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Nuova terapia contro un tipo molto aggressivo di tumore al polmone

Si tratta di una neoplasia che rappresenta il 5% del totale e colpisce soprattutto giovani e non fumatori

Una nuova terapia contro il tumore al polmone nei pazienti che abbiano già metastasi cerebrali è disponibile anche in Italia. Il nuovo trattamento riesce a bloccare la progressione della malattia anche per anni.

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha dato il via libera alla rimborsabilità di lorlatinib per i pazienti che hanno una diagnosi di tumore non a piccole cellule in stadio avanzato di tipo ALK positivo. Si tratta di una forma di neoplasia particolarmente aggressiva. Quindi questa notizia riguarda solo una piccola parte degli italiani con un tumore al polmone. Si tratta del 5% del totale. I pazienti che potranno beneficiare degli effetti di Iorlatinib sono però in genere:

Gruppo San Donato

  • sotto i cinquant’anni di età, quindi mediamente giovani;
  • non fumatori o fumatori che hanno smesso da molti anni di fumare;
  • persone che presentano metastasi al cervello già al momento della diagnosi.

Come funziona la nuova terapia contro il tumore al polmone?

Il nuovo farmaco ha molte frecce al suo arco:

  1. innanzitutto riesce a superare la barriera ematoencefalica, incidendo direttamente sulle metastasi presenti nel cervello;
  2. è efficace anche nei pazienti già trattati con altre terapie, durante le quali, però, la malattia ha messo in atto dei meccanismi di resistenza;
  3. la terapia è in compresse da assumere a casa quotidianamente. Migliora di conseguenza la qualità di vita dei pazienti.

Ecco perché l’ok di AIFA ha preso in esame due situazioni:

  1. in prima linea i pazienti con tumore non a piccole cellule avanzato, con traslocazione di ALK, che non abbiano assunto gli inibitori di tirosin chinasi;
  2. in seconda linea coloro che avevano già ricevuto trattamenti che non funzionano più nel loro caso.

Nuova terapia contro il tumore al polmone: ecco i dati che hanno convinto l’AIFA

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha basato il suo via libera sui risultati dello studio CROWN. Lorlatinib si è dimostrato più efficace delle cure standard. La ricerca ha avuto luogo in 104 ospedali in 23 Paesi in tutto il mondo. Quasi 300 i pazienti coinvolti.

I risultati non lasciano spazio a dubbi:

  • il 72% dei partecipanti ha visto sparire le metastasi cerebrali. Un ulteriore 10% ha comunque avuto una risposta intracranica;
  • nel 64% dei malati a tre anni dall’inizio di lorlatinib la malattia non è progredita, rispetto al 19% di chi assumeva la terapia standard;
  • gli effetti collaterali sono ben tollerati – i più comuni sono rialzo del colesterolo e dei trigliceridi, con aumento di peso – e possono essere gestiti.

Perché i test genetici sono così importanti?

Il test genetico diventa cruciale nel trattamento del tumore al polmone, che resta uno dei più pericolosi e diffusi. Solo l’anno scorso 44.000 persone si sono ammalate. Uno dei problemi principali è che si arriva tardi alla diagnosi, con la conseguenza che la malattia è già avanzata, riducendo le possibilità di guarire. Sappiamo che all’inizio questo tumore non dà segni specifici della sua presenza.

Sono diversi i tipi di tumore al polmone. Fondamentale capire quali siano le mutazioni genetiche che lo provocano. Oltra a quella in esame, la ALK, le più diffuse sono la EGFR e la RET. Con i test genetici si riesce a individuare il trattamento più indicato per il singolo paziente.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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