Salute

Coronavirus: la nuova parola d’ordine è droplet. Cos’è?

Le nuove misure decise dal governo mettono in luce un nuovo termine: droplet. Di cosa si tratta?

Droplet in italiano si traduce con gocciolina. Tecnicamente si parla di goccioline di Flügge, che si chiamano così dal cognome dello scienziato Carl Flügge, che è stato il primo a fare ricerche sulla diffusione di alcune malattie attraverso i microrganismi della cavità orale tramite la conversazione, la tosse e lo starnuto.

Istituto Superiore di Sanità: chiediamo ancora collaborazione agli italiani

Intanto l’Istituto Superiore di Sanità spiega come la settimana iniziata il 2 marzo sia di grande importanza e chiede la collaborazione di tutti gli italiani. Se il numero dei contagi dovesse diminuire, significherebbe che siamo sulla strada giusta. Se al contrario dovessero aumentare il numero di persone colpite dal Covid-19, bisognerà restringere ancora di più le maglie dei provvedimenti. L’Iss chiede a tutti gli italiani di continuare a seguire le norme di igiene delle mani e di non frequentare luoghi troppo affollati.

Gruppo San Donato

Droplet: le goccioline di Flügge

Si tratta di microgocce di saliva che riescono a rimanere sospese in aria. In questo modo sono in grado di veicolare, dispersi in aerosol, agenti infettivi di numerose malattie. La sua scoperta è stata fondamentale anche per l’introduzione delle mascherine igieniche nelle operazioni di chirurgia e negli ambienti ospedalieri in generale.

Il contagio aumenta sensibilmente nei luoghi affollati

Il contagio è tanto più probabile quanto più alto è il numero di individui in un ambiente ristretto. Ecco perché è arrivata la decisione delle autorità sanitarie di chiudere le scuole e i luoghi di aggregazione, come cinema, teatri e palestre. Per lo stesso motivo si punta a tenere aperti i bar solo con i posti a sedere, perché come detto, più alto è il numero delle persone in un luogo chiuso, più facile è la trasmissione del virus.

Droplet: a quale distanza bisognerebbe stare?

Bisogna capire ora a quale distanza si debba stare. Non c’è convergenza tra gli esperti, anche se è una norma di buona igiene stare ad almeno un metro di distanza l’uno dall’altro.

  • Un respiro ci può infettare già da 15 centimetri,
  • uno starnuto da un metro,
  • un colpo di tosse da tre metri.

La normativa sul coronavirus prevede l’apertura di locali pubblici come pub, ristoranti, bar e musei «condizionata» a modalità che evitino assembramenti. Il provvedimento era stato richiesto dai governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che sono le tre regioni italiane più colpite dalla diffusione del Covid-19.

Questo provvedimento è ritenuto difficilissimo da applicare da parte di alcuni sindaci. Il problema sta nel fatto che non si è stabilito per legge quale sia l’autorità che debba garantirne la corretta applicazione.

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