
Per molti è un rimedio naturale, innocuo e alla portata di tutti. Ma l’uso prolungato della melatonina, l’ormone che regola il ritmo sonno-veglia, potrebbe non essere sempre privo di rischi. Un nuovo studio internazionale, che sarà presentato alle Scientific Sessions 2025 dell’American Heart Association (AHA), ha infatti rilevato una possibile associazione tra l’assunzione cronica di melatonina e un aumento del rischio di insufficienza cardiaca, ricoveri ospedalieri e mortalità generale.
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Lo studio: cosa è emerso
I ricercatori hanno analizzato i dati di 130.828 adulti con insonnia cronica, utilizzando la rete globale TriNetX Global Research Network, che raccoglie milioni di cartelle cliniche elettroniche.
- Hanno confrontato i pazienti che assumevano melatonina da almeno un anno con chi non l’aveva mai utilizzata.
 - Nei 5 anni successivi, il 4,6% degli utilizzatori ha sviluppato insufficienza cardiaca, rispetto al 2,7% di chi non la assumeva.
 - I ricoveri ospedalieri sono risultati 3,5 volte più elevati (19% contro 6,6%).
 - La mortalità generale quasi raddoppiata: 7,8% contro 4,3%.
 
Una seconda analisi – condotta solo sui pazienti che avevano ricevuto almeno due prescrizioni di melatonina in 90 giorni – ha confermato un aumento dell’82% del rischio di insufficienza cardiaca.
Melatonina: naturale sì, ma non sempre innocua
La melatonina è un ormone prodotto naturalmente dalla ghiandola pineale. I suoi livelli aumentano con il buio e diminuiscono alla luce, aiutando il corpo a sincronizzare il ciclo sonno-veglia.
Le versioni in commercio sono sintetiche, ma identiche alla molecola naturale. Negli Stati Uniti vengono vendute come integratori, senza ricetta medica, e senza controlli stringenti su purezza e dosaggio. Anche in Italia è disponibile senza prescrizione per dosaggi bassi.
Questa percezione di “integratore naturale e sicuro” ha spinto molti a usarla a lungo, spesso senza consultare un medico.
Gli esperti: prudenza prima di tutto
«Gli integratori di melatonina sono ritenuti innocui, ma abbiamo osservato un aumento significativo di eventi cardiaci seri», ha dichiarato Ekenedilichukwu Nnadi, autore principale dello studio.
Dello stesso parere anche Marie-Pierre St-Onge, esperta di medicina del sonno della Columbia University: «Sono sorpresa che venga assunta per oltre un anno. Non è indicata per l’insonnia cronica, soprattutto senza supervisione medica».
Gli autori sottolineano però che si tratta di uno studio osservazionale: mostra un’associazione, ma non dimostra che sia la melatonina a causare direttamente questi problemi. Saranno necessari studi clinici controllati per confermare o smentire i risultati.
Perché la melatonina potrebbe influire sul cuore?
Le ipotesi dei ricercatori includono:
- Alterazioni del ritmo circadiano, che regolano anche pressione arteriosa e frequenza cardiaca.
 - Interazioni con farmaci o altre patologie, spesso presenti in chi soffre di insonnia cronica.
 - Dosi elevate o non standardizzate, specialmente nei Paesi dove la melatonina non è regolamentata come farmaco.
 
Melatonina: quando è utile e quando no
Può essere utile per:
- Jet lag;
 - disturbi del ritmo sonno-veglia;
 - insonnia occasionale o legata a turni lavorativi.
 
Non dovrebbe essere usata a lungo per:
- insonnia cronica non diagnosticata;
 - automedicazione per mesi o anni;
 - in sostituzione di una valutazione medica.
 




