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Arriva il bebè e la coppia scoppia: tutti i consigli per evitarlo

A volte la relazione tra donna e uomo subisce un duro colpo dopo la nascita del primo figlio. I consigli per neogenitori che vogliono continuare a essere amanti

SITUAZIONI TIPICHE

Sono le otto di sera, il tono della giornalista che annuncia puntualmente i titoli del telegiornale è pacato, ma dall’altra parte dello schermo la casa sembra un campo di battaglia, con il letto ancora da rifare, i piatti sporchi nel lavello, le camicie da stirare accatastate in un angolo. Lei, accasciandosi sul divano, implora: «Ti dispiace fare il bagnetto a tuo figlio e prepararlo per la notte? Sono esausta». Lui, con la ventiquattrore ancora in mano: «Stai scherzando, vero? Sono appena tornato dopo una giornata
massacrante in ufficio».

Altra scena, nel cuore della notte, quando il pargolo comincia a piagnucolare. Lei, tirandosi le coperte fin sopra la testa: «Stavolta tocca a te alzarti». Replica di lui, con la voce di chi
pare mezzo morto: «Ma se mi sono già alzato due volte!». E così via, fino a quando uno dei due è costretto, suo malgrado, a cedere.

Gruppo San Donato

I bimbi sono una bomba

Se solo pochi mesi prima mammina e paparino erano tornati a casa dall’ospedale al settimo cielo, con un adorabile fagottino nella culla, ora sono già ai ferri corti. Sì, perché un bebè a volte è come una piccola bomba a orologeria, in grado di far scoppiare anche la coppia più solida e collaudata. È ciò che sostiene l’eBook che si intitola, appunto, I bimbi sono una bomba (edizioni Freemedia), in cui l’autrice, la milanese Eleonora Mazzola, classe 1976, racconta la propria esperienza dopo la nascita della figlia Sophie. «La adoro e la metterei al mondo un altro migliaio di volte», chiarisce, «ma mentirei se non parlassi della distanza emotiva e psichica tra donna e uomo».

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UN CAMBIAMENTO IMPROVVISO

«La nascita di un figlio è un vero sconvolgimento, un avvenimento spesso deflagrante,
che apporta numerosi cambiamenti, sia dentro se stessi, per quanto riguarda emozioni, pensieri, priorità, sia all’esterno, in termini organizzativi e relazionali», spiega la psicologa e psicoterapeuta Francesca Cenci nel libro Due cuori e una famiglia. Come far sopravvivere la coppia quando nasce un figlio (Tecniche Nuove). «Tutto cambia all’improvviso, si trasforma. E ciò accade anche alla coppia».

Infatti, come sottolineava agli inizi degli anni ’80 lo psicologo americano Jay Belsky, delle tre grandi componenti della relazione a due, ovvero quella romantica ed erotica, quella di complicità amicale e quella di solidarietà, con la nascita del piccolo quasi si azzerano le prime due e sopravvive, quando va bene, solo la terza. Troppo poco per sentirsi soddisfatti e appagati.

SEPARAZIONI IN AUMENTO DOPO LA CICOGNA

Alcune ricerche mostrano chiaramente che il benessere della coppia declina con l’arrivo della cicogna, mentre resta stabile nelle coppie di pari età, anagrafica e coniugale, che non hanno avuto bambini. In termini quantitativi, secondo recenti stime, la quota di coloro che giudicano «buona» la propria relazione prima della nascita di un figlio si attesta in media intorno all’85% e precipita al 45% dopo.

Stanti così le cose, è facile che si inizi a fare vite separate, ognuno per sé, chiusi nel proprio bozzolo. E purtroppo i risultati, corroborati dalle statistiche, sono sotto gli occhi di tutti. Un aumento esponenziale delle separazioni e dei divorzi dopo il primo figlio, a suon di liti, accuse, recriminazioni.

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Ma quali sono le unioni più a rischio di vacillare?

«Le difficoltà sono in agguato soprattutto per le coppie che già erano precarie o avevano qualche difficoltà prima della nascita del bambino», evidenzia Stefano Clerici, dell’ambulatorio di psicosessuologia clinica dell’ospedale San Raffaele Turro di Milano e
professore a contratto di psicosessuologia clinica all’Università Vita-Salute San Raffaele, «ma anche per quelle caratterizzate da elevati livelli di ansietà e di preoccupazione nei confronti del nuovo arrivato. Un aspetto, quest’ultimo, che spesso riguarda soprattutto i genitori che hanno affrontato la maternità e la paternità in età più matura o che magari sono stati costretti a ricorrere alla fecondazione assistita. Inoltre, anche aspettative irrealistiche e scarsa capacità di adattamento possono risultare nocive, così come la sottostima del livello di cure che un neonato richiede».

