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Cistite: nella maggior parte dei casi l’antibiotico non serve

Antimicrobici, probiotici e acido ialuronico risolvono l'infiammazione batterica che spesso arriva dall'intestino

Dipende molto dall’intestino e da quel noto microbiota, la popolazione di batteri che vivono nell’apparato digerente umano: quando è in ‘equilibrio’ si riesce a tenere alla larga anche la cistite, disturbo frequente nelle donne e che in alcuni casi si ripresenta 6 o più volte l’anno.

Igiene intima scorretta, età, frequenti rapporti sessuali specie se non protetti, uso di creme spermicide o contraccettivi intrauterini: sono molti i fattori che scatenano l’infiammazione della mucosa vescicale, ma è soprattutto dall’intestino che i batteri responsabili (nell’85 per cento delle infezioni urinarie è l’E. Coli, seguito da Proteus e Klebsiella) risalgono il canale anale e si dispongono sul perineo, raggiungendo poi vagina e uretra e innescando cistite e altre infezioni urinarie.

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La cura della cistite passa, quindi, attraverso la cura dell’intestino, aiutandosi con antimicrobici abbinati a probiotici e una corretta alimentazione. Se l’obiettivo è quello di proteggere l’ambiente intestinale, inoltre, è meglio non abusare dell’antibiotico, suggeriscono gli esperti, perché irrita la mucosa vaginale e intestinale e, in molti casi, è altera la composizione o l’attività della flora batterica intestinale, indebolendo il ruolo immunitario esercitato dal microbiota. «L’antibiotico è una potente arma ma va data solamente quando compare febbre alta, dai 38 gradi in su», spiega Monica Sommariva, Divisione di Urologia, Ospedale G. Fornaroli di Magenta (puoi chiederle un consulto qui). «Purtroppo la somministrazione esagerata e inopportuna della terapia antibiotica, anche quando non necessaria, ha influito invece sullo sviluppo di resistenze batteriche». Nell’armamentario terapeutico anche i Glicosaminoglicani endovescicali, sono l’acido ialuronico e il condroitin solfato, utili a riparare la barriera impermeabile che fodera la vescica (lo strato di glicosaminoglicani, GAG) e che viene danneggiata dall’infiammazione.

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