Alimentazione

Feste senza alcol: la nuova moda sono i vini dealcolati

Possono rivelarsi una scelta ideale per i brindisi delle Feste, un momento in cui si celebra spesso con abbondanza e allegria, ma in cui è fondamentale mantenere la sicurezza

Negli ultimi anni il panorama del consumo delle bevande sta vivendo una trasformazione significativa. Dopo il boom della birra analcolica, è il vino a farsi spazio in questa nuova categoria. Un cambiamento che riflette una crescente consapevolezza e attenzione verso stili di vita salutari e una maggiore curiosità dei consumatori nei confronti dei prodotti alcol-free.

Come sottolinea Davide Bortone, giornalista e direttore di Winemag.it, il mercato dei vini dealcolati sta crescendo a ritmi esponenziali, con previsioni di un aumento fino a 68,9 miliardi entro il 2030. Ma che sono sono e come si ottengono?

Gruppo San Donato

Come si definiscono i vini dealcolati

Secondo la direttiva europea 2021/2117:

  • i vini dealcolati devono avere un contenuto alcolico inferiore allo 0,5%.
  • I vini parzialmente dealcolati devono avere un contenuto alcolico compreso tra 0,5% e 9% (in base alla tipologia).

A breve sarà pubblicato il nuovo decreto ministeriale, presentato al ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste dal ministro Francesco Lollobrigida. Anche i no alcol saranno chiamati “vini” ad eccezione di Dop e Igp ma la regolamentazione impone l’obbligo di chiarezza nelle etichette riportando chiaramente la dicitura “dealcolato” o “parzialmente dealcolato” accanto al nome.

I motivi del successo tra millennials e Gen Z

Secondo i dati di Wine Intelligence, il 57% dei consumatori sceglie il vino analcolico per motivi di salute, mentre il 48% lo apprezza per il gusto e il 43% per la possibilità di mantenere lucidità e controllo durante il consumo. A ciò si aggiunge l’aspetto calorico: i vini senza alcol risultano meno calorici rispetto ai tradizionali, un elemento importante per il 40% dei consumatori attenti alla linea.

Questo fenomeno attraversa diverse generazioni, dai millennials alla Gen Z, fino a chi adotta uno stile di vita salutista o non consuma alcol per motivi religiosi o dietetici.

Crescente accettazione nel mondo professionale

Un altro aspetto interessante è la crescente accettazione dei vini dealcolati (analcolici) anche nel mondo professionale. Per la prima volta, eventi prestigiosi come il ProWein di Düsseldorf e concorsi internazionali come Mundus Vini li hanno riconosciuti come una categoria a sé stante, ampliando così il loro status oltre la percezione di semplici soft drink.

Come nascono i vini dealcolati

Il processo per ottenere vino analcolico è sofisticato e mira a preservare le caratteristiche organolettiche del vino. Martin Foradori, patron della storica cantina Hofstätter, spiega come la qualità della materia prima sia fondamentale. Per il suo Steinbock Alcohol Free, ad esempio, utilizza uve Riesling lavorate per mantenere aromi e struttura, eliminando l’alcol attraverso tecniche come l’osmosi o la distillazione a freddo.

Una gamma sempre più ampia

In termini pratici, il vino dealcolato viene prodotto a partire da un vino tradizionale, da cui l’alcol viene separato. Le due principali tecniche impiegate sono:

  • Osmosi inversa, che filtra l’alcol mantenendo intatti gli aromi.
  • Distillazione a freddo, un processo delicato che evita l’alterazione dei profumi.

Questi metodi consentono di offrire una gamma sempre più ampia di vini analcolici, che include bollicine, vini fermi, rossi e bianchi, per soddisfare ogni palato e occasione.

Vini dealcolati: una scelta per tutti?

Il vino analcolico non è solo una moda passeggera, ma una risposta concreta a nuove esigenze di mercato. La sua diffusione risponde alla richiesta di opzioni più salutari e versatili, abbracciando consumatori con stili di vita diversificati. Tuttavia, è importante prestare attenzione alla qualità e alla composizione di questi prodotti, bilanciando innovazione e tradizione.

Come sottolinea Martin Foradori Hofstätter, il segreto del successo di un buon vino analcolico risiede nella qualità delle uve e nella cura dei dettagli produttivi, garantendo un prodotto che possa davvero competere con i suoi fratelli alcolici.

Ottima scelta per le Feste riducendo il rischio di incidenti stradali

Il vino dealcolato può rivelarsi una scelta ideale per i brindisi delle Feste e in particolare di Capodanno, un momento in cui si celebra spesso con abbondanza e allegria, ma in cui è fondamentale mantenere la sicurezza. Offrire un’opzione senza alcol consente di includere tutti, da chi non beve per scelta personale a chi deve mettersi alla guida dopo i festeggiamenti, riducendo il rischio di incidenti legati al consumo esagerato di alcol.

Le criticità: possono contenere livelli elevati di zucchero

Nonostante gli aspetti positivi, non mancano le criticità. Uno dei problemi riscontrati è l’elevato contenuto di zuccheri in alcuni vini dealcolati, utilizzati per compensare la perdita di corposità e struttura dovuta all’assenza di alcol.

Questo può rendere alcune etichette meno adatte a chi cerca un’opzione veramente salutare. Scegliere vini analcolici di qualità, con un contenuto di zuccheri controllato, permette di brindare in modo responsabile e sano, senza rinunciare al piacere di un calice al momento del conto alla rovescia del nuovo anno.

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Simona Cortopassi

Classe 1980, è una giornalista iscritta all’Ordine regionale della Lombardia. Toscana d’origine, vive a Milano e collabora per testate nazionali, cartacee e web, scrivendo in particolare di salute e alimentazione. Ha un blog dedicato al mondo del sonno (www.thegoodnighter.com) che ha il fine di portare consapevolezza sull’insonnia.
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