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Fecondazione: in futuro faremo figli senza donne?

Una nuova tecnica, provata solo sui topi, potrebbe aprire nuovi scenari futuri per coppie omosessuali e donne in chemioterapia

Chi l’ha detto che la scintilla della vita si accende solo quando un ovulo incontra uno spermatozoo? A far crollare questo pilastro della biologia è un sorprendente esperimento fatto dai ricercatori dell’Università di Bath, in Gran Bretagna, che per la prima volta sono riusciti a ottenere una cucciolata di topi grazie ad un’innovativa tecnica di fecondazione che non impiega (almeno direttamente) gli ovuli.

Illustrata sulla rivista Nature Communications, potrebbe essere usata per produrre cellule staminali embrionali e per salvare le specie animali a rischio estinzione, ma gli stessi ricercatori non escludono che in futuro possa aprire la strada a nuove terapie per l’infertilità. Lavorando un po’ di fantasia (visto che per ora i risultati sono davvero molto preliminari), si potrebbe pensare di impiegare una tecnica simile per aiutare le donne più mature, quelle sottoposte a chemioterapia e le coppie omosessuali.

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Il condizionale è d’obbligo perché, come dicevamo, l’esperimento è stato fatto solo sui topi e, in fondo in fondo, gli ovuli sono stati impiegati lo stesso, anche se in maniera insolita. I ricercatori li hanno manipolati in laboratorio inducendoli a svilupparsi come se fossero stati fecondati, ottenendo così dei simil-embrioni chiamati partenoti che normalmente muoiono nel giro di pochi giorni. In questo caso, però, i biologi sono intervenuti prima che ciò accadesse fecondandoli con il nucleo di uno spermatozoo: il Dna maschile ha così permesso di “sbloccare” lo sviluppo dei partenoti rimasti in stand-by, portando alla formazione di embrioni vitali che hanno poi dato origine a 30 cuccioli sani di topo.

Alla luce di questi risultati, è davvero ancora molto presto per parlare di embrioni con due papà: ciò che è davvero interessante di questo esperimento è che per la prima volta dimostra che ci sono più modi per arrivare ad avere un embrione sano. Ulteriori ricerche in questo ambito potranno forse offrire nuovi spunti per chiarire la misteriosa origine della vita, aiutando a trovare nuove soluzioni per combattere l’infertilità.

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