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Schiacciare brufoli e punti neri è sbagliato?

La tentazione di strizzare con le dita i comedoni è fortissima, ma siamo certi che sia una pratica opportuna? Interviene l'esperto di OK Francesco Bruno

Quante volte ci è capitato di non resistere alla tentazione di toccare, strizzare e schiacciare i fastidiosi punti neri presenti sulla zona T del viso (fronte, naso, mento) e gli antiestetici brufoli bianchi comparsi dalla sera alla mattina? Convinti che sia una pratica più che mai necessaria per non sentirsi a disagio in pubblico, puntualmente ci posizioniamo di fronte allo specchio del bagno ed esercitiamo una piccola pressione con le dita, pensando di eliminare definitivamente il problema.

Ma è sbagliato schiacciare i brufoli e i punti neri?

«Sì, si tratta di una pratica inopportuna e quanto mai dannosa» ammonisce Francesco Bruno (puoi chiedergli un consulto qui), dermatologo a Milano, membro del comitato scientifico dell’Italian acne board (Iab) e autore del libro “Acne addio” (edito da Albeggi). «La continua sollecitazione delle dita sul comedone, cioè il “tappo” di sebo che ostruisce il dotto pilifero, contribuisce ad irritare la pelle e ad allungare i tempi di guarigione, con il rischio che rimangano macchie, segni antiestetici e vistose cicatrici» continua l’esperto.

Gruppo San Donato

Inoltre, schiacciando le pustole o i punti neri, si possono rompere i piccolissimi capillari dell’epidermide e i follicoli stessi, causando ulteriore infiammazione. «Per non parlare, poi, della proliferazione di germi e batteri: le unghie e le dita, che sono costantemente in contatto con cellulari, tastiere, borse, penne e altri oggetti, potrebbero infettare le ferite, provocando un trauma ancor più evidente con la formazione di noduli e cisti» spiega Bruno.

Se non posso schiacciarli, come li elimino?

Le modalità di trattamento variano in base alla tipologia dei comedoni e alla frequenza con cui compaiono su viso e corpo.

  • Brufoli occasionali. «Sui comedoni che spuntano in maniera sporadica, magari in situazioni di forte stress o dopo aver consumato cibi e bevande particolarmente irritanti, bisognerebbe applicare pomate o gel a base di clindamicina, che ha un’azione antibiotica e antinfiammatoria: questi prodotti riducono le lesioni, accelerano il processo di guarigione e impediscono la proliferazione dei germi. Meglio evitare, invece, le creme con il cortisone, che sono troppo aggressive, e il sapone allo zolfo, che tende a seccare troppo la pelle» spiega Bruno.
  • Brufoli frequenti. «Se i comedoni compaiono ripetutamente, non solo sul viso, non è detto che si tratti di acne: è possibile che il proliferare di brufoletti e punti neri sia dovuto a un momento circoscritto e transitorio, durante il quale giocano un ruolo importante la predisposizione, lo stress, l’alimentazione, gli sbalzi ormonali. Se il disturbo persiste e si intensifica, però, è bene rivolgersi al dermatologo. In questi casi, oltre alle pomate a base di clindamicina, è fondamentale utilizzare detergenti delicati con camomilla e/o calendula» chiarisce il dermatologo.
  • Acne. In questo caso, l’unica soluzione percorribile è affidarsi alle mani di un dermatologo che, dopo un’attenta diagnosi, valuterà e prescriverà la terapia più indicata. «Efficace contro l’acne comedonica, cioè quella più diffusa e di lieve entità, è l’acido retinoico: sebbene sia un farmaco, si presenta sotto forma di pomata e si applica localmente. Il compito di questo prodotto è quello di esfoliare la pelle, permettendo la fuoriuscita dei punti neri. Nei casi in cui siano presenti anche le pustole, lo specialista può associare degli antibiotici per uso locale o per via orale, in grado di “sfiammare” ed eliminare il pus sottopelle» conclude il dermatologo.

Chiara Caretoni

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