Salute

Ferro: ecco perché donne, anziani e sportivi necessitano spesso di un’integrazione

Alcune persone vanno incontro a carenza di ferro. Oggi è disponibile un integratore che associa ferro e acido folico ed è particolarmente comodo da assumere

Il ferro è un minerale fondamentale per l’uomo, tant’è che una sua carenza può avere conseguenze, anche serie, sulla salute. E le persone che vanno incontro a questa condizione non sono poche, anzi: stando ai dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, sono oltre 700 milioni gli individui che nel mondo hanno una carenza di ferro e circa 2 miliardi quelli affette da anemia sideropenica.

Carenza di ferro: i soggetti più a rischio

Donne in età fertile e in gravidanza, anziani e sportivi sono i soggetti più a rischio. «Sono molti i fattori che intervengono. In primo luogo, il nostro organismo è in grado di assorbire soltanto una piccola parte del ferro introdotto attraverso l’alimentazione. Inoltre, l’assorbimento dipende anche dalla tipologia di cibi che viene  assunta: c’è una netta differenza tra il ferro contenuto in alimenti di origine animale, chiamato “eme” e assorbito in media nella misura del 20%, rispetto a quello contenuto in cibi di origine vegetale, chiamato “non eme” e assorbito anche meno dell’1%», spiega Giorgio Donegani, esperto in nutrizione e tecnologo alimentare.

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«Oltre a ciò, l’assunzione di ferro è decisamente influenzata da una serie di fattori individuali, primi tra tutti il sesso e l’età, ma anche lo stile di vita e alcuni possibili eventi, come la gravidanza o alterazioni gastrointestinali che possono determinare un assorbimento insufficiente», continua il tecnologo alimentare.

Donne in età fertile e in gravidanza

Nelle donne in età fertile, in una percentuale compresa tra il 25% e il 50%, spesso si riscontra una carenza di ferro causata, perlopiù, da abbondanti perdite di sangue durante il ciclo mestruale. «Durante il periodo mestruale, quindi, i livelli di ferro necessari a una donna sono maggiori rispetto a quelli di individuo di sesso maschile della stessa età», interviene Irene Cetin, Direttore UOC di Ostetricia e Ginecologia presso l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano.

«Oltre a questo, le donne sono maggiormente a rischio di carenza di ferro anche per problematiche ormonali, patologie del tratto genitale come l’adenomiosi, e la presenza di polipi o di miomi». C’è da dire che avere livelli bassi di emoglobina e dell’emocromo non significa automaticamente essere affetti da anemia. Tuttavia, è sempre meglio sottoporsi agli accertamenti suggeriti dallo specialista, soprattutto se sono presenti anche cefalea, irritabilità, minor capacità di concentrazione.

Il ferro è importantissimo in tutte le fasi della vita di una donna ma lo è ancor di più in gravidanza. «È fondamentale per la placenta e per la crescita del feto ed è necessario per la produzione dei globuli rossi da parte del midollo materno, in quanto durante la gestazione la quantità di sangue aumenta di circa il 50-70%», continua Cetin. «È quindi importante mantenere alti i livelli di ferro perché nelle donne anemiche la sideropenia è associata a un aumentato rischio di emorragia post-partum con gravi conseguenze per la riabilitazione, oltre che a un aumentato rischio di mortalità». Se la futura mamma, infatti, arriva al parto con valori bassi di emoglobina l’utero non è in grado di contrarsi in modo adeguato e di combattere adeguatamente l’atonia post-partum.

Anziani

Ad andare incontro più facilmente a una carenza di ferro sono, come abbiamo detto, gli anziani. E le motivazioni sono molteplici. «Da un lato potrebbe esserci un’anemia da patologia cronica, causata dall’infiammazione del corpo come conseguenza delle diverse malattie presenti in quel paziente. In questi casi, anche l’assunzione continua o frequente di determinati farmaci, come gli inibitori di pompa protonica, può interferire con l’assorbimento del ferro. Dall’altro, potrebbe esserci un’anemia carenziale, dovuta a un’assunzione non adeguata di ferro attraverso l’alimentazione o una perdita, causata ad esempio da sanguinamento occulto», puntualizza Cesare Liberali, medico di Medicina generale.

Sportivi

Non solo anziani, donne in età fertile e future mamme: anche gli sportivi, in particolare coloro che praticano attività fisica di resistenza, possono andare incontro a una condizione di carenza di ferro. «Chi si allena in modo molto intenso è più a rischio per effetto dello stress ossidativo indotto dal forte sforzo fisico. Interviene infatti un ormone, l’epcidina, che aumentando i suoi livelli ostacola l’assorbimento del ferro», interviene Michele De Grandi, specialista in Medicina dello sport. «Questa condizione va monitorata costantemente perché può rappresentare un problema per la salute dell’atleta e incidere sulla sua performance sportiva. I sintomi legati a questa carenza inducono infatti a un progressivo calo di potenza e resistenza aerobica, oltre che a un recupero più lento».

L’importanza dell’integrazione di ferro nei soggetti a rischio

Alla luce di quanto detto, l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto l’importanza dell’integrazione di ferro per le donne, così come di tutti gli altri micronutrienti fondamentali per il percorso di gestazione e sviluppo del feto. Anche per quanto riguarda gli anziani che presentano carenza di ferro la comunità scientifica è concorde: si inizia immediatamente con l’integrazione nutrizionale e contemporaneamente si indaga la causa dell’anemia. Gli atleti che vanno incontro a questa condizione, invece, devono farsi seguire da un nutrizionista che, insieme al medico, definisce non solo una dieta adeguata ma anche una supplementazione di ferro mirata.

L’integratore Ferro IBSA che associa ferro e acido folico

Ferro IBSA è un integratore alimentare sviluppato con la tecnologia brevettata IBSA FilmTec®, che si compone di ferro e acido folico. «Quest’ultimo è necessario per la sintesi del DNA e la formazione dei globuli rossi, d’altra parte il ferro è essenziale per la formazione dell’emoglobina, il componente dei globuli rossi che trasporta l’ossigeno nell’organismo. Di qui il motivo fondamentale per cui questi due micronutrienti costituiscono una “coppia virtuosa”», spiega Giorgio Donegani, esperto in nutrizione e tecnologo alimentare.

«La sinergia tra ferro e acido folico è inoltre particolarmente utile per le donne in età fertile e in gravidanza. In quest’ultimo caso, la loro integrazione combinata può aiutare sia a prevenire l’anemia da carenza di ferro sia a ridurre il rischio di difetti del tubo neurale del feto. Non da ultimo, se il ferro gioca un ruolo importante per chi fa sport, l’acido folico è altrettanto utile perché riduce lo stress ossidativo e migliora la funzione muscolare, dato il ruolo che gioca per la sintesi delle proteine».

Ferro IBSA è disponibile in film orodispersibile, che si dissolve rapidamente in bocca: si presenta infatti come un foglietto flessibile e ultrasottile della dimensione di un francobollo (50-150 micron di spessore) che, una volta a contatto con la saliva, si scioglie in poche decine di secondi, assicurando una concentrazione precisa ed uniforme dell’ingrediente attivo e una sua rapida biodisponibilità.

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