Salute

La medicina nelle opere d’arte

Molte opere di artisti famosi sono state condizionate dalle loro condizione di salute e non da scelte stilistiche. Ecco i casi più celebri

I modelli di Raffaello con sei dita ai piedi, le lezioni di anatomia di Rembrandt, Maria che sviene durante la deposizione della croce. L’arte, nei secoli, ha raccontato in tanti modi la medicina e la malattia. Ma spesso sono state le malattie a condizionare i lavori degli artisti più grandi. La medicina nelle opere d’arte ha influito enormemente su alcuni capolavori.

Medicina nelle opere d’arte: il caso di Michelangelo 

L’esempio più alto è forse quello di Michelangelo. Il grande maestro ha usato la sua sindrome maniaco-depressiva per dipingere le centinaia di personaggi della Cappella Sistina. Su tutti il profeta Geremia, che rappresenta la desolazione più cupa, dovuta dalla consapevolezza di nefasti presagi. Uno studio di Paul Wolfe, direttore del dipartimento di patologia e di medicina di laboratorio dell’Università della California di San Diego, ha spiegato che con ogni probabilità al grande maestro sarebbe servito del carbonato di litio.

Gruppo San Donato

Medicina nelle opere d’arte: Klee, Goya, Turner e Monet

Anche la pittura di Paul Klee è condizionata dalla malattia. A pochi anni dalla morte si ammala di sclerodermia e cambia completamente il suo stile che si fa cupo e rigido. Il pittore spagnola Goya, diventato sordo, rappresenta la sua condizione in quadri che raccontano il suo isolamento. Lo stesso capita anche all’inglese Turner. La cataratta gli impedisce di vedere nitidamente e lui dipende ombre sfumate. Monet perde gran parte delle capacità di vedere sempre per un problema alla cataratta e le sue forme diventano ovattate, quasi impercettibili.

Van Gogh vedeva giallo 

Vincent Van Gogh viene spesso citato quando si parla di grandi artisti malati. È diventato famoso per l’uso del giallo, che si deve, sempre secondo gli studi di Wolfe, a una malattia, più che a scelta stilistica. Soffriva infatti di xantopsia, un disturbo visivo consistente nella visione gialla degli oggetti bianchi, mentre gli oggetti scuri vengono percepiti di color violetto.

Medicina nelle opere d’arte: l’artrite ha condizionato Tiziano, Frà Galgario, Mirò e Renoir

È invece l’artrite a costringere Tiziano a dipingere direttamente con le dita nella parte finale della sua esistenza. Lo stesso è capitato a Fra’ Galgario e Mirò. Troppo complicato per loro utilizzare il pennello, usavano direttamente le loro mani. Renoir arriva addirittura a legarsi i pennelli alle mani, dopo che una grave forma di artrite deformante lo costringe su una sedia a rotelle.

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