Salute

Terapie anti Covid-19: cosa sappiamo sui due farmaci anti malaria?

Dopo la diffusione della notizia che due farmaci potrebbero funzionare contro il coronavirus, è iniziata la corsa a comprarli. Cosa c'è di vero?

Giovedì 19 marzo il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha parlato durante una conferenza stampa alla Casa Bianca di un medicinale: “Sono a conoscenza di risultati molto, molto incoraggianti sull’azione di un farmaco” a base di idrossiclorochina su pazienti affetti da Covid-19, la malattia provocata dal coronavirus. In realtà la sperimentazione è su due farmaci anti malaria e non su uno.

C’è stata l’immediata reazione del mondo scientifico americano. Il primo a intervenire è stato Anthony Fauci, il più importante virologo degli Stati Uniti. Senza mai nominare il presidente, l’esperto ha spiegato come non ci sia un vero studio clinico che dimostri che il farmaco sia efficace contro il coronavirus. Ha parlato anche la Food and Drug Administration per confermare che mancano evidenze scientifiche significative sull’efficacia. Spiegando però anche che la FDA, che è l’agenzia che regola il mercato dei farmaci negli Usa, ha già chiesto ai suoi ricercatori di fare uno studio clinico su questo farmaco.

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Farmaci anti malarici: quali sono le evidenze scientifiche finora?

Sono diversi comunque le ricerche che hanno dimostrato i possibili benefici terapeutici dell’idrossiclorochina e della clorochina.

I test in Francia 

I primi risultati di un test fatto in Francia hanno dimostrato che la metà dei pazienti risultati positivi al tampone, diventavano negativi dopo appena 3 giorni di trattamento. A condurre il test, il professor Didier Raoult, medico esperto in malattie infettive, coinvolto nella ricerca sulle possibili terapie contro il coronavirus dal governo francese. Ventiquattro i pazienti che hanno assunto il farmaco nel test francese. I pazienti hanno preso 600 mcg al giorno per dieci giorni. Dopo sei giorni di trattamento solo il 25% dei pazienti era ancora contagioso.

Gli esperimenti di laboratorio in Cina 

A febbraio un gruppo di ricercatori guidati dal virologo Manli Wang dell’Accademia cinese delle Scienze ha dimostrato che in laboratorio la clorochina riesce a fermare la diffusione del virus in cellule umane.
Siccome la clorochina può dare alcuni problemi di intossicazione, Wang ha deciso di replicare l’esperimento con la idrossiclorochina, che è meno tossica. La sperimentazione è arrivata alla stessa conclusione. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Cell Discovery.

Lo studio negli ospedali cinesi 

Lo scorso 16 marzo le autorità sanitarie cinesi hanno annunciato uno studio condotto in dieci ospedali a Pechino, Guangdong e nelle province di Hunan su 100 pazienti. I risultati hanno dimostrato che coloro che venivano curati con la clorochina avevano un rischio di avere febbre alta minore e i loro polmoni apparivano più chiari durante gli esami diagnostici.

Lo studio negli Stati Uniti  

L’Università del Minnesota ha fatto partire uno studio per capire se assumere l’idrossiclorochina possa proteggere le persone che vivono con pazienti di Covid-19 dall’infezione. Al momento però i ricercatori non hanno svelato ancora i risultati.

Farmaci anti malaria usati in modo compassionevole e off label negli ospedali

Al momento sono diversi gli ospedali di tutto il mondo che hanno cominciato a usare i due farmaci in modo compassionevole. Un farmaco si dice compassionevole quando:

  • è in fase di sperimentazione non ancora approvato dalle autorità sanitarie,
  • è usato al di fuori degli studi clinici per pazienti che, si ritiene, potrebbero trarne beneficio.

I farmaci sono usati off label, cioè pur essendo approvati già dalle agenzie del farmaco, i medici li usano per malattie per i quali non ci sono stati ancora studi ufficiali.

Va sottolineato che il farmaco per uso compassionevole non è riservato ai malati in fase terminale, come il suo nome potrebbe far pensare. C’è però un regolamento molto complesso a tutela del malato che assume, al di fuori di una sperimentazione, un farmaco che non è giunto alla fine del percorso di studio.

Cos’è l’idrossiclorochina?

L’idrossiclorochina è stata approvato negli anni Cinquanta come farmaco antimalarico. Da allora i medici prescrivono questo medicinale per diverse malattie, come:

  • il Lupus,
  • l’artrite reumatoide,
  • la sindrome di Sjorgen, una malattia infiammatoria cronica autoimmune, che colpisce le ghiandole esocrine, in particolare quelle lacrimali e salivari, provocando secchezza;
  • le complicanze della malattia di Lyme.

Come funzionano i farmaci anti malaria?

Questi farmaci lavorano a livello molecolare per distruggere alcuni processi cellulari importanti, bloccando la risposta immunitario del corpo umano. Una volta attaccato da agenti patogeni, come un virus o un batterio, l’organismo reagisce con l’infiammazione e con altri sintomi come il dolore e la febbre. Nei casi gravi di Covid-19 è proprio la risposta immunitaria contro il virus a creare i problemi maggiori a livello polmonare.

La clorochina, come anche l’idrossiclorochina, interferisce con la capacità del virus di replicarsi. Il farmaco entra nell’endosoma, che a grandi spanne può essere definita la porta d’ingresso della membrana cellulare. L’endosoma tende ad avere un pH acido, ma il farmaco lo rende più basico. Molti virus, compreso il SARS-CoV, acidifica l’endosoma per entrare nella membrana della cellula, rilasciare il loro materiale genetico e iniziare a replicarsi. Insomma, la clorochina impedisce questo passaggio.

I farmaci anti malaria già sul mercato da decenni, ci sono anche i generici

La parte positiva della questione è che questi farmaci sono sul mercato da decenni e conosciamo tutti i loro effetti collaterali. Se usati per brevi periodi tendenzialmente danno mal di testo, mancanza di appetito, nausea, vomito, reazioni allergiche. La clorochina è più tossica rispetto all’idrossiclorochina. In più proprio per il fatto che sono sul mercato da decenni, ormai ci sono molti generici.

Il problema di approvvigionamento per i pazienti con le malattie per cui è prescritto finora

Una volta diffusa la notizia è cominciata la corsa per avere in casa il farmaco che contiene l’idrossiclorochina sia negli Stati Uniti, sia da noi in Italia. I primi dati parlano di una crescita di richieste di oltre il 300% a settimana. Le farmacie ormai non li dispongono più. Il problema tocca da vicino le persone che usano già questo farmaco perché colpiti da Lupus o artrite reumatoide.

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