DIFENDERE L’ARMONIA

Eppure, nonostante non sia sempre facile e richieda molto impegno, è fondamentale che, come ribadisce l’esperto, «i bimbi avvertano fin da subito una totale sintonia tra i genitori, li percepiscano come un’unità, in modo da interiorizzare serenità e sicurezza». Insomma, mamma e papà dovrebbero essere come due vogatori che remano sulla stessa canoa, due soldati che marciano tenendo il passo. Ecco allora una guida alle mosse
giuste per tradurre in pratica questi principi e mantenere, o recuperare, l’armonia di coppia. Con una sola avvertenza: qualora il rapporto fosse molto compromesso, è bene rivolgersi a uno psicoterapeuta, che saprà fornire un aiuto mirato e specialistico.

PARLATE, PARLATE E ANCORA PARLATE

Dopo ore e ore confinata con il pupo tra le mura domestiche, lei avrebbe voglia di scambiare due chiacchiere, ma lui risponde con un grugnito, senza staccare gli occhi dal tablet. Oppure lui vorrebbe raccontare un episodio accaduto durante la giornata ma, dopo essere stato interrotto un’infinità di volte per via di pianti e pannolini da cambiare, finisce con il lasciar perdere. Errore in entrambi i casi.

«Per prima cosa parlate, parlate tanto. Di tutto e di continuo», raccomanda Cenci. «La
comunicazione è una conditio sine qua non. Altrimenti finirete per procedere su due rette parallele, che stanno sempre accanto ma non s’incontrano mai».

● Fate così

Non limitatevi a rivolgervi la parola per «comunicazioni di servizio», come ad esempio «la cena è pronta» o «c’è da pagare la bolletta».

Evitate di incentrare tutte le vostre conversazioni sul bambino, peggio se con domande assillanti del tipo «hai sterilizzato il biberon?» o «dove hai messo il ciuccio?».

Sforzatevi di mantenere un dialogo aperto esincero, comunicando con chiarezza al partner ciò che non funziona, che non vi piace, che si potrebbe migliorare. Non sottovalutate il potere delle parole che, soprattutto in situazioni difficili, possono essere
utili per esprimere vicinanza, incoraggiamento, comprensione.

Litigare

NON DISCUTETE PER LE SCIOCCHEZZE

Vi capita di lanciarvi in urla e improperi contro il partner per come ha spremuto il tubetto di dentifricio o perché ha fatto cadere una goccia d’acqua sul pavimento? In realtà, più che del malcapitato, la colpa della vostra iperbolica reazione è tutta della stanchezza e della mancanza di sonno accumulate, che vi hanno resi nervosi, suscettibili e irritabili, tanto da trasformare l’ambiente domestico in una sorta di ring in cui si combatte per la sopravvivenza. «A causa dell’esasperazione si sbotta per un nonnulla, il che non fa altro che peggiorare la situazione, in un cortocircuito di malumori e musi lunghi, che certo non giovano alla relazione», sottolinea Clerici.

● Fate così

➜ Se vi accorgete che state per perdere le staffe per un’inezia, contate fino a dieci prima di aggredire il partner o di rispondergli impulsivamente.

Sforzatevi di non perdere la visione d’insieme: ridimensionate l’importanza delle cose di poco conto e concentratevi su ciò che è veramente importante. Autocensuratevi se vi capita che, a partire da un piccolo episodio quotidiano, emergano ricordi negativi e antichi rancori.

TRASCORRETE TEMPO INSIEME

A volte ritagliarsi anche solo un paio d’ore sembra un’impresa titanica, una missione
impossibile. Eppure è indispensabile per non allontanarsi, per prevenire i problemi e le rotture, che poi possono essere difficili da ricomporre e risanare. Perciò agite subito, senza aspettare che sia troppo tardi.

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● Fate così

➜ Innanzitutto, smettetela di trovare scuse per non separarvi dal piccolo. E ricordate che,
senza la vostra costante presenza, vostro figlio diventerà più socievole e autonomo.

➜ Per riuscire a ritagliarvi del tempo prezioso, fate una lista dei compiti necessari e di quelli che invece non lo sono. Scoprirete, ad esempio, che non è indispensabile cucinare sempre: qualche volta si può comperare del cibo già pronto in gastronomia o ordinare una pizza a domicilio.

Sfruttate i momenti in cui il pupo dorme, è a casa dei nonni, sta facendo la passeggiata in carrozzina con la tata per stare insieme. Date la priorità a voi due, non alle faccende da sbrigare.

NON DATE TUTTO PER SCONTATO

Quando si sta insieme da molti anni e c’è pure di mezzo un bebè che sottrae tempo ed energie, è facile diventare apatici, andare avanti per inerzia. Niente di più sbagliato, perché in questo modo la vita di coppia finirà per essere piatta come la Pianura Padana, mettendo a repentaglio anche la tenuta della relazione.

