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Quanto sale e quanti grassi possono mangiare gli anziani?

Se una persona non ha particolari problemi di salute, gli esperti consigliano di utilizzare 5 grammi al giorno di sale e di assumere 40-50 grammi di grassi, a patto che provengano da pesce, frutta secca e olio extrvergine di oliva

Buone notizie per gli over 65, che a tavola non dovranno più stare troppo attenti a sale e grassi. Gli esperti della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) riuniti a Roma per il 63° Congresso Nazionale, hanno deciso di essere più tolleranti e hanno raddoppiato la dose di lipidi e aumentato quella di sodio nella dieta degli anziani.

Le nuove soglie 

Con le nuove indicazioni si ammettono 5 grammi al giorno di sale, pari a poco più di 2 grammi di sodio. Prima, invece, si raccomandavano al massimo 3-4 grammi di sale. La nuova quantità è in linea con quella indicata alla popolazione adulta e corrisponde, più o meno, a un cucchiaino da caffè. Il consiglio, per adulti e anziani, è quello di utilizzare poco sale, ma sempre iodato (qui ti spieghiamo perché).

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I lipidi, invece, passano da 20-30 grammi al giorno a 40-50 grammi, meglio se dal pesce o da fonti vegetali come olio extra vergine d’oliva e frutta secca a guscio.

I motivi della maggiore tolleranza

I geriatri hanno aumentato le quantità di sodio e grassi concesse nella dieta degli over 65 perché gli ultimi studi hanno dimostrato che non è necessario demonizzare questi due nutrienti negli anziani. Il rischio cardiovascolare e metabolico complessivo, infatti, non si modifica in modo sostanziale. Anzi: una potenziale carenza di sale e grassi dovuta una dieta eccessivamete restrittiva potrebbe rivelarsi controproducente.

Calcolo di rischi e benefici

«Le ricerche più recenti indicano che un’eccessiva restrizione di sodio può avere effetti negativi sulla resistenza all’insulina, sui lipidi nel sangue e sull’assetto neuro-ormonale – spiega Raffaele Antonelli Incalzi, presidente SIGG – Questi elementi possono favorire le malattie cardiovascolari e l’insufficienza cardiaca e potrebbero perciò controbilanciare le possibili conseguenze positive della riduzione di sale sulla pressione».

Secondo gli studi, il rischio cardiovascolare più basso possibile in persone con più di 70 anni in buona salute si ha rimanendo sui 3 grammi di sodio al giorno, che in realtà corrispondono anche a più di 5 grammi di sale. «Esiste una sorta di curva a “U” per cui la probabilità di disturbi cardiovascolari sale sia per quantità inferiori, sia per dosi molto elevate di sodio» continua l’esperto. Uno studio italiano (InChianti), che ha seguito circa mille over 65 per 9 anni, ha confermato che livelli troppo bassi di sodio nella dieta si associano a un incremento della mortalità, mentre un eccesso di sodio non è altrettanto deleterio. Inoltre, una dieta troppo povera di sodio potrebbe compromettere il raggiungimento di un introito calorico adeguato e anche l’efficacia di alcune terapie farmacologiche.

La dose ragionevole di sale

Per tutti questi motivi, alle persone con più di 65-70 anni senza particolari problemi di salute che richiedano uno stretto controllo dell’introito di sodio, gli esperti consigliano di non essere troppo rigidi nelle quantità di sale. Circa  5-6 grammi al giorno sono una dose ragionevole.

Più grassi, ma mono e polinsaturi

Anche con i grassi, ritenuti da sempre un pericolo per cuore e arterie, negli over 65 non c’è necessità di tirare troppo la cinghia. Anzi: se si scelgono i grassi giusti si guadagna in salute. I lipidi “buoni”, mono e polinsaturi, li troviamo soprattutto nell’olio evo, nella frutta secca a guscio e nel pesce. Sono ottimi per ridurre il rischio cardiovascolare e metabolico e per mantenere una performance cognitiva adeguata, che negli anziani è importante.

I benefici dei grassi buoni

Numerose ricerche hanno dimostrato che avere un buon apporto di acidi grassi polinsaturi nella terza età è essenziale: la mortalità si abbassa fino al 42%, mentre il rischio cardiovascolare e la mortalità salgono fino all’81% in più se si consumano soprattutto grassi saturi e grassi trans. «L’obiettivo negli over 65 – conclude Incalzi – non deve essere la riduzione dei grassi in assoluto quanto piuttosto la sostituzione dei grassi saturi provenienti dagli alimenti di origine animale con grassi mono e polinsaturi di origine vegetale o dal pesce».

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