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Cuore: interventi alle valvole a torace chiuso

Al via all'ospedale Monzino di Milano i primi interventi in endoscopia sulle valvole cardiache, nuova frontiera della mininvasività in cardiochirurgia. Grandi i vantaggi per il paziente: meno complicanze post-chirurgiche, degenza ospedaliera più breve, con una ripresa anticipata e un miglior risultato estetico

L’operazione a cuore aperto potrebbe non essere più necessaria per la valvola mitrale. Sono stati infatti eseguiti con successo i primi interventi chirurgici alla valvola mitrale senza aprire il torace del paziente. Il traguardo è stato reso possibile grazie all’applicazione dell’endoscopia cardiaca, che rappresenta la nuova frontiera della cardiochirurgia, attualmente praticata in pochi centri al mondo.

L’intervento è stato realizzato dal dottor Emad Al Jaber dell’U.O. di Cardiochirurgia sviluppo e innovazione, diretta dal professor Gianluca Polvani.

Gruppo San Donato

L’endoscopia è considerato un importante avanzamento nell’applicazione della mininvasività in cardiochirurgia: «La tecnica permette di intervenire sul cuore in modo efficace e meno traumatico per i pazienti – afferma Polvani – per questo la prospettiva di un suo utile inserimento nel futuro della cardiochirurgia è assolutamente realistica».

«Questa tecnica – aggiunge Al Jaber – ci permette di limitare l’incisione ad appena tre centimetri, attraverso cui introduciamo all’altezza del cuore una telecamera e gli strumenti endoscopici per operare con un’invasività davvero ridotta al minimo».

«I cardiochirurghi hanno bisogno di un’impegnativa fase di formazione per l’applicazione dell’endoscopia, che – spiega Gianluca Polvani – richiede ai medici un cambio di prospettiva nel modo di pensare e di agire. La visione chirurgica infatti non è diretta, come negli interventi tradizionali che si realizzano con l’apertura del torace, ma avviene attraverso uno schermo che riporta l’immagine del cuore in tutte le sue parti».

La tecnica endoscopica apre un potenziale molto promettente in chirurgia cardiaca: permette infatti di trattare le malattie valvolari, difetti congeniti, fino ad alcuni specifici disturbi del ritmo cardiaco.

Al Centro Cardiologico Monzino questa metodica è stata introdotta già due anni fa per il trattamento della fibrillazione atriale cronica a torace chiuso, in collaborazione con l’Unità di Aritmologia, diretta dal professor Claudio Tondo. «Noi siano convinti che sia solo l’inizio» – conclude Polvani- «vogliamo estendere maggiormente la chirurgia endoscopica e offrirla anche ai pazienti portatori di altre problematiche, a partire proprio dalle malattie valvolari. Il futuro della cardiochirurgia non può che svilupparsi anche in questa direzione».

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