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Allergie: quando la diagnosi si fa con l’esame del sangue?

L'allergologa spiega quando è necessario eseguire un prelievo di sangue per diagnosticare una o più allergie

Quando nutre il sospetto che il paziente abbia una o più allergie, lo specialista procede, in prima battuta, con l’esecuzione di prick test, un esame cutaneo immediato che consente di individuare la reazione allergica a diversi tipi di sostanze. In alcuni casi, però, per poter fare una diagnosi corretta è necessario che l’individuo si sottoponga a un esame del sangue.

La diagnosi delle allergie si fa con il prick test

Come spiega nella nostra videointervista Mona-Rita Yacoub, Coordinatrice del Centro di Allergologia dell’Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie Rare dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, il primo step diagnostico è costituito dal prick test. Questa prova cutanea viene effettuata applicando in modesta quantità degli estratti contenenti alcuni allergeni (di pollini, acari, muffe ed epitelio di animali) sull’avambraccio interno del paziente. Con una piccola punturina, l’allergene penetra subito al di sotto della pelle. Se l’individuo ha nel sangue gli anticorpi IgE verso uno o più allergeni testati, localmente compaiono pomfi, rash, chiazze rosse leggermente pruriginosi. Significa che il paziente è positivo a quel tipo di allergene.

Gruppo San Donato

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Allergie: in alcuni casi si fa l’esame del sangue per la diagnosi

In alcuni individui, però, il prick test è controindicato. C’è chi, ad esempio, sta già assumendo farmaci antistaminici e dunque la prova cutanea non sarebbe attendibile. Ci sono persone, invece, che presentano disturbi della pelle, come la dermatite, che non consentono una lettura veritiera del test (la cute, in questi casi, è già infiammata per condizioni croniche pregresse). C’è anche chi mostra sensibilizzazioni multiple durante i test allergologici tradizionali che, tuttavia, non sempre permettono di individuare l’allergene o gli allergeni principali. Ciò potrebbe essere difficoltoso nel caso in cui si volesse, ad esempio, intraprendere l’immunoterapia specifica (il cosiddetto vaccino). In questi casi lo specialista opta per un prelievo di sangue. Guarda la videointervista per saperne di più.

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