Salute

Coronavirus clinicamente inesistente. Lo studio del San Raffaele

Le dichiarazioni del professor Zangrillo hanno scatanato il dibattito. In attesa della pubblicazione dello studio del San Raffaele, ecco cosa ne pensa il mondo scientifico

«Clinicamente il nuovo coronavirus non esiste più». Questa frase di Alberto Zangrillo, direttore della Terapia Intensiva del San Raffaele di Milano durante la trasmissione televisiva di RaiTre «1/2 ora in più» di Lucia Annunziata è esplosa nel dibattito sul coronavirus. In realtà settimana scorsa Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, aveva isolato una nuova variante del virus nei laboratori degli Spedali Civili di Brescia, dicendo molte cose simili a quelle esposte da Zangrillo. Insomma anche per il virologo il coronavirus sta perdendo potenza. Quindi come si può rispondere alla affermazione: “Coronavirus clinicamente inesistente”?

Il professor Zangrillo ha fatto riferimento a uno studio condotto dall’IRCCS San Raffaele di Milano, che sarà presto pubblicato su una rivista scientifica. Secondo la ricerca tra marzo e maggio la quantità di virus presente nelle persona positive al tampone è diminuita in modo significativo.

Gruppo San Donato

Coronavirus clinicamente inesistente: le anticipazioni dello studio del San Raffaele

I ricercatori hanno analizzato i dati di 200 pazienti. I risultati non lascerebbero spazio a dubbi. La carica virale presente nei campioni oro faringei prelevati dai pazienti a maggio «è enormemente indebolita» rispetto a quella che i medici rilevavano nel mese di marzo. E  questo avviene in tutti i positivi, anche quelli sopra i 65 anni, che sono considerati i più a rischio. A cambiare sono stati i sintomi, come ha confermato anche Massimo Clementi, professore di Virologia dell’Università Vita Salute del San Raffaele.

Già molti medici hanno parlato di un netto cambiamento nei sintomi

Lo studio conferma quello che molti medici osservano tutti i giorni nei reparti Covid. Negli ultimi giorni sono pochi i pazienti ricoverati e continuano a scendere in modo continuo i numeri delle Terapie Intensive e di quelle Sub Intensive. E questo nonostante il Paese abbia riaperto praticamente tutto. In una intervista alla Repubblica, Clementi ha spiegato che potrebbe c’entrare anche l’arrivo della bella stagione: «il caldo e i raggi ultravioletti a cui questo virus ha dimostrato di essere sensibile, possono far migliorare la situazione ulteriormente».

Coronavirus clinicamente inesistente: la questione del co-adattamento al genere umano

L’indebolimento del virus potrebbe dipendere da una sorta di co-adattamento all’ospite. In pratica il virus vuole sopravvivere per potersi diffondere. Se il paziente muore, muore anche il virus.

In una intervista al Corriere della Sera Clementi ha spiegato come nessuno possa sapere con certezza se ci sarà una nuova ondata di contagi. «La temevamo anche per la Sars ma non si è verificata – ha spiegato il virologo. – Anzi, il virus è scomparso. Per quanto riguarda Sars-CoV-2, ci potranno essere dei focolai locali e sarà determinante il modo in cui sapremo reagire, isolandoli, individuando i contatti e affidando i pazienti alla medicina di territorio per lasciare gli ospedali solo a eventuali casi gravi».

Coronavirus clinicamente inesistente: il parere di Guido Silvestri

Il professor Zangrillo ha tirato in ballo anche un altro virologo di fama mondiale, come Guido Silvestri della Emory University di Atlanta. Il professore ne ha parlato sul suo profilo Facebook. Secondo Silvestri «l’osservazione che la carica virale nei tamponi naso-faringei positivi per Sars-CoV-2 è più bassa adesso che a inizio epidemia, è confermata da dati di laboratorio molto solidi e in corso di pubblicazione».

Il parere degli altri esperti

Anche il direttore della clinica di malattie infettive San Martino di Genova, Matteo Bassetti, in una dichiarazione all’agenzia di stampa Ansa ha spiegato che il coronavirus «potrebbe ora essere diverso. La potenza di fuoco che aveva due mesi fa non è la stessa potenza di fuoco che ha oggi».

Luca Richeldi, direttore di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma e membro del Comitato tecnico-scientifico teme il diffondersi di messaggi fuorivianti. «Il virus circola ancora ed è sbagliato dare messaggi che non invitano alla prudenza. È indubitabilmente vero e rassicurante il fatto che la pressione sugli ospedali si sia drasticamente ridotta nelle ultime settimane. Non va scordato che questo è il risultato delle altrettanto drastiche misure di contenimento della circolazione virale adottate nel nostro Paese. Ed è bene ricordare che la circolazione virale è un processo dinamico. Per cui la gradualità e la cautela nella ripresa delle attività economiche e sociali devono rimanere la nostra priorità. Soprattutto alla luce delle riaperture del 3 giugno».

Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e anche lui membro del Comitato Tecnico Scientifico si è detto sconcertato. Locatelli ha sottolineato che «basta semplicemente guardare al numero di nuovi casi di positività a SARS-CoV-2 che vengono confermati ogni giorno per avere dimostrazione della persistente circolazione in Italia del nuovo coronavirus».

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