Salute

Il ritorno della scarlattina: conosci i sintomi e come si cura?

Sembrava scomparsa, invece è tornata questa malattia esantematica. A lanciare l'allarme la rivista scientifica The Lancet

Anche in Italia i pediatri stanno registrando un aumento significativo dei casi di scarlattina, dopo che durante la pandemia le diagnosi erano diminuite in moto sensibile.

La scarlattina è una malattia infettiva acuta che colpisce soprattutto i bambini, anche se può capitare che si possa prendere anche da adulti. La fascia d’età più colpita va indicativamente dai tre ai dieci anni d’età. È una malattia esantematica – quindi con eruzioni cutanee – come la varicella, la rosolia o il morbillo, ma è l’unica a non essere provocata da un virus, bensì da un batterio, lo Streptococco Betaemolitico di gruppo A (Streptococcus Pyogenes).

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I sintomi della scarlattina 

I sintomi sono piuttosto importanti. Il più comune è una febbre alta e debilitante, che può sfiorare i 40 gradi. Poi brividi, gola molto arrossata, tonsille gonfie, spesso piene di macchioline bianche. La lingua è ricoperta da una patina biancastra con papille rosse, tanto da parlare di lingua a lampone. L’eruzione cutanea compare dopo un giorno o due. Di solito parte dalle ascelle, dal collo e dall’inguine, per poi diffondersi a macchia d’olio sul resto del corpo.

La scarlattina può tornare

Proprio per il fatto che non sia provocata da un virus, ma da un batterio, la scarlattina può essere presa più volte. Le altre malattie esantematiche, che sono virali, si prendono generalmente una sola volta. Dopo esserci ammalati, infatti, sviluppiamo gli anticorpi necessari per combatterle.

Il contagio

La scarlattina è molto meno contagiosa rispetto ad altre malattie esantematiche come il morbillo. Si trasmette comunque per via aerea, quindi respirando le goccioline infette che emettiamo mentre starnutiamo, tossiamo o semplicemente parliamo.

Chi si ammala resta contagioso per tutto il corso dell’infezione. La profilassi medica prevede l’isolamento del malato per tre giorni a partire dall’inizio della cura, poiché gli antibiotici necessitano di questo lasso di tempi per essere efficaci. Normalmente l’incubazione dura alcuni giorni, da 2 a 5, trascorsi i quali si iniziano a vedere i primi sintomi che compaiono improvvisamente nel giro di 24-48 ore.

La scarlattina senza febbre

Il contagio può avvenire anche attraverso i portatori sani, ovvero persone che non hanno i sintomi della malattia, ma il batterio nel loro organismo. Da qui deriva anche il fenomeno della scarlattina senza febbre, una condizione che favorisce l’incertezza della diagnosi, rendendo possibile confondere l’infezione con altre patologie dai sintomi piuttosto simili.

Diagnosi

I sintomi sono simili a tutte le altre malattie esantematiche, quindi per la diagnosi non ci si può affidare solo alla visita. Va verificata la presenza dello Streptococco di gruppo A nella gola con un semplice tampone faringeo.

La terapia

Come accade per le infezioni batteriche, anche la scarlattina si cura con un ciclo di una decina di giorni di antibiotici specifici, in genere una combinazione di amoxicillina e acido clavulanico. Se la febbre è molto alta, si può assumere paracetamolo. È opportuno non spaventarsi, ma neanche sottovalutare la situazione. Bisogna agire entro i primi dieci giorni per evitare ascessi o reazioni immunomediate, che possono causare complicanze come la malattia reumatica, cardite, glomerulonefrite e artrite post-streptococcica

Gravidanza

Particolare attenzione devono prestare le donne incinte. Come le altre malattie esantematiche, infatti, anche la scarlattina è associata al rischio di malformazioni fetali.

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