Salute

Cancro, sigarette più pericolose dello smog

Paolo Veronesi, presidente della Fondazione Umberto Veronesi: «Il fumo da tabacco provoca tumori molto più dell'inquinamento atmosferico»

di Paolo Veronesi, senologo e presidente della Fondazione Umberto Veronesi

Ogni anno, durante la stagione invernale, si accende regolarmente il dibattito sugli effetti dello smog cittadino sulla salute della popolazione. Su giornali, televisioni, siti internet si moltiplicano allora notizie a volte contrastanti, che spesso creano allarme e confusione.
Per questo la Fondazione Umberto Veronesi ha deciso di realizzare sempre più intensamente studi epidemiologici da diffondere alla popolazione, che favoriscano una comprensione il più possibile chiara e oggettiva della relazione tra fattori ambientali, comportamenti individuali e salute.
Un esempio è il recente studio sul rapporto tra inquinamento ambientale e insorgenza di tumori nella popolazione urbana, condotto dalla Fuv per il Comune di Milano, che ha individuato un legame, tutto da esplorare, fra tenore di vita e insorgenza di certi tumori. In oncologia, in particolare, queste ricerche sono infatti fondamentali, perché studiano le cause esterne della diffusione di determinate forme tumorali, mettendole in relazione alla frequenza della malattia e ci danno così indicazioni preziose su cosa fare per proteggerci dal rischio.
La ricerca ci dimostra che i comportamenti individuali sono i fattori principali del mantenimento della salute della persona, della collettività e dell’ambiente. Basta un esempio: il 30% dei tumori è dovuto a ciò che mangiamo, mentre solo il 4% all’aria che respiriamo. Dunque è giusto preoccuparsi dell’inquinamento per le malattie respiratorie o le allergie e per la qualità di vita in generale, ma per proteggersi dal cancro vale molto di più stare attenti all’alimentazione e non fumare.
Il pericolo maggiore per la nostra salute resta ancora il fumo, come dichiarato nelle conclusioni dello studio Fuv già citato, circa la presenza di benzene (cancerogeno) nell’aria di Milano: «La quantità giornaliera di benzene assunta per via inalatoria ipotizzabile nel peggiore dei casi risulta circa la metà rispetto a quella conseguente al fumo di una sigaretta». Il fumo, infatti, è il principale inquinante dell’aria che respiriamo negli ambienti chiusi: in una stanza piena di fumo, le sostanze cancerogene (nitrosamine, condensato, catrame) sono meno concentrate che in una sigaretta ma presenti più a lungo. Non fumare è anche un atto di civiltà, e il rispetto per la salute degli altri e per l’aria pulita comincia qui.
Paolo Veronesi – OK La salute prima di tutto

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