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Occhietti rossi in primavera? Non è detto che sia allergia

In un caso su dieci si tratta di una malattia infiammatoria cronica, tipica dell'infanzia, di cui non si conoscono ancora le cause: ecco come scoprirla

Con l’arrivo della primavera, gli occhi rossi sono un grande classico, anche nei bambini. Bruciori, lacrimazione, filamenti di muco, fastidio alla luce, sono tutti sintomi che normalmente vengono associati ad una banale allergia ai pollini, ma non è sempre così. Nel 6-10% dei casi si tratta in realtà di una particolare forma di malattia infiammatoria cronica, ad andamento stagionale, di cui non si conoscono ancora le cause: la cheratocongiuntivite Vernal (VKC).

«La Vernal è tra le malattie rare più frequenti, con sintomi simili a quelli delle altre forme allergiche oculari, ma molto amplificati: anamnesi e caratteristiche cliniche sono fondamentali per una diagnosi adeguata e una corretta terapia», spiega Daniele Ghiglioni, allergologo pediatra responsabile del poliambulatorio presso la Clinica De Marchi di Milano.

Gruppo San Donato

La cheratocongiuntivite Vernal è una malattia che colpisce principalmente durante l’infanzia e fino all’adolescenza: nel 70-80% dei casi si manifesta nei bambini tra i 3 e gli 8 anni, con una maggiore frequenza nei maschi e un picco di incidenza tra gli 11 e i 20 anni. Nella maggior parte dei casi si risolve verso l’età dello sviluppo. Anche se la VKC è diffusa in tutto il mondo, la maggiore prevalenza si osserva in regioni calde e temperate, come il bacino del Mediterraneo, l’Africa, il Medio Oriente, l’India e la Penisola Arabica. La sintomatologia cambia con le stagioni: generalmente si manifesta in primavera, peggiora o persiste in estate e tende a risolversi in autunno.

Ma quali sono i campanelli d’allarme che possono far venire il dubbio a mamme e papà che non si tratti di una banale congiuntivite? «L’inefficacia dei comuni trattamenti antiallergici, come gli antistaminici per via oculare, e una difficoltà di adattamento alla luce soprattutto all’esterno, ma anche al risveglio nei casi più gravi, sono sintomi importanti che devono far insospettire», spiega l’esperta di Ok Salute Susanna Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e presidente WAidid, Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (per un consulto, clicca qui).

«Quando la fotofobia è molto intensa – prosegue la dottoressa – occhiali scuri e cappellini sono uno strumento indispensabile di protezione ed è ovviamente necessario escludere rapidamente una lesione della cornea con una valutazione oculistica e poi allergologica, al fine di iniziare una terapia idonea ed evitare il rischio di esiti permanenti».

Oltre alla fotofobia, la cheratocongiuntivite Vernal si può manifestare con altri sintomi quali arrossamento, prurito, bruciore, secrezione di muco filamentoso, lacrimazione e sensazione di corpo estraneo nell’occhio. E’ stato anche osservato che i bambini affetti da VKC possono presentare ciglia palpebrali di lunghezza superiore rispetto a quella di un bambino sano.

Per curare questa malattia ci sono diverse terapie disponibili. Nelle forme lievi si ricorre ad un trattamento antistaminico e antinfiammatorio topico associato a brevi cicli di corticosteroidi, mentre nelle forme moderate o severe viene utilizzata la ciclosporina in collirio, con preparazione galenica. Per intervenire in maniera efficace, però, è necessario riconoscere il problema in maniera tempestiva. «La certezza della diagnosi può derivare solo da una stretta collaborazione tra allergologo e oculista come avviene oggi nel nostro ambulatorio – sottolinea Daniele Ghiglioni – dove ogni anno vengono curati circa 2.000 bambini affetti da Vernal»

Per maggiori informazioni è possibile rivolgersi all’associazione “Occhio alla Vernal Onlus”, che nasce nel 2013 su iniziativa di un gruppo di genitori di bambini e ragazzi affetti da Cheratocongiuntivite Vernal per alleviare il disagio a volte grave provocato da questa patologia poco conosciuta e spesso non diagnosticata.

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