene percepito come una minaccia, al punto da spingere la protagonista a sperimentare una sostanza miracolosa che promette eterna giovinezza… a un prezzo altissimo. Il film mostra come l’ossessione per l’aspetto possa sfociare in una metamorfosi mostruosa, simbolo di un disagio profondo e irrisolto. «Il tempo che passa non è il nemico, ma una fase naturale della vita – sottolinea Spadoni –. In alcune culture asiatiche, ad esempio, si invecchia con grazia, senza l’ossessione di sembrare giovani a tutti i costi. La medicina estetica dovrebbe aiutare le persone a esaltare i propri tratti, non a uniformarsi a modelli preconfezionati».
L’arte della bellezza emotiva: la serie che cambia la narrativa
Contro i luoghi comuni che vedono la medicina estetica come una mera questione estetica, arriva una nuova docuserie su Prime Video: L’arte della bellezza emotiva, disponibile dal 1° maggio. Sei episodi ambientati nella clinica del dottor Fabrizio Melfa, che accompagnano il pubblico in un viaggio reale e toccante dentro le motivazioni, i timori e le rinascite di persone comuni che scelgono di affrontare un cambiamento estetico. «Questa serie nasce per mostrare cosa c’è davvero dietro un trattamento estetico: ascolto, empatia, rigore clinico e un forte coinvolgimento emotivo – spiega Melfa –. Prima di tutto siamo medici, e ogni intervento, anche il più semplice, richiede attenzione e consapevolezza. Lavorare sul corpo significa spesso lavorare anche sull’anima». Tra i protagonisti della serie, Antonina, 70 anni, che non vuole tornare indietro nel tempo, ma semplicemente piacersi di nuovo. La sua storia – come quelle degli altri pazienti – racconta un percorso di consapevolezza e accettazione, in cui la bellezza non è mai standard, ma personale, vissuta e desiderata.
Medicina estetica: tra realtà e spettacolo
Ma se la serie cerca di abbattere i pregiudizi, non si può ignorare il rischio opposto: la spettacolarizzazione della medicina estetica nei media. «C’è una parte di verità. Il mondo dello spettacolo, quello visto in The Substance, attinge alla realtà ma ovviamente estremizza: viene enfatizzato il lato più istrionico del medico, quello che manipola l’apparenza. In realtà, oggi il bravo professionista lavora su più livelli: non solo sull’estetica, ma anche sul benessere globale del paziente, fisico e psicologico. L’obiettivo non è creare maschere, ma armonizzare l’aspetto con l’identità. E per farsi conoscere comunica, grazie ai social, in modo più diretto, ma questo non deve sostituire la competenza.
Come riconoscere i professionisti seri
«Sfatiamo l’idea che un medico serio debba restare nell’ombra. È giusto mostrarsi, anche attraverso i social media, ma con responsabilità», aggiunge Spadoni. «La visita con il paziente deve avvenire in un ambiente a norma, igienico, con strumenti sterilizzati. È fondamentale che il medico faccia leggere e firmare il consenso informato, scatti le foto “del prima”, illustri con chiarezza la tecnica usata e tracci i prodotti impiegati». Inoltre, il costo deve essere trasparente fin da subito, così come le alternative e i potenziali rischi.
La medicina estetica è uno strumento
Tra gli interventi più richiesti oggi ci sono il botox per la parte superiore del volto (fronte, rughe perioculari), l’acido ialuronico per migliorare la qualità della pelle e ridefinire i volumi, e i trattamenti liftanti non invasivi. La tendenza è valorizzare ciò che già c’è, senza standardizzare.
«La medicina estetica non è il male né la salvezza: è uno strumento. Sta a noi – pazienti, medici e anche spettatori – decidere come usarlo e con quale consapevolezza», conclude Spadoni. E se la bellezza può diventare arte, allora dev’essere un’arte che parte da dentro e non si dimentica della nostra autenticità.