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Il numero di spermatozoi si è dimezzato negli ultimi 50 anni?

Se il dato sarà confermato, si tratterebbe di una vera e propria minaccia per l'umanità. Secondo diversi esperti, però, sarebbe solo cambiato il modo di contare gli spermatozoi. Servono insomma nuovi studi

Negli ultimi 50 anni, il numero di spermatozoi è diminuito di oltre il 50% in tutto il mondo. La notizia è contenuta in una revisione che aggiorna così la letteratura scientifica. Ora gli esperti aspettano nuove conferme. Se però la stima dovesse essere confermata, così come la tendenza ci potrebbero essere seri problemi per la continuazione della specie umana. I ricercatori affermano che sarebbe anche un’indicazione del declino della salute negli uomini in generale, poiché la qualità dello sperma può essere un indicatore importante della salute generale. Esiste un forte legame tra la salute riproduttiva di un uomo e la sua salute generale.

Numero di spermatozoi è diminuito: troppo migliorata la capacità di conteggio

La revisione e le sue conclusioni hanno acceso un dibattito tra gli esperti di fertilità maschile. Alcuni sostengono che i risultati siano reali e urgenti. Altri si dicono non convinti dai dati perché i metodi di conteggio degli spermatozoi sono cambiati così tanto nel tempo che non è possibile confrontare i numeri storici e quelli moderni. Il modo in cui viene eseguita l’analisi del seme è cambiato nel corso dei decenni. I risultati di questa analisi sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Human Reproduction Update.

Gruppo San Donato

Analizzati oltre 3.000 studi sull’argomento

Un team internazionale di ricercatori ha messo sotto la lente di ingrandimento quasi 3.000 studi che contenevano il conteggio degli spermatozoi maschili. I ricercatori hanno escluso gli studi che includevano solo uomini  con problemi di infertilità, come quelli i cui partecipanti allo studio erano selezionati in base ad anomalie o malattie genitali.

Numero di spermatozoi è diminuito: il calo è accelerato negli ultimi anni 

Lo studio ha concluso che a livello globale, il numero medio di spermatozoi era diminuito del 52% entro il 2018. Quando i ricercatori dello studio hanno limitato la loro analisi a determinati anni, hanno scoperto che il declino del numero di spermatozoi sembrava accelerare, da una media dell’1,16% all’anno dopo il 1973 al 2,64% all’anno dopo il 2020. A livello di popolazione, il numero medio di spermatozoi è sceso da 104 milioni a 49 milioni per millilitro dal 1973 al 2019. Il numero normale di spermatozoi è considerato superiore a 40 milioni per millilitro.

Le cause del declino sono sconosciute

Gli autori dello studio affermano di non disporre di dati sufficienti per essere in grado di stabilire se alcuni Paesi avessero un numero medio di spermatozoi inferiore rispetto ad altri. Non si sa neanche se il numero di spermatozoi stesse diminuendo più rapidamente in determinate aree. Gli autori non hanno esaminato ciò che potrebbe causare il declino.

Ecco le ipotesi al vaglio degli esperti

I danni alla salute riproduttiva possono iniziare nell’utero. “Sappiamo che lo stress della madre, il fumo materno e soprattutto l’esposizione a sostanze chimiche artificiali presenti nella plastica, come gli ftalati, che interrompono lo sviluppo del sistema riproduttivo maschile”. Hagai Levine, epidemiologo alla Braun School of Public Health and Community Medicine, è primo autore della ricerca. Anche lo stile di vita può svolgere un ruolo importante. L’obesità, la mancanza di attività fisica e le diete ricche di alimenti ultraprocessati possono essere tutti colpevoli. In pratica gli stessi fattori che danneggiano la salute in generale di solito sono anche dannosi per la qualità dello sperma. Secondo alcuni studi il vero colpevole sarebbe lo smog.

 

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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