Malattie respiratorieSalute

Nel 1985 respiravamo meglio

Negli ultimi 30 anni sono aumentati i disturbi respiratori come asma, BPCO e allergie: colpa di fumo e smog (ma non solo...)

Si stava meglio quando si stava peggio. Questa frase piena di nostalgia vale anche per i nostri polmoni. Trent’anni fa respiravamo meglio. Sembra incredibile, se pensiamo all’attenzione che oggi dedichiamo a problemi come il fumo e lo smog, eppure è così. I disturbi come asma, allergie e broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) sono aumentati.

A dirlo è un’indagine dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, condotta in collaborazione con l’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare (Ibim-Cnr) di Palermo e le università di Pisa e Verona. Lo studio ha monitorato dal 1985 ad oggi un campione di oltre 3.000 persone residenti nel comune di Pisa per indagare l’evoluzione della diffusione delle malattie respiratorie. I risultati, che confermano il preoccupante andamento riscontrato in altri Paesi, sono pubblicati su Respiratory Medicine.

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«I tassi di prevalenza di alcuni disturbi polmonari sono più che raddoppiati negli ultimi 25 anni», spiega Sara Maio dell’Ifc-Cnr di Pisa. «In particolare, gli attacchi d’asma sono passati dal 3,4% al 7,2%, per la rinite allergica si è saliti dal 16,2% al 37,4%, l’espettorato ha superato il 19% rispetto all’8,7% del 1985 e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), ostruzione delle vie respiratorie non completamente reversibile, ha raggiunto il 6,8% contro il 2,1% iniziale. Questi elementi confermano analoghi studi condotti a livello nazionale e in altri Paesi come la Svezia».

L’abitudine al fumo e l’esposizione lavorativa restano fra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di affezioni respiratorie. Ad esempio, «chi fuma anche meno di 7 pacchetti di sigarette all’anno – sottolinea la ricercatrice – rischia di soffrire di più rispetto ai non fumatori, dell’85% per quanto riguarda la tosse e dell’80% per l’espettorato».

Impossibile dimenticare poi l’importanza dello smog. I risultati dello studio dimostrano che chi abita in città «ha un rischio maggiore del 19% di rinite allergica, del 14% di tosse, del 30% di espettorato e del 54% di BPCO», conclude Giovanni Viegi, dell’Ibim-Cnr di Palermo.

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