Sessualità

Circondati di belle persone

La vera bellezza è una luce interiore che nasce da un accordo tra psiche e corpo: chi la possiede irradia un'energia positiva in grado di rendere migliori gli altri

Che bella persona, viene spontaneo esclamare di fronte a qualcuno che ci offre un volto, un sorriso, uno sguardo che fanno svanire la diffidenza con cui normalmente ci difendiamo dagli estranei.

Bella persona è più di brava persona, o di persona perbene. In quei casi il nostro consenso si riferisce al fare, all'agire, mentre di una persona definita con quell'aggettivo quasi infantile, bella, apprezziamo innanzitutto l'essere.

Gruppo San Donato

«Riconosciamo una bella persona perché la sua essenza affiora alla superficie del volto, traspare nell'apparenza», spiega Silvia Vegetti Finzi, docente di psicologia clinica all'Università di Pavia. «Anche senza conoscerla, cogliamo la profondità che riluce dai suoi occhi. Ciò che ci avvince non ha nulla a che fare con il gusto imperante perché la bellezza non risiede tanto nei lineamenti, che possono essere normali, persino grezzi, quanto nella forma che li organizza in un tutto significativo». Anche la ricchezza e la cultura non sono necessarie a rendere bella una bella persona.

«L'energia positiva che irradia sorge da un accordo tra la psiche e il corpo, tra il dentro e il fuori, tra sé e gli altri», dice la psicologa. «Quando incontriamo una bella persona proviamo un certo stupore perché ritroviamo in lei quanto noi stessi andiamo cercando: la serenità, la pace, l'accettazione del passato, la fiducia nel futuro».

Le persone vengono considerate belle quando vivono in sintonia con se stesse e avvertono che stanno realizzando le loro potenzialità, grandi o piccole che siano. «L'armonia che nasce dal cuore si irradia poi all'ambiente circostante investendo gli oggetti quotidiani di una luce che li rende unici», spiega la psicologa. «La persona bella è consapevole dei suoi meriti ma non le basta, tanto che sottopone al giudizio altrui la conferma della propria autostima.

Quando questo accade, vediamo instaurarsi una comunicazione fluida, aperta, carica di promesse: se la persona bella è vera ci fa sentire veri, se è felice ci invita a recuperare i nostri elementi di felicità. Realizzando l'essenziale, andando al cuore delle cose, fa cadere le maschere della vanità, gli orpelli dell'illusione». Come dire: poiché lei è quello che è, anche noi possiamo essere quello che siamo. Ci fa sentire veri. Ecco, una bella persona è quella che dice: «Ho vissuto e il risultato della mia vita sono io». Oppure: «Io sono ciò che desidero». In un modo o nell'altro il baricentro della sua vita risiede in lei e questa solidità la pone, per quanto possibile, al riparo dagli arbitri del destino.

Una bella persona non rapina la tua fiducia. La bellezza esteriore a volte può ingannare, si sa. Non sempre si può accostare al bene. «L'avvenenza inganna solo se incontra nell'altro il desiderio di essere ingannato», precisa Vegetti Finzi. «Accade talora che qualcuno consideri una bella persona un cinico seduttore. Ma la sua amabile disponibilità è solo un miraggio, perché in realtà il falsario tende a sottrarre all' altro quel che ha di più prezioso: l'affetto, la fiducia e la speranza».

Come individuare un seduttore che ci inganna con la sua avvenenza fisica e il suo fascino? Come distinguere la realtà dalla menzogna? Una prima cosa deve farci riflettere: quando una persona è davvero bella è più disposta a dare che a chiedere. Non pretende niente perché basta a se stessa. «Il suo valore è contenuto in sé e il senso della vita risiede nella sua storia, nella spola che connette il passato al futuro e il futuro al passato», prosegue la psicologa Vegetti Finzi. «La bella persona non è chiusa in se stessa, perché ha compreso che l'identità è un effetto della relazione, ma neppure è sbilanciata verso l'esterno, nell'affannosa ricerca del consenso e del successo. Il suo equilibrio, per quanto precario come tutto ciò che è umano, congiunge in una sintesi armoniosa esteriorità e interiorità, secondo l'ideale greco del kalokagathos, del bello e buono (kalòs kai agathos)».

Ognuno di noi dovrebbe decifrare la personalità altrui con un occhio avvertito, suggerisce la psicologa, «un occhio che prenda in esame non soltanto chi ci sta davanti ma anche la relazione che noi intratteniamo con lui, la nostra reazione al messaggio che ogni volto ci invia». Nella convinzione che, spesso, la bellezza è negli occhi di chi guarda.

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