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Stress e ictus: qual è il legame?

Come già dimostrato per l'infarto, anche l'ictus cerebrale può essere favorito dallo stress. Il ruolo fondamentale dello psicologo per la prevenzione e per la cura

Il legame tra stress e ictus è particolarmente stretto. Il vecchio adagio “stai calmo, se no ti viene un colpo” ha al suo interno grande saggezza. Lo stress fa parte di quei fattori di rischio che sono modificabili. Abbassare i suoi livelli diventa quindi molto importante, perché contestualmente scendono anche le probabilità di essere colpiti da un ictus. Ricordiamo sempre che in quasi nove casi su dieci questo pericoloso evento neurologico si può prevenire.

Uno dei fattori di rischio è lo stress

«Ci sono molte evidenze scientifiche che si stanno accumulando nel corso degli anni che confermano che lo stress sia uno dei fattori di rischio per l’ictus». Domenico Inzitari è già Responsabile della Stroke Unit dell’Ospedale Careggi di Firenze ed ex Professore di Neurologia all’Università di Firenze.

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Lo stress agisce in modo diretto e indiretto sul rischio di ictus

Lo stress è un fattore di rischio diretto e indiretto.

  • «In modo indiretto perché le persone stressate sono tendenzialmente più portate verso uno stile di vita irregolare, con un minor controllo dell’alimentazione, l’uso di sostanze tossiche come l’alcol e la scarsa attività fisica».
  • «In modo diretto, attraverso l’attivazione di alcune strutture cerebrali, tra cui l’amigdala, che è considerata una sorta di “centralina della paura” del nostro cervello. Con alti livelli di stress diventa iperattiva e aziona le difese immunitarie scatenando processi infiammatori molto dannosi per l’apparato cardiovascolare. C’è tra l’altro una produzione eccessiva di catecolamine, che attaccano le arterie. Questo è un meccanismo diretto che può favorire l’insorgenza dell’ictus».

Stress e ictus: quando una persona può essere definita stressata?

«Ci sono delle scale per calcolare lo stress. L’aspetto più importante in questi casi è però che le persone siano informate sul fatto che questa condizione possa favorire l’ictus. Potranno così porvi rimedio, parlandone dapprima con il proprio medico di famiglia e poi anche con uno psicologo. Occorre misurare il proprio disagio psichico. Se ci sentiamo sempre stanchi, abbiamo poca energia e voglia di fare, la vita ci pesa o addirittura stiamo vivendo episodi della nostra esistenza particolarmente stressanti, dobbiamo segnalarlo a un professionista».

Cosa fare

«Innanzitutto ritagliarci del tempo per noi stessi. Dedicare ogni giorno almeno mezz’ora all’attività fisica, come una passeggiata a passo veloce o un giro in bicicletta, ma anche partecipare ad attività che ci divertono, che ci rilassano è fondamentale. Una sana alimentazione può giocare un ruolo fondamentale. Evitiamo invece lo sport troppo intenso, perché predispone al rischio di alcune anomalie cardiache».

Yoga e respirazione aiutano a prevenire l’ictus

«In questo senso praticare yoga, pilates, tai chi, corsi di respirazione o di meditazione può risultare estremamente efficace. Queste attività hanno una doppia utilità: quella di mantenere il peso corporeo nella norma e quello di distendere il sistema nervoso dal punto di vista psichico».

Lo psicologo fa già parte del team della Stroke Unit

Il legame tra stress e ictus è confermato anche dalla presenza già da anni dello psicologo all’interno dell’équipe di Stroke Unit. La Stroke Unit è l’unità ospedaliera specializzata nella cura dell’ictus. Queste unità sono in grado di ridurre la mortalità e l’invalidità causate dalla malattia, attraverso una terapia specifica, la trombolisi, eseguita entro poche ore dall’inizio dei sintomi. «Il problema è che le Stroke Unit non sono presenti in tutti gli ospedali italiani – spiega Inzitari – per le difficoltà organizzative ben note, unite alla necessità di risparmiare risorse».

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