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Ipertensione: i consigli pratici per stare bene

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Quando si soffre di ipertensione lo stile di vita è molto importante, così come la terapia farmacologica e il monitoraggio della pressione.

Gruppo San Donato

Abbiamo approfondito i temi principali in caso di pressione alta con l’esperto di Ok Giuseppe Crippa, direttore dell’unità operativa di ipertensione e malattie cardiovascolari correlate dell’ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza (puoi chiedergli un consulto qui).

Il primo passo per chi soffre d’ipertensione: quando si misura la pressione?

Parliamo subito di valori. La pressione ideale a riposo dovrebbe essere intorno a 120/80 mmHg, ma viene considerata ipertensione quando supera i 140/90 mmHg. La pressione alta non è una malattia in sé, ma è una possibile causa di malattia cardiaca, renale, cerebrale e vascolare.
La misurazione della pressione arteriosa è parte integrante della visita medica, ma il suo valore può essere soggetto e influenzato dalla reazione emotiva del paziente.
Il monitoraggio domiciliare è fortemente consigliato, perché fornisce elementi importanti al fine di controllare l’andamento terapeutico. A casa è preferibile utilizzare uno strumento automatico, che sia validato dalle società scientifiche (per maggiori informazioni www.dableducational.org).
Prima di iniziare la terapia, la misurazione della pressione deve avvenire il più frequentemente possibile: per esempio, tutti i giorni, al mattino tra le 6 e le 9 e anche la sera tra le 18 e le 21, per almeno 15 giorni, riportando i risultati in un diario.
Una volta iniziata la terapia, la pressione va monitorata una o due volte a settimana, mattina e sera, sempre annotando i valori.

La dieta ha un ruolo fondamentale quando si soffre di pressione alta. Quali sono le regole principali da osservare a tavola?

Prima di tutto occorre limitare il consumo di sale, in quanto vi è una chiara relazione tra assunzione di sale e sviluppo di ipertensione. Le linee guida internazionali consigliano di non superare i cinque grammi al giorno, che equivalgono a due grammi di sodio. Il sale aggiunto a tavola va “sommato” a quello contenuto nei cibi, alcuni dei quali ne sono ricchi, come ad esempio i prodotti preconfezionati, alcuni formaggi, gli insaccati. Anche il pane bianco tradizionale può contenere molto sale. Leggere le etichette sulle confezioni è una buona abitudine per conoscere gli ingredienti e l’apporto di sodio dei cibi che consumiamo.
Se si soffre di pressione alta bisogna osservare un regime alimentare lievemente iposodico e quello proposto dalla dieta Dash è stato studiato su misura per fermare l’ipertensione. La dieta Dash prende spunto dalla dieta mediterranea e ne mantiene le basi, garantendo il giusto apporto di tutti i nutrienti (27 per cento di grassi, 55 per cento carboidrati, 18 per cento proteine, largo spazio a frutta e verdura) ma fissando l’apporto giornaliero di sodio a 2 grammi al giorno e innalzando il potassio. Riducendo il sodio si abbassa di 4-5 millimetri la pressione arteriosa. Per conoscere nel dettaglio la dieta Dash, cliccate qui.

Quanto è importante l’attività fisica?

Uno stile di vita corretto contribuisce a tenere sotto controllo la pressione alta e l’attività fisica ha un ruolo fondamentale: lo sport costante e regolare, da solo, determina una riduzione della pressione arteriosa di 5-6 millimetri di mercurio.
Qual è l’attività fisica più adatta? L’esercizio aerobico, a patto che si prolunghi lo sforzo oltre i 20 minuti perché è dopo questa soglia che il nostro corpo ha bisogno di immettere ossigeno. Perfetti la ginnastica a corpo libero, il tapis roulant, la camminata veloce, la corsa, la bicicletta e gli sport di squadra come pallacanestro e pallavolo. La cadenza deve essere di minimo 4 volte alla settimana, per 50 minuti a sessione, con una giornata dedicata ad attività più intensa come i pesi e gli esercizi di resistenza per potenziare i muscoli.

Che cosa bisogna fare se la pressione sale?

Se misurando la pressione ci si accorge che i valori sono aumentati, ma non ci sono sintomi correlati, non ci si deve allarmare o fare prendere dal panico. Probabilmente è necessaria una modifica della terapia farmacologica, che il medico curante valuterà durante la visita di controllo.
In caso d’innalzamento della pressione con sintomi evidenti quali confusione mentale, forte e persistente mal di testa, disturbi visivi, senso di formicolio che colpisce una parte del corpo la cosa più importante è rilassarsi, prendersi del tempo e misurare più volte la pressione, anche 7 o 8 volte all’ora, in modo da confermare il dato. Se il valore rimane alto, è consigliabile rivolgersi al proprio medico curante o se non fosse reperibile, al Pronto Soccorso.
È bene sapere che i cambi di stagione possono causare una variazione nei valori della pressione; in questi periodi dell’anno è consigliabile monitorare la pressione quotidianamente, tenendo un diario, per almeno 15 giorni.

Parliamo di terapia tradizionale e di trattamenti non farmacologici

Chi soffre di ipertensione ha a disposizione un’ampia scelta di farmaci, generalmente ben tollerati ed efficaci nella maggior parte dei casi: il 95 per cento dei pazienti in terapia ha una normalizzazione dei parametri di pressione arteriosa.
Nel caso in cui il trattamento farmacologico non fosse efficace, una volta riveduta la dieta e verificata l’aderenza al trattamento, è ancora possibile intervenire.
Sono oggi a disposizione due nuovi trattamenti non farmacologici: la denervazione renale – che consiste in una ablazione con radiofrequenza dei nervi presenti nelle arterie renali – e la terapia del baroriflesso che si effettua con una sorta di pacemaker che stimola elettricamente le carotidi a mandare un messaggio al cervello sempre con lo scopo di abbassare la pressione.

Eliana Canova

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