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Cosa rischio se fumo 10 sigarette al mese?

Per gli oncologi non esiste una soglia di sicurezza in relazione al fumo. La conferma da uno studio di JAMA

Non esiste un numero non pericoloso di sigarette. Secondo le previsioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) in questo secolo ci si aspetta 1 miliardo di morti a causa del fumo. Ci si chiede se la riduzione del rischio sia un concetto applicabile alle sigarette: per molti oncologi non esiste una soglia di sicurezza. Un po’ come per l’alcol, chi fuma anche solo una sigaretta al giorno o 10 sigarette al mese aumenta il suo rischio di sviluppare tumore al polmone e altre patologie fumo correlate.

Il numero non pericoloso di sigarette è una percezione sbagliata

Tuttavia si sente spesso dire – talvolta dagli stessi medici – che fumare una sigaretta ogni tanto è praticamente come non fumare. Ed esiste una percezione comune tra i fumatori, secondo cui non fumare quotidianamente rappresenti un danno minimo o nullo.

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Anche 10 sigarette al mese sono rischiose

A chiarire il rischio a cui si espongono i fumatori occasionali un lavoro pubblicato di recente sulla rivista scientifica JAMA. La ricerca ha coinvolto oltre mezzo milione di adulti statunitensi, rappresentativi della popolazione nazionale. Secondo i risultati dello studio, chi fuma ogni giorno (nel campione la media era di 20 sigarette al giorno) ha un rischio di mortalità 2,32 volte maggiore di chi non ha il vizio del fumo, mentre chi non fuma in modo permanente per tutta la vita ha un rischio di mortalità 1,82 volte più elevato rispetto ai non tabagisti.

Associazioni significative sono state osservate sia per 1 sigaretta al giorno che per 6 o 10 sigarette al mese e sono aumentate, ovviamente, con un fumo più intenso. Il rischio di mortalità, sottolineano gli autori, diminuisce in chi passa dal fumo quotidiano a un fumo occasionale, ma ovviamente i benefici di un abbandono totale delle sigarette sono molto più alti.

Non esiste un numero non pericoloso di sigarette

I risultati riportati su JAMA indicano che anche livelli molto bassi di fumo di sigaretta sono pericolosi, a sostegno delle raccomandazioni di salute pubblica secondo cui non esiste un livello sicuro di fumo e che tutti i fumatori, inclusi quelli di intensità molto bassa, dovrebbero smettere.

Il fumo in Italia

In occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2020, sono stati pubblicati i dati aggiornati sul fumo in Italia. Secondo l’ISTAT, tra la popolazione di 14 anni e più, hanno il vizio della sigaretta circa 10 milioni di persone. La prevalenza è scesa per la prima volta sotto il 19% ed è pari al 18,4%. Il fumo è più diffuso nella fascia di età che va dai 20 ai 44 anni. Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93 mila morti l’anno e più del 25% di questi decessi è compreso tra i 35 ed i 65 anni di età.

Per quanto riguarda il carcinoma polmonare, una delle principali patologie fumo correlate, nel nostro Paese la mortalità e l’incidenza sono in calo tra gli uomini ma in aumento tra le donne. Nel sesso femminile, l’incidenza di questa patologia ha superato il tumore allo stomaco, divenendo la terza causa di morte per neoplasia, dopo il tumore al seno e al colon-retto.

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