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Disturbi femminili: tutti i consigli per una vacanza in salute

Problemi intimi, dolori mestruali, emicrania... Ecco come risolverli anche al mare per impedire che ci rovinino le vacanze

Secondo un’indagine promossa da Assosalute, l’associazione nazionale farmaci di automedicazione, il 70% delle donne italiane fa i conti almeno due volte al mese con qualche fastidio o vero e proprio male: emicrania, dolori mestruali, problemi intimi. Tutti disturbi femminili che è meglio affrontare.

Per lo più niente di grave, certo, ma spesso capita che lievi problemi, se non trattati correttamente, possano causare malesseri e disagio e interferire con la vita della donna. Ma quali sono i problemi femminili più diffusi, alcuni di questi soprattutto nei mesi caldi? E i metodi per combatterli nel modo giusto? Ecco le risposte dei nostri esperti.

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Disturbi femminili: la candidosi

Perdite biancastre, prurito, mucose gonfie, talvolta bruciore. Sono i comuni sintomi della candida, una delle infezioni femminili più diffuse. A provocarla è un fungo, in molti casi già presente in piccole quantità nell’organismo. Talvolta può proliferare tanto da scatenare il disturbo.

Quando? Per esempio se si assumono troppi antibiotici, che finiscono per alterare la flora batterica vaginale. Oppure quando il sistema immunitario è più debole del solito e fatica a rispondere adeguatamente. O ancora in estate, quando la sudorazione è più abbondante.

Per curare i casi più fastidiosi, si utilizzano creme o ovuli a base di antimicotici per alcuni giorni oppure in dose singola. Altrimenti il ginecologo può consigliare una terapia per bocca. La candida non va mai sottovalutata. Se non passa ecco come comportarvi.

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I rimedi naturali 

«Non sempre, però, il disturbo passa e, in molti casi, la candida è recidivante», spiega Anna Maria Paoletti, docente di ginecologia e ostetricia all’Università di Cagliari. «È bene, perciò, potenziare la flora batterica naturale con sostanze probiotiche, utili a proteggere anche in futuro dalle infezioni. Ormai si trovano in commercio in varie formulazioni, da assumere per bocca o per via vaginale». L’alimentazione ha un ruolo fondamentale. Ecco la dieta giusta in caso di candidosi.

Qualcuno, inoltre, assume integratori a base di sostanze naturali come la Pseudowintera Colorata, una pianta di origine neozelandese nota per le sue proprietà antimicotiche. Attenzione però. «Ancora oggi i rimedi di origine vegetale», spiega Gabriella Mazzanti, docente di farmacognosia alla Sapienza di Roma, «hanno per lo più una funzione antisettica generale e non antibiotica specifica per un determinato problema».

Per sfruttarli al meglio la parola d’ordine è quindi prevenzione. Per mettersi al riparo dal rischio candidosi la Pseudowintera Colorata va assunta nei tempi giusti, con anticipo rispetto al periodo che si trascorrerà al mare e che per alcune donne rappresenta appunto una situazione che potrebbe facilitare il ripresentarsi dell’infezione.

Disturbi femminili: le vaginiti 

Molte donne, comunque, possono soffrire anche di vaginiti non causate dalla candida. Fastidiose irritazioni che procurano prurito, bruciore o dolore e che possono avere diverse origini, come infezioni batteriche o reazioni allergiche a detergenti, profumi o profilattici. Prurito vaginale: leggi qui la guida completa che ti aiuta a debellarlo definitivamente.

Se compaiono in vacanza, è bene rivolgersi al proprio medico appena possibile. E seguire alcune regole base. Per aiutare la traspirazione, soprattutto quando fa più caldo, è preferibile usare pantaloni larghi e freschi, biancheria intima di cotone chiaro e detergenti a base di composti antibatterici oppure sapone neutro. Se si è al mare, meglio non indossare a lungo il costume bagnato né sedersi direttamente sulla sabbia o sul bordo della piscina, dove possono annidarsi germi e batteri. Dopo il bagno in mare, infine, è buona regola sciacquarsi con l’acqua dolce della doccia per evitare irritazioni ulteriori dovute alla salsedine.

