Sessualità

Così riconosci l’invidioso

Tre segnali fisici inequivocabili per beccare chi è pieno di livore nei tuoi confronti. Lo psichiatra: meglio stare alla larga da tipi del genere

Mentre ricevete un plauso dal capo, il collega della scrivania di fianco se ne sta rintanato dietro il computer a mangiarsi le mani: si rode dall’invidia e aspetta solo che voi giriate le spalle per mettervi in cattiva luce con il superiore. «Attenzione: per il quieto vivere, in ufficio come in famiglia o con gli amici, persone di questo tipo vanno scansate», dice Luigi De Maio, psichiatra alla scuola di sessuologia clinica di Roma. «Inutile spiegare loro che non c’è motivo di provare rancore, inutile litigare: il livore è un’emozione che non si confessa a se stessi e che provoca danni agli altri».
Come si fa a riconoscere un invidioso? Basta guardarlo in faccia. «Ci sono dei segnali fisici evidenti che possono aiutarvi a capire se la persona che vi sta di fronte, sebbene si sforzi di parlarvi e di comportarsi in modo naturale, prova nei vostri confronti un livore cieco», continua De Maio.
Ecco i segni a cui far caso, secondo lo psichiatra.

1. Lo sguardo non è aperto
L’invidioso vi osserverà di sottecchi, senza avere il coraggio di fissare i vostri occhi nei suoi. Lo dice l’etimologia del termine invidia, che deriva dal latino invidere, cioè guardare di traverso, in modo maligno.

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2. Non stringe la mano volentieri
Non abbraccia chi gli sta vicino. Se deve salutare con un bacio lo fa solo mettendo guancia contro guancia. Si chiama atteggiamento evitante ed emerge proprio nei momenti di picchi emotivi, per esempio quando l’invidioso si trova a contatto con chi lo fa rodere. Il fatto di essere toccato lo inibisce perché sente di non poter controllare la reazione del proprio corpo.

3. Il dialogo non è spontaneo
L’invidioso non risparmia critiche nei confronti del successo altrui, non ammette commenti ai propri atteggiamenti e non si espone mai in prima persona. Il trucco è non cadere nella sua rete: evitate di intavolare discussioni di lavoro, non abboccate ai suoi commenti caustici e non fatevi nemmeno abbindolare da falsi elogi alle vostre capacità detti solo per circostanza.
Alessia Rodi – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 31 agosto 2010

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