Alimentazione

Pomodori alla vitamina D presto sulle nostre tavole?

Già alla fine di giugno potrebbero arrivare sul mercato inglese. Come sono stati creati? Quali sono le implicazioni? I vegani mangeranno un alimento geneticamente modificato?

I primi a mangiare i pomodori alla vitamina D saranno gli inglesi, che potranno gustarli già tra qualche settimana. Il parlamento inglese ha approvato una nuova legislazione che facilita la sperimentazione di colture geneticamente modificate.

Come si assume la vitamina D?

Questa preziosa vitamina può essere assunta o attraverso la luce solare, o mangiando pesce e alcuni latticini. Ora un gruppo di scienziati ha pensato di potenziare anche i pomodori utilizzando la tecnologia CRISPR-Cas9. Si tratta di una procedura di modificazione genetica capace di far contenere nei pomodori un precursore della vitamina D.

Gruppo San Donato

Un miliardo di persone nel mondo soffre di deficit di vitamina D. Potrebbe rappresentare una valida alternativa soprattutto per vegani e vegetariani. Bisogna capire però se chi abbraccia la filosofia vegana sia d’accordo nel mangiare un alimento geneticamente modificato.

Cos’è la tecnologia CRISP/Cas9?

L’editing del genoma è un intervento di precisione che consente la correzione di una sequenza di DNA. Per effettuarlo si usano delle proteine. Una sorta di forbici molecolari, capaci di tagliare il DNA nel punto desiderato. La tecnologia più usata è proprio la CRISPR/Cas9. Il CRISPR è stato paragonato a un coltellino svizzero multifunzione con una bussola per individuare il punto giusto, morsa per afferrare il DNA, cesoie per recidere. Una volta tagliato, il DNA viene aggiustato dai naturali meccanismi di riparazione della cellula.

Le vitamine meglio assumerle dai cibi

Anche se esistono decine di integratori a base di vitamina D, secondo gli esperti è meglio assumerla attraverso il cibo o i raggi solari.

In più il pomodoro con la vitamina D potrebbe aumentare il consumo di frutta e verdura. Sono pochissime le persone che assumono le cinque porzioni di frutta e verdura raccomandate al giorno. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Plants.

Pomodori alla vitamina D: come hanno fatto gli scienziati?

Il nostro corpo produce il micronutriente quando la pelle è esposta ai raggi UVB. Ecco perché si chiama anche la vitamina del sole. Gli scienziati hanno sfruttato un processo simile nelle piante di pomodoro.
Il composto nella pelle che può produrre vitamina D è noto come 7-DHC, o provitamina D3. Si trova anche nelle foglie delle piante di pomodoro e nei frutti verdi acerbi.

I ricercatori hanno bloccato un gene nelle piante di pomodoro che normalmente converte la provitamina D3 in colesterolo.

Pomodori alla vitamina D: un pomodoro come quasi 30 grammi di tonno

Per convertire la provitamina D3 in vitamina D3, i pomodori sono stati trattati con luce UVB. Lo studio ha scoperto che la provitamina D3 in un pomodoro, una volta convertita in vitamina D3, sarebbe equivalente alla quantità di vitamina D3 contenuta in due uova di medie dimensioni o 28 grammi di tonno.

Una sperimentazione nel Regno Unito sta valutando se la coltivazione delle piante di pomodoro all’aperto, dove sarebbero esposte alla luce solare naturale, comporterebbe automaticamente la conversione del 7-DHC in vitamina D3. I primi frutti dovrebbero maturare entro la fine di giugno.

I pomodori potrebbero anche essere essiccati al sole una volta raccolti, eliminando la necessità di trattamento con luce UVB.

Pomodori alla vitamina D: presto sperimentazione anche su altri vegetali

La tecnica di blocco dei geni, che i ricercatori stanno rendendo disponibile gratuitamente con la pubblicazione dell’articolo, potrebbe essere applicata anche ad altre specie di piante solanacee come peperoni, peperoncini, melanzane e patate.

Secondo i ricercatori, i funghi possono anche essere una fonte di vitamina D se trattati con luce UVB o coltivati ​​in natura. Tuttavia, queste piante hanno prodotto vitamina D2, che secondo il documento era “sostanzialmente meno bioefficace” della vitamina D3, che proviene dalla carne e dai latticini.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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