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Disturbi femminili: la Cistite

Forti bruciori quando si va in bagno, frequente sensazione di uno stimolo urgente accompagnata da difficoltà a urinare. Sono questi i classici sintomi della cistite, un’infezione delle basse vie urinarie che colpisce, soprattutto al ritorno dalle vacanze, sempre più donne: tra il 20 e il 30% di loro sviluppa uno o più attacchi all’anno. Cistite: leggi la guida completa.

Le cause?

«La cistite», spiega Anna Maria Paoletti, «è dovuta all’infezione della mucosa vescicale, l’urotelio, da batteri per lo più provenienti dall’intestino, come l’Escherichia coli, lo stafilococco o l’enterococco fecale». E a favorire il passaggio dei batteri, in particolare nei mesi estivi, può essere la sabbia, ricettacolo di germi, oppure una scarsa o scorretta igiene intima, soprattutto dopo i rapporti sessuali, l’utilizzo di biancheria non traspirante o la stipsi.

I batteri che si trovano nell’intestino possono entrare così in contatto con la vescica o l’uretra. In estate, poi, il caldo e la maggiore sudorazione causano disidratazione e una maggiore concentrazione delle urine, una situazione che può rendere più facile infettare la vescica.

Come si cura? 

«Quando si riconoscono i sintomi», spiega Monica Sommariva, dirigente della divisione di urologia dell’ospedale Fornaroli di Magenta, «a casa o in vacanza è bene rivolgersi subito a un medico, il quale prescriverà un trattamento con farmaci chemioterapici e antimicrobici fino alla scomparsa dei sintomi. Tra questi, quello più utilizzato di recente è il D-mannosio, in grado di creare un film sull’apparato urinario per impedire ai batteri di muoversi e di risalire nella vescica. Gli antibiotici, invece, andranno utilizzati solo in presenza di febbre».

Soprattutto in estate, poi, non bisogna dimenticarsi di bere molta acqua, in modo da tenere pulite le vie urinarie e diluire la concentrazione dei batteri presenti.

Quando la cistite è ricorrente

Per molte donne, però, la cistite è un disturbo ricorrente. «In questi casi il consiglio è cercare di prevenire l’infezione con integratori a base di melograno o cranberry, il mirtillo rosso americano, capaci di contrastare l’adesività dei batteri all’urotelio e di ostacolare le recidive», spiega Anna Maria Paoletti.

Dolori mestruali

Disturbi femminili: i dolori mestruali

Chi non ha mai provato in alcuni giorni del mese mal di pancia, al basso ventre o alla schiena e a volte nausea? Sono i tipici sintomi della dismenorrea, cioè tutti quei dolori forti associati al ciclo mestruale che in genere compaiono il giorno prima dell’inizio del flusso e si spengono nell’arco della prima giornata.

Secondo gli esperti, la dismenorrea colpisce circa il 10% delle donne, costringendole a perdere almeno un giorno di studio o lavoro al mese. Tante, poi, soffrono della cosiddetta sindrome della luna, quella premestruale, malessere dovuto alle fluttuazioni ormonali che si manifesta prima della comparsa delle mestruazioni.

In estate i sintomi possono peggiorare 

Con il caldo estivo, infine, alcuni sintomi possono accentuarsi: le temperature alte tendono a dilatare i vasi sanguigni e a far aumentare il flusso mestruale, a causare una maggiore spossatezza generale e a causare cali di pressione.

Come attrezzarsi? «In genere si ricorre ai normali analgesici o ai Fans, i farmaci antinfiammatori non steroidei», spiega Anna Maria Paoletti. Sono medicinali da banco, in compresse o bustine, a base di ibuprofene, naprossene sodico o ketoprofene, che non richiedono la ricetta. Se i dolori, poi, compaiono in vacanza o al mare, è meglio evitare il sole nelle ore più calde, riparare la testa con un cappellino e bere molta acqua per reintegrare tutti i liquidi persi.

