Salute

Sinestesia, la contaminazione dei sensi

Il fenomeno ultrasensoriale: la vista di una lettera suscita un odore, l’ascolto di una musica genera immagini. Tra i sinesteti più famosi Kandinskij e Baudelaire

Focus a cura di Lotfi Merabet, esperto d’oftalmologia e neurologia della Harvard Medical School di Boston (Usa).

Ci troviamo di fronte alla sinestesia quando una stimolazione sensoriale viene percepita dall’organo di senso interessato alla percezione e suscita contemporaneamente alcune rappresentazioni associate ad altri organi di senso. I soggetti sinestetici vivono esperienze sensoriali complesse e multidimensionali, contaminate. Possono, per esempio, seguire un brano musicale e abbandonarsi al flusso di immagini che l’ascolto della musica è in grado di generare. Se stimolati dalla vista di numeri, lettere o dal sapore dei cibi, i sinesteti possono sentire odori o suoni inesistenti. Conosciuta fin dal 1880, la sinestesia era dapprima considerata una patologia, oggi invece si definisce un fenomeno ultrasensoriale privo di barriere, capace di provocare straordinarie interferenze tra i cinque sensi.

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Sinestesia, tipica degli artisti
La sinestesia non è rarissima: riguarda dal 2 al 4% della popolazione. In particolar modo, il cervello degli artisti è più interconnesso degli altri ed è capace di mettere in correlazione idee e concetti molto distanti tra loro. Tra i sinesteti più famosi, la storia ricorda il poeta Charles Baudelaire e il pittore Vasilij Kandinskij, che diceva di sé di voler «creare quadri che si potessero ascoltare e musiche che si potessero vedere».

Una condizione nei non vedenti
La sinestesia può insorgere in caso di cecità. Studiare il cervello di un non vedente fornisce un’opportunità unica per capire la plasticità del cervello, una condizione che consiste nella capacità del sistema nervoso di riorganizzarsi funzionalmente, dopo una lesione traumatica, come se l’organo assegnasse le funzioni perse dall’area danneggiata a un’altra zona cerebrale esente da trauma. La corteccia occipitale dei ciechi è capace di un notevole cambiamento dinamico e di un successivo adattamento in seguito alla perdita della vista. Questi cambiamenti stanno spesso alla base d’abilità artistiche nonché di funzioni cognitive superiori, quali la memoria e il linguaggio. In particolare, la sinestesia è una condizione aggiuntiva, che provoca la stimolazione contemporanea di più canali sensoriali. Una delle forme più comuni di sinestesia è la percezione di colori quando si ascoltano suoni o numeri. Questo fenomeno sarebbe dovuto non tanto alla presenza di un numero maggiore di connessioni neurali, ma al fatto che alcune connessioni tipiche della fase neonatale, restano attive e possono addirittura, in fase adulta, essere ulteriormente sviluppate e controllate. Il cervello dei sinesteti ha quindi la capacità di creare collegamenti sinaptici tra concetti lontani. Lo studio di un pittore cieco e sinestetico, John Bramblitt (leggi la sua storia) ha contribuito a verificare le incredibili funzionalità della mente umana.

Un tratto genetico
La sinestesia è una condizione che si presenta in prevalenza all’interno della stessa famiglia ed è più comune nelle donne che negli uomini. Il tratto responsabile si trova infatti sul cromosoma X. Sono quattro i geni della regolazione di una sinestesia, ma in realtà essi risultano anche coinvolti nella determinazione d’alcune patologie, come l’autismo e l’epilessia.
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