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Cancro e cellulare: per Corte d’Appello c’è un legame

Confermata in secondo grado la condanna per l'Inail: dovrà risarcire un lavoratore che aveva usato il telefonino per più di tre ore al giorno e si era poi ammalato

La Corte d’Appello di Torino ha confermato la sentenza di primo grado, confermando il legame tra l’abuso prolungato del cellulare e lo sviluppo di alcuni tipi di cancro. La Corte ha affermato che «esiste una legge scientifica di copertura che supporta l’affermazione del nesso causale secondo i criteri probabilistici più probabile che non». Insomma, nonostante le prese di posizione degli scienziati il binomio cancro e cellulare torna a far parlare di sé.

Cancro e cellulare: già il tribunale di Ivrea era giunto alle stesse conclusioni

Già il tribunale di Ivrea aveva condannato l’Inail a risarcire un dipendente di Telecom Italia con una rendita vitalizia per malattia professionale. L’uomo utilizzava nel suo lavoro il cellulare almeno tre ore al giorno per quindici anni consecutivi. Sarebbe questo, secondo i giudici della città piemontese, ad avergli provocato un neurinoma, un tumore benigno molto raro. A causa di questa condizione l’uomo ha perso l’uso dell’orecchio destro.

Gruppo San Donato

Allo stato attuale non c’è la connessione diretta tra cancro e cellulare 

Anche se ovviamente bisogna aspettare le motivazione della sentenza, va ricordato che il mondo scientifico è concorde nell’affermare che non esista una relazione causale diretta tra l’uso del cellulare e il tumore al cervello. Uno studio recente svolto su oltre 30.000 persone, monitorate per 30 anni, ha dimostrato che, nonostante l’uso dei cellulari sia aumentato del 1000%, l’incidenza del tumore al cervello non sia aumentata, se non di pochissimo, in termini trascurabili.

Lo IARC si occupa di classificare la pericolosità di tutte le sostanze

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), che ha sede a Lione, ha il compito di redigere l’elenco delle sostanze cancerogene su mandato dell’Organizzazione Mondiale della Salute.

I livelli di valutazione sono cinque

Gruppo 01

sono le sostanze cancerogene. Qui ad esempio sono inseriti le sigarette e gli alcolici.

Gruppo 2A

sono le sostanze che vengono ritenute probabilmente cancerogene. Qui, tra le altre, c’è l’acrilammide, che si forma quando gli alimenti ricchi di amidi raggiungono temperature elevate. In pratica è la bruciatura della pizza, delle patate e così via.

Gruppo 2B

ono le sostanze che vengono ritenute possibilmente cancerogene. Qui ci sono le radiazioni del cellulare, ma ad esempio anche il caffè.

Gruppo 03

ono le sostanze non classificabili come cancerogene negli esseri umani.

Gruppo 04

ono le sostanze non cancerogene.

Qui trovi le valutazioni di tutte le sostanze

Le radiazioni meno pericolose di sