Alimentazione

Come non sprecare cibo

Entro il 2050 la popolazione globale raggiungerà quasi 10 miliardi di persone: per rendere il sistema alimentare più sostenibile possiamo partire dalle nostre cucine

Nel mondo oltre 2 miliardi di persone non hanno accesso regolare a cibo salubre, nutriente e sufficiente. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e la Nutrizione (FAO) prevede che la domanda di cibo aumenterà, in quanto la popolazione globale dovrebbe raggiungere quasi 10 miliardi di persone entro il 2050. Da una parte il costante aumento della fame, dall’altra l’aumento dell’obesità, indica chiaramente la necessità di accelerare e intensificare gli interventi per rafforzare i sistemi alimentari e tutelare i mezzi di sussistenza delle persone. Qualcosa, però, possiamo fare anche noi nel nostro piccolo, ogni giorno, imparando a non sprecare cibo e a rendere la nostra dieta più sostenibile.

Cos’è una dieta sostenibile?

Secondo la FAO «le diete sostenibili sono diete a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale, nonché a una vita sana per le generazioni presenti e future. Le diete sostenibili concorrono alla protezione e al rispetto della biodiversità e degli ecosistemi, sono culturalmente accettabili, economicamente eque e accessibili, adeguate, sicure e sane sotto il profilo nutrizionale e, contemporaneamente, ottimizzano le risorse naturali e umane». La maggior parte delle diete seguite nel mondo occidentale non si possono definire sostenibili. Maggiore è il benessere di una popolazione, infatti, più alto è il consumo di prodotti raffinati e di origine animale, che in genere sono anche quelli più impattanti a livello ambientale.

Gruppo San Donato

Quanto cibo sprechiamo?

Ogni settimana gli italiani sprecano circa 700 grammi di cibo a testa. Il dato, che arriva dal progetto Reduce del ministero dell’Ambiente, è migliorato negli ultimi anni ma c’è ancora tanta strada da fare. Lo spreco alimentare non è solo casalingo, perché si verifica lungo tutta la catena agroalimentare, ma si stima che i danni più grandi si facciano proprio tra le mura di casa. Uno dei principali motivi è la disattenzione: si acquistano quantità eccessive di cibo oppure non si conservano i prodotti correttamente.

Fai una lista della spesa

Valuta il più possibile il quantitativo di cibo che può essere realmente consumato in un pasto medio. E aiutati con la lista della spesa: potrà essere utile per evitare avanzi (e i conseguenti sprechi). Una volta arrivati a casa, riporre la spesa nel frigo entro massimo un’ora, poi accertarsi del buon funzionamento del frigo (la temperatura ideale è tra i 4-5 gradi), cucinare porzioni non troppo abbondanti per evitare di avanzare cibo nel piatto e conservare gli avanzi in frigo in contenitori idonei.

Segui la dieta mediterranea

La dieta mediterranea non solo è associata a un buono stato di salute e a un miglioramento della qualità della vita, ma garantisce anche un impatto positivo sulla salute del pianeta. Il nostro attuale sistema alimentare, infatti, contribuisce fino al 37% delle emissioni globali di gas serra.

Secondo un team di scienziati internazionali, riunitisi nella commissione Eat-Lancet su cibo, pianeta e salute che si è tenuta a Jakarta nel 2019, esiste una dieta che potrebbe salvare il pianeta, molto simile alla dieta mediterranea. Si tratta di un regime alimentare basato principalmente sui vegetali, quasi del tutto senza zucchero, ma che contempla anche una moderata assunzione di carne, pesce, uova e latticini. La dieta comprende ogni mese circa quattro porzioni di carne rossa, otto porzioni di carne bianca e altrettante di pesce. Tanta frutta e verdura, poche uova, latte e yogurt tutti i giorni, formaggi tre volte a settimana, 50 grammi di noci al giorno, olio extravergine di oliva come condimento e abbondanti legumi.

Occhio alla scadenza

Quando fai la spesa, controlla la scadenza dei prodotti e accertati di riuscire a consumarli prima che deperiscano o diventino pericolosi per la salute (in questo articolo una guida per scoprire quale cibo scaduto si può mangiare). Il mancato consumo di un prodotto si traduce automaticamente in uno spreco.

Attento alle etichette

Scegli prodotti che riportano informazioni su tecnologie o ingredienti che aiutano a limitare lo spreco alimentare. Il latte, ad esempio, può essere sottoposto a diversi trattamenti (come la pastorizzazione o la microfiltrazione) che ne mantengono inalterate le proprietà estendendone notevolmente la “vita sullo scaffale”, cioè la conservazione. Alcuni prodotti come biscotti, grissini, fette biscottate vengono arricchiti con aromi di origine vegetale estratti con processi sostenibili che prevengono l’irrancidimento in modo naturale e sicuro.

Riduci gli scarti indifferenziati

Cerca di scegliere prodotti con indicato il destino della confezione a fine vita. In questo modo contribuirai a ridurre la quantità di indifferenziata nell‘immondizia.

Preferisci il biologico e il biodiverso

L’agricoltura biologica riduce i consumi energetici di agricoltura e industria alimentare di almeno il 25%, consente di ridurre le emissioni di CO2 e non inquina le falde acquifere perché non impiega fertilizzanti e fitosanitari di sintesi.

Scegliendo prodotti diversificati, invece, favoriamo la produzione di molteplici alimenti. Non solo è più sano per il nostro corpo, ma anche per la terra e l’ambiente, perché una dieta diversificata favorisce la biodiversità. Secondo la FAO, oggi solo 9 specie vegetali rappresentano il 66% della produzione agricola totale, nonostante esistano almeno 30 mila specie di piante commestibili. È necessario coltivare alimenti diversificati per nutrire i popoli e preservare il pianeta.

Scegli prodotti locali

Quando puoi, acquista cibo fresco coltivato nella tua regione, ad esempio in un mercato agroalimentare nel tuo vicinato. Così facendo aiuterai i piccoli agricoltori che hanno prodotto il cibo, la tua economia locale e favorirai la diversità delle coltivazioni. Acquistare prodotti locali significa anche privilegiare la filiera corta. Quindi limitare gli intermediari tra produttore e consumatore, che a sua volta significa diminuire i trasporti e l’impatto ambientale. Più lontano è il luogo in cui viene coltivato l’alimento che acquistiamo, maggiore sarà l’inquinamento associato ai chilometri che deve fare, su camion, aerei o barche, per arrivare nelle nostre case o nei nostri supermercati.

Scegli prodotti di stagione

Il consumo di prodotti di stagione freschi fa bene all’ambiente. Ma fa bene anche a noi perché permette di godere di tutto il loro contenuto vitaminico-nutrizionale. I prodotti freschi e di stagione aiutano a prevenire le più comuni malattie croniche quali il diabete, le malattie cardiovascolari e i tumori.

Acquista prodotti surgelati

Quando si compra un surgelato, la quantità acquistata corrisponde a quella che si mangia (niente sbucciature, spinature, lavaggi), con pochi scarti in casa. Si consuma tutto ciò che si acquista e diventa più facile fare la raccolta differenziata dei rifiuti. Ad esempio, quando si compra un pesce surgelato, si mangia il 100% di ciò che si acquista, lasciando alle aziende spine, viscere, squame, pelle, grasso e scarti di ogni genere. Lo stesso accade con gli ortaggi. Si mangia tutto ciò che si acquista, lasciando alle aziende bucce, terra, radici.

Condisci all’ultimo minuto

Un altro segreto per non sprecare cibo sta nella preparazione dei piatti che portiamo in tavola. Ad esempio, insalate o verdure vanno condite solo al momento di servirle. Così si mantengono più a lungo e possono essere consumate in pasti successivi.

Riutilizza e dona gli avanzi 

Crea nuove pietanze utilizzando gli avanzi di cucina, con fantasia e creatività. Insomma, impara a cucinare con gli scarti. In occasione di feste e ricevimenti, invece, valuta se gli avanzi possono essere consumati a breve e invita gli ospiti a portare con loro parte di quello che è avanzato.

Infine, informati sui programmi contro lo spreco alimentare della tua città, oppure organizzati per donare il surplus alimentare alle onlus che raccolgono gli avanzi di cibo “buono” e lo redistribuiscono a chi ne ha bisogno.

Se puoi, fai il compost fatto in casa

Metti gli avanzi di cibo (insieme agli shopper in bioplastica biodegradabile e compostabile) nella raccolta dell’umido: si trasformeranno in ottimo compost. Il compost ‘fatto in casa’ con la trasformazione dell’organico ha un “valore”. Sia in termini di minori spese di smaltimento (ogni tonnellata di frazione organica in discarica costa alla comunità circa 200 euro, cioè il 50% delle spese totali per la gestione dei rifiuti), sia in termini di mancato guadagno derivante dalla commercializzazione del compost (che può variare da 20€/ton per i prodotti all’ingrosso a circa 3€ per Kg per prodotti venduti al minuto).

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