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Il magnesio 

«Degli analgesici, però, non bisognerebbe abusare», raccomanda la ginecologa. Se i dolori, perciò, si presentano sempre in modo intenso e si superano le dieci assunzioni di farmaci al mese, è bene consultare il proprio medico e valutare il ricorso alla pillola contraccettiva, da scegliere su misura in base alle proprie esigenze personali. Utile, inoltre, soprattutto per combattere la sindrome premestruale, l’utilizzo del magnesio, da assumere in fiale, capsule o in bustine almeno una settimana prima del ciclo, cioè dall’ovulazione al primo giorno di mestruazione, oppure di integratori a base di magnesio, vitamina B2 e coenzima Q10.

«Il magnesio ha un riconosciuto effetto serotoninico, cioè aiuta a regolare l’umore e la concentrazione e aiuta a prevenire i dolori», garantisce Anna Maria Paoletti.

Il ruolo della pillola anticoncezionale 

Chi poi sa di soffrire di dolori mestruali e già prende abitualmente la pillola, può valutare di non interromperla nei giorni di vacanza. «In caso di necessità, per esempio, durante lunghi viaggi oppure al mare, si può ipotizzare di cominciare un nuovo blister subito dopo l’ultimo, evitando così i giorni di flusso e i fastidi associati», continua la ginecologa. «Non ci sono controindicazioni. Basti pensare che tra pochissimo arriverà anche in Italia la pillola dei tre mesi: ogni confezione conterrà, cioè, un blister per 90 giorni di assunzione seguito da sette di solo estradiolo. In questo modo si avranno meno mestruazioni all’anno e meno disturbi connessi». Si può prendere la pillola anticoncezionale senza interruzioni?

Mal di testa

Molte donne, poi, durante il ciclo mestruale, soffrono in particolare di violenti mal di testa. Secondo gli esperti, almeno il 18% dell’universo femminile, con una concentrazione particolare intorno ai 35 anni. Non solo. «Ogni 100 donne colpite da mal di testa, 60 ne soffrono proprio a causa delle mestruazioni. Si tratta di emicrania», spiega Giovanni Battista Allais, responsabile del Centro cefalee della donna dell’azienda ospedaliera Sant’Anna di Torino. Scopri qui i diversi tipi di mal di testa.

«I sintomi più frequenti sono dolore alle tempie, testa che pulsa, spesso nausea e intolleranza a suoni e luce. Se non trattato correttamente, questo tipo di mal di testa può durare dalle quattro alle 72 ore: è dunque altamente invalidante».

Quando compare?

«In genere l’emicrania connessa alle mestruazioni comincia a farsi sentire da due giorni prima a tre giorni dopo il primo giorno del ciclo: una finestra temporale in cui gli estrogeni, i principali ormoni sessuali femminili, crollano e il cervello è più vulnerabile e predisposto ad avere dolore», continua Allais.

Il dolore, inoltre, può aumentare con il caldo e, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, durante le vacanze. «Il paziente emicranico è spesso sensibile alle influenze esterne», aggiunge l’esperto. «Tra queste ci sono i cambiamenti climatici e i diversi ritmi giornalieri. Le giornate ventose, poi, e le lunghe esposizioni al sole possono peggiorare ulteriormente la cefalea».

Cosa fare dunque?

«Gli analgesici comuni spesso fanno poco, meglio farsi prescrivere dal proprio medico farmaci più adatti come i triptani, che agiscono anche sui sintomi che accompagnano il mal di testa, come nausea e vomito», spiega Allais.

«Quando, invece, il mal di testa è davvero intrattabile e quasi quotidiano, il medico dovrebbe prescrivere una terapia di profilassi, per esempio con i calcioantagonisti, i betabloccanti o alcuni antiepilettici. Prima di partire per la vacanze, perciò, chi soffre di mal di testa dovrebbe ricordarsi sempre di portare con sé i farmaci opportuni per trattare l’attacco. Se poi la cefalea coglie improvvisamente lontano da casa e molto più forte del solito, conviene rivolgersi al pronto soccorso».

Importante, comunque, la prevenzione, come per la sindrome premestruale. Anche per combattere l’arrivo dell’emicrania può essere efficace l’uso di alcuni integratori a base di magnesio o sostanze naturali come il partenio o l’agnocasto. Qui puoi trovare tutti i rimedi naturali contro il mal di testa.

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