● Fate così

Sorprendetevi a vicenda con piccoli gesti: basta un complimento, un regalino inaspettato, un fiore.

Apprezzate le cose che l’altro fa per voi e ringraziatelo.

➜ Concedetevi con regolarità, una volta alla settimana, un’attività piacevole e diversa, come una cena fuori, una serata al cinema, un pomeriggio in un centro benessere.

NON RIMPIANGETE IL PASSATO

Per quanto possa essere fonte di gioia, l’arrivo di un bimbo comporta per i genitori anche un senso di perdita: del lavoro, del tempo libero, delle abitudini precedenti. Per questo, può capitare di ritrovarsi a fantasticare sul tranquillo ménage di prima e a rimpiangere il passato.

Un atteggiamento che, se diventa frequente, rischia di minare anche la soddisfazione della coppia, come evidenzia il volume Sopravvivere come coppia all’arrivo di un neonato (Effatà editrice), che analizza questo aspetto. Le donne potrebbero, ad esempio, guardare con rimpianto a quanto fossero sicure di sé prima, mentre adesso si sentono inadeguate al nuovo ruolo, fragili, dubbiose, schiacciate dalle responsabilità. O al fatto che in precedenza avessero un lavoro gratificante e interessante, e ora si ritrovano, seppure momentaneamente, confinate in un’angusta routine, in cui il mondo sembra d’un tratto diventato più piccolo, più ristretto, fatto solo di poppate e pannolini. Il che, in alcuni casi,
potrebbe addirittura indurle a sviluppare una sorta di risentimento nei confronti del compagno o del marito, che continua invece, nonostante tutto, ad avere una vita lavorativa e sociale. Approfondisci: Tornare al lavoro dopo la maternità

E il neopapà? Pure lui è vittima di un bello scossone. La sua autoreferenziale routine a cui tanto era affezionato pare essersi dissolta come una bolla di sapone, spazzata via da pianti, pipì, popò. E, come se non bastasse, se prima era lui al centro dell’attenzione della partner, ora si ritrova scalzato dal nuovo arrivato, che, soprattutto se maschio, potrebbe suscitare in lui una segreta e inconfessabile gelosia.

● Fate così

Non archiviate chi eravate voi due prima, per buttarvi a capofitto solo nella nuova dimensione.

➜ Anziché fossilizzarvi su ciò che al momento vi manca, accogliete il presente, cercando di non perdervi i momenti unici e straordinari che, nonostante tutto, potete vivere con vostro figlio in questo periodo della vita.

➜ Cercate di portare avanti almeno un’attività che era importante e piacevole per voi prima della nascita di vostro figlio. Ad esempio, fare una passeggiata o invitare gli amici a cena. Questo vi rammenterà che non è tutto cambiato.

DIVERTITEVI

Probabilmente starete pensando: ma cosa c’è di divertente in un marmocchio che strilla di continuo o che ha appena rigurgitato sull’abito nuovo? Non molto, in effetti. Eppure, saper
vedere il lato ironico delle cose potrebbe portare energia e linfa vitale a un rapporto un po’ fiaccato dalle mille quotidiane incombenze che il bebè comporta.

● Fate così

Non prendetevi troppo sul serio. Se avete commesso uno sbaglio, come ad esempio mettere il pannolino a rovescio, fatevi una sana risata.

Apprezzate e godetevi i momenti spensierati con il vostro pargoletto, che senza dubbio sarà spesso buffo e divertente.

bimbo tre genitori

TENETE D’OCCHIO LE SPESE

Tappezzeria per la cameretta, carrozzina, seggiolino per l’auto, passeggino. E ancora: pannolini, abitini, bavaglini, biberon, giocattoli, e chi più ne ha più ne metta.
La lista di cose da comprare per il pargolo sembra allungarsi sempre di più, creando in alcuni contesti familiari qualche problema sul fronte economico.

«Aggiungere un membro alla famiglia comporta anche un impegno sul piano finanziario», fa notare Cenci. «Inoltre, non solo i neogenitori si trovano a dover acquistare una serie di oggetti, ma spesso devono farlo con risorse inferiori a causa del congedo di maternità o di paternità. E questa vulnerabilità economica potrebbe suscitare un senso di precarietà che si riflette negativamente sulla coppia».

● Fate così

Valutate ciò che è davvero utile e importante, distinguendolo da ciò che «sarebbe bello» e che si può eventualmente comprare in futuro.

➜ Fate una piccola pianificazione delle spese in base al vostro budget e rispettatela.

Comunicate ciò che potrebbe servirvi ai nonni e ai familiari che desiderano fare dei regali.

Non vergognatevi di accettare da parenti o amici abiti o oggetti usati per il bebè.

