Salute

I tappi risolvono l’occhio secco

Un intervento, semplice e innovativo, chiude i buchini da dove escono le lacrime: così si evitano fastidi e bruciori

Un aiuto importante per risolvere il problema degli occhi secchi può arrivare, anche se forse sembrerà strano, da due microscopici tappi. «In termine tecnico si chiamano punctum plugs e ormai vengono utilizzati nei centri oculistici più avanzati, anche in Italia, dopo un’ampia sperimentazione negli Stati Uniti», spiega Luigi Marino, responsabile dell’unità operativa di oculistica all’Istituto auxologico italiano di Milano.

Si chiudono i dotti lacrimali
I microtappi permettono alle lacrime di rimanere più a lungo nell’occhio, e dunque limitano quei disturbi che sono legati alla secchezza oculare: bruciore, sensazione di corpo estraneo, dolori puntiformi, a volte fotofobia.

Gruppo San Donato

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FUNZIONANO I TAPPI

Come funzionano questi tappi? «Bisogna sapere che nella parte inferiore dell’occhio, dietro la palpebra, vicino al naso, c’è una piccolissima apertura, il puntino lacrimale, che funziona come lo scarico del lavandino, se mi è permesso il paragone: raccoglie le lacrime che ormai hanno esaurito la loro funzione e le convoglia nel dotto lacrimale, fino al naso e alla gola».
Un secondo puntino di riserva (anzi, uno scarico) è presente anche nella parte superiore dell’occhio, ed entra in funzione quando l’omologo inferiore funziona male, per vari motivi. Ebbene, i microtappi vanno inseriti proprio in questi due puntini o solo in quello inferiore, a seconda della gravità del problema.

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Le scarse lacrime a disposizione non vengono quindi drenate e continuano, più del previsto, a esercitare la loro funzione di protezione e nutrimento della cornea (la pellicola trasparente davanti alla pupilla) e della sclera, la parte bianca. Secondo alcuni studi, un solo microtappo raddoppia il tempo di permanenza delle lacrime nell’occhio, mentre due tappi lo triplicano.

Intervento rapido e indolore
L’intervento viene eseguito in ambulatorio, sotto un microscopio operatorio, e dura pochi minuti. Il paziente non sente dolore, grazie a qualche goccia di collirio anestetico. In ogni momento, comunque, i tappi, che sono composti da un tipo di silicone simile a quello delle lenti a contatto, possono essere estratti dall’ oculista: esattamente come i tappi dello champagne.
Non tutti i pazienti, in verità, possono ricorrere a questo metodo: ogni caso va valutato attentamente. In particolare, lo specialista deve controllare lo stato generale dei tessuti e il grado di infiammazione in atto.
Ma in un’ampia serie di casi i microtappi risultano determinanti. Anzi, alcuni oculisti li inseriscono di prassi, dopo un intervento di cataratta o di riduzione della miopia con il laser, per aiutare l’occhio a riprendersi nelle prime settimane successive all’operazione.
Paolo Rossi Castelli – OK La salute prima di tutto

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio 2011

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