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Tech neck: lo smartphone ti fa venire le rughe sul collo

Gli anglosassoni lo chiamano "Tech neck" ed è il collo segnato dalla postura tipica di chi china il capo per utilizzare telefonini e tablet. Per fortuna si può intervenire in tempo

Tech neck: di cosa si tratta? 

Consultare compulsivamente il web e le applicazioni su telefonini e tablet, tenuti più o meno all’altezza del torace, contribuisce enormemente a viziare la postura e a inclinare la testa verso il basso. «Questo atteggiamento non solo produce tensioni muscolari sul distretto cervicale. Facilita anche la comparsa di rughe orizzontali sul collo, le cosiddette “collane di Venere”, che purtroppo compaiono già in giovane età». Mariuccia Bucci è dermatologo plastico e responsabile scientifico dell’Isplad. «L’insieme dei disturbi e degli inestetismi a carico di quest’area viene definito tech neck. In italiano vuol dire collo da tecnologia», ed è la più attuale espressione della tanto diffusa tecno-dipendenza.

I tessuti iniziano a cedere

«In particolare, i tessuti della zona Y, ossia quella che include la parte inferiore del viso e le clavicole, sono molto sensibili e sottili. Di conseguenza sono più soggetti a cedimenti e increspature, specialmente se si tende ad assumere ripetutamente posizioni sbagliate». Secondo uno studio della Spine Surgery and Rehabilitation Medicine di New York, quando la testa si piega in avanti il collo deve sostenere un peso diverso in base all’inclinazione:

Gruppo San Donato

  • circa 18 chili a 30 gradi,
  • 22 chili a 45 gradi,
  • 27 chili a 60 gradi.

«Tenere il capo abbassato per leggere sullo schermo significa costringere il collo a sopportare una pressione costante e innaturale. Questo vizio accelera il processo naturale dell’invecchiamento. Nonostante la texture della cute sia ancora fresca e giovane, iniziano a emergere solchi antiestetici e il tessuto cede precocemente». Il risultato? A 25-30 anni ci si ritrova già con un collo agé, che solitamente caratterizza le donne più mature.

Come si previene il tech neck?

In questo caso la prevenzione si gioca tutta sugli stili di vita. «Bisognerebbe avere l’accortezza di alzare lo smartphone o il tablet all’altezza dello sguardo. Va posto quindi di fronte al viso, e abbandonare l’abitudine di inclinare la testa verso il pavimento».

«Lo stesso discorso vale per gli schermi dei pc che, se posizionati troppo in basso rispetto alla linea visiva, possono apportare gli stessi danni. Ecco perché sarebbe
meglio che il margine superiore del monitor fosse posto all’altezza degli occhi o anche un po’ più in alto, in modo da non obbligare il collo a flettersi in avanti». Per evitare di chinarsi sul cellulare, inoltre, si potrebbe provare ad aumentare la dimensione dei caratteri in modo da rendere più agevole la lettura e la consultazione. Tuttavia, si dovrebbe evitare di scrivere o leggere lunghi testi sul telefonino e posticipare queste attività a quando si è in grado di utilizzare un computer alla scrivania.

Via libera ai prodotti antiage

Ma, se invece questo inestetismo fosse già presente, si possono mettere in atto alcune valide strategie, in grado di attenuare le rugosità presenti sotto il mento. «Prima di intraprendere trattamenti dermatologici, si può puntare su prodotti cosmetici specifici per contrastare le rughe». «A parte le creme idratanti, da applicare quotidianamente mattina e sera, si possono utilizzare maschere liftanti per il collo, in idrogel o d’argilla. Le prime, realizzate con un materiale biocompatibile trasparente uguale a quello delle lenti a contatto, sono particolarmente adatte a veicolare i principi attivi, come l’acido ialuronico e le sostanze elasticizzanti, che tonificano e rassodano la pelle. Le seconde, invece, si induriscono a contatto con la cute. Grazie ai componenti antiageing presenti, come ad esempio i derivati della vitamina A, svolgono un’azione levigante sulle rughe». «Questi dispositivi possono essere applicati una-due volte alla
settimana, dopo aver eliminato ogni traccia di trucco e deterso accuratamente la pelle».

Microiniezioni di acido ialuronico

Microiniezioni di acido ialuronicoTuttavia i cosmetici anti-età non sempre sono sufficienti per ridurre l’entità dei solchi e i cedimenti strutturali. Così il dermatologo può suggerire blandi trattamenti ambulatoriali, adatti anche alle pelli più giovani. «In questi casi lo specialista può optare per microiniezioni di acido ialuronico crosslinkato a basso peso molecolare. Vuol dire che agisce in superficie esercitando un effetto tensore sulla ruga orizzontale». «Il fluido viene introdotto lungo il percorso delle collane di Venere attraverso piccole punturine, che ne riducono notevolmente la profondità e la visibilità, senza però farle scomparire del tutto. Inizialmente si può eseguire una volta ogni 30 giorni per due-tre mesi e poi lo specialista, in base all’entità dell’inestetismo, valuta con quale cadenza svolgere questo trattamento».

La fotobiostimolazione contro il tech neck

Infine, quando le rughe sono eccessivamente marcate, lo specialista può proporre la fotobiostimolazione con tecnologia Led. «Si tratta di apparecchi che, a seconda della lunghezza d’onda utilizzata, emettono luci di colori diversi, grazie alle quali si ottiene un effetto differente sulla cute». «La luce rossa è in grado di stimolare il derma a produrre più collagene ed elastina, che “rimpolpano” i vuoti lasciati dalle rughette e contrastano i processi di degenerazione cellulare. Questo trattamento, ideale per il ringiovanimento di viso e collo, va fatto almeno una volta a settimana per un paio di mesi. In seguito, è il dermatologo a stabilirne la frequenza».

Chiara Caretoni

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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