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Le Barbie diventano curvy, petit e tall: cosa cambia nell’immaginario delle bambine?

Il canone di bellezza alto e magro che ha segnato la storia della bambola più famosa del mondo cambia e forse sarà ancora amata. Per l'esperta di OK Elvezia Benini l'importante nel gioco è stimolare la fantasia

Tutte come Barbie: magre, gambe lunghe, vita sottile e bionde? No, non sarà più questo il modello a cui le  bambine si ispireranno (e sogneranno di assomigliare) perché Barbie è cambiata, oggi è curvy, oppure tall (alta) o ancora petit (piccola).

Si chiamano così i tre nuovi modelli di Barbie del brand americano Mattel che si avvicinano a un’ideale di bellezza più realistico, fatto di curve generose, altezze sopra o sotto il metro e settanta e taglie diversificate.

Gruppo San Donato

nuova collezione BarbieMa le Barbie curvy, petit e tall possono rappresentare davvero un messaggio positivo per i milioni di ragazzine che ci giocano? Lo abbiamo chiesto a Elvezia Benini, psicoterapeuta, arte-terapeuta e formatore per insegnanti, genitori e operatori del settore socio-sanitario.

«Finalmente la Barbie ha cambiato il suo stereotipo. Dico finalmente perché la Barbie è sempre stata una figura ideale e idealizzata troppo difficile da raggiungere. Nella realtà le bambine non sono tutte longilinee: ci sono quelle più rotonde, più basse e più alte. Nelle nuove bambole le bambine potranno trovare maggiore aderenza alla realtà e con loro si potranno identificare».

La Mattel negli anni ha sempre voluto riflettere il mondo che le bambine vedevano intorno a loro. Lo ha fatto con le Barbie in carriera, con quelle che praticavano sport e ultimamente con i modelli dai diversi colori di carnagione. La linea del 2016 va oltre, superando l’immagine stessa della Barbie per avvicinarsi a quella delle bambine che da sempre ci giocano. Tuttavia, secondo la dottoressa Benini, «il modello classico della bambola non ha mai rappresentato un esempio negativo per le ragazzine e nella concezione del loro corpo».

«È un aspetto che non ho mai percepito, perché le bambine prendono queste bambole come un elemento di gioco naturale sul quale riversare tutte le loro fantasie. Ciò che è fondamentale, però, è essere usciti dal modello unico. I bambini nel gioco proiettano il loro mondo: quindi avere la possibilità di scegliere ciò che più si avvicina al loro immaginario è una cosa positiva. I nuovi modelli possono consentire loro di esplorare meglio il mondo sia esterno sia interno, consentendo di riflettere e di gestire le situazioni emotive e di apprendere le regole della realtà».

Su queste nuove bambole sono piovute anche delle critiche: c’è chi sostiene che avvicinandosi così tanto alla realtà, le nuove bambole smettono di far sognare le bambine.

«I bambini hanno il diritto di sognare e possono farlo indipendentemente da cosa hanno tra le mani» sottolinea Benini. «Possono farlo anche con una pietra o una conchiglia, che con la loro fantasia può diventare qualsiasi cosa. Il gioco simbolico favorisce la catarsi: è possibile cioè scaricare su questi oggetti simbolo ansie e tensioni, paure e insicurezze, favorendo una distensione dell’Io e una maggiore padronanza dell’ambiente. I bambini così si preparano alla vita. Non è necessario avere una Barbie magra o curvy: l’importante è che ci sia sempre un elemento tangibile che porti i bambini ad accrescere la loro immaginazione. Poi che le bambole siano bionde, alte, basse e grassottelle non cambia nulla».

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