Salute

In arrivo un nuovo farmaco anti Alzheimer? Speranze, ma anche cautela

Un nuovo anticorpo monoclonale capace di rallentare la progressione della malattia ha superato la parte finale della sperimentazione clinica. A novembre sarà discusso al congresso sull'Alzheimer di San Francisco

Un nuovo farmaco anti Alzheimer capace di fermare la progressione della malattia. Le aziende farmaceutiche Biogen e Aisai hanno annunciato che la terza fase dello dello studio Clarity per il test del farmaco sperimentale lecanemab su pazienti con Alzheimer in fase iniziale ha dato risultati positivi. Avrebbe infatti dimostrato una modesta, ma statisticamente significativa, capacità di rallentare il declino cognitivo causato dalla patologia. Le due aziende presenteranno nel dettaglio i dati dello studio a fine novembre durante il Clinical Trials on Alzheimer’s Congress di San Francisco, in attesa della loro pubblicazione su una rivista peer review, che arriverà probabilmente nel corso del 2023

Nuovo farmaco anti Alzheimer: com’è stata organizzata la sperimentazione

Lecanemab è un anticorpo monoclonale che aggredisce le placche di proteina beta-amiloide che si accumulano nel cervello delle persone che soffrono di Alzheimer. Secondo ipotesi di studio non ancora unanimi ci sarebbero proprio le placche di questa proteina alla base della neurodegenerazione e il conseguente declino cognitivo. Impedire o limitarne l’accumulo favorirebbe la salute dei pazienti.

Gruppo San Donato

I ricercatori delle due aziende hanno analizzato i dati di 1.795 pazienti con declino cognitivo lieve causato dall’Alzheimer. Tutti i partecipanti avevano accumuli di placche di beta-amiloide nel cervello. Gli esperti hanno diviso i pazienti in due gruppi. A metà di loro hanno somministrato il lecanemab due volte al mese per un totale di 18 mesi. L’altra metà ha assunto un placebo.

Quali sono i risultati dello studio sul nuovo farmaco anti Alzheimer

Il team di lavoro ha valutato quali fossero le capacità cognitive al termine della sperimentazione. Gli scienziati hanno utilizzato il “Clinical Dementia Rating-Sum of Boxes“, uno strumento di valutazione clinica. I risultati hanno confermato che il gruppo che ha assunto il nuovo farmaco anti Alzheimer ha avuto una diminuzione del declino cognitivo di 0,45 punti, rispetto a chi ha assunto il placebo. In termini percentuali è una riduzione del 27% della progressione dei sintomi dell’Alzheimer.

Perché restano le perplessità di molti esperti?

C’è molta cautela negli esperti di tutto il mondo perché già altre volte sono arrivati annunci di nuovi farmaci contro l’Alzheimer che si sono scontrati contro il muro delle agenzia che regolano il mercato dei medicinali. Già qualche mese fa un altro anticorpo monoclonale non aveva ottenuto il via libera dell’Ema, l’Agenzia europea del Farmaco. Aveva invece ottenuto un parziale ok da parte della Food and Drug Administration americana.

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Francesco Bianco

Giornalista professionista dal 1997, ha lavorato per il sito del Corriere della Sera e di Oggi, ha fatto interviste per Mtv e attualmente conduce un programma di attualità tutte le mattine su Radio LatteMiele, dopo aver trascorso quattro anni nella redazione di Radio 24, la radio del Sole 24 Ore. Nel 2012 ha vinto il premio Cronista dell'Anno dell'Unione Cronisti Italiani per un servizio sulle difficoltà dell'immigrazione. Nel 2017 ha ricevuto il premio Redattore del Gusto per i suoi articoli sull'alimentazione.
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