EVITATE LE INGERENZE

Suocere, cognate, zie devono sempre dire la loro, con consigli di ogni genere sulla cura e sulla gestione del neonato. Che, a volte, possono essere contraddittori tra loro generando non poca confusione («mi raccomando, dagli da mangiare ogni volta che ha fame» contro «no, è meglio attenersi agli orari dei pasti prefissati») e che, soprattutto se in antitesi con ciò che pensano e fanno i genitori, possono risultare invadenti e fuori luogo.

Non è raro che, proprio a causa di queste ingerenze, i neogenitori finiscano per litigare con siparietti del tipo: «dobbiamo dare retta a mia madre» – «assolutamente no, ha ragione mia sorella!».

● Fate così

Accettate che ci possano essere modi diversi di allevare un neonato e che possano essere tutti validi oppure complementari.

Ringraziate tutti, ma ascoltate pochi (l’ostetrica, il pediatra, il medico di fiducia).

Confrontatevi tra voi come coppia e trovate un punto d’incontro sui suggerimenti da accettare, in modo da fare la cosa più adatta a seconda dei casi.

Non cadete nella trappola di paragonarvi di continuo agli altri e alle loro esperienze presenti o passate. Ognuno è diverso, ciascuno fa il genitore a modo proprio e anche ogni bambino è differente da un altro.

Non date troppa importanza a ciò che gli altri potrebbero pensare di voi in quanto genitori.

Non permettete nemmeno ai parenti più stretti d’intervenire nell’educazione dei vostri figli. Ricordatevi che i genitori siete voi e nessuno può permettersi di prevaricare le vostre idee in un compito così delicato e importante.

sesso

MANTENETE LA VITA SESSUALE

Con un bebè di pochi mesi, probabilmente il sesso vi sembrerà sfuggevole come il Santo Graal e impegnativo quanto un’acquisizione aziendale. Non per niente, secondo alcune indagini, la sessualità viene giudicata soddisfacente da circa il 70% delle coppie prima di appendere il fiocco rosa o azzurro e solo dal 25% dopo.

«L’errore che spesso si commette è quello di considerare il partner solo come genitore
e non più come amante», mette in guardia Clerici. «Già durante la gravidanza i rapporti sessuali vanno via via modificandosi in parallelo con i cambiamenti del corpo della donna, ma con l’arrivo del bebè la situazione cambia di nuovo. Lei tende a sentirsi grassa, poco attraente, lui trascurato e messo da parte».

Una fase delicata, quindi, in cui entrambi hanno bisogno di conferme e rassicurazioni. «E se un cambiamento delle abitudini sotto le lenzuola è fisiologico e va accettato nei primi mesi», continua l’esperto, «occorre però vigilare affinché la situazione non si protragga troppo nel tempo e non si incancrenisca, soprattutto nei casi in cui al primogenito seguono in rapida successione il secondo e magari anche il terzo figlio».

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● Fate così

Evitate che l’intimità diventi sistematicamente il fanalino di coda, qualcosa che può essere rimandato. La passione, se non si alimenta, rischia di spegnersi.

Non pretendete che la scintilla scatti a comando: per favorire una buona intimità non lesinate carezze, coccole e abbracci.

Non accusate l’altro per le poche attenzioni che vi riserva: così facendo susciterete una reazione difensiva. Cercate, invece, il contatto, la vicinanza, in modo da mettere il partner nella condizione migliore per fare la propria parte. Il resto verrà da sé.

➜ Fate in modo che il bebè dorma nella sua culla, senza frapporsi nel lettone tra mamma e papà o, peggio, relegando quest’ultimo in un letto a una piazza in un’altra stanza.

➜ Cercate di non fare l’amore in modo frettoloso e meccanico, tenendo magari l’orecchio teso per avvertire ogni minimo lamento del piccolo.

Non sentitevi in colpa nei confronti del bimbo per il fatto di mantenere una sessualità attiva. Quest’ultima costituisce un volano positivo per la coppia, che si riverbera poi sul figlio, che molto probabilmente potrà godere di un’atmosfera più serena e rilassata.

➜ Affrontate, rivolgendovi al ginecologo, gli eventuali piccoli disturbi fisici derivanti dal parto che spesso rendono difficile per lei la ripresa dell’attività sessuale. A seconda dei casi, lo specialista potrà:

  • suggerire le norme igieniche più appropriate per ridurre il bruciore, il dolore e i fastidi genitali;
  • prescrivere estrogeni locali a basse dosi per ripristinare la lubrificazione e risolvere il problema della secchezza vaginale;
  • insegnare appositi esercizi di stretching per rilassare i muscoli perivaginali contratti;
  • consigliare un ciclo di fisioterapia per ridare tono alla muscolatura troppo distesa o lesa da un parto difficile, migliorando così la sensibilità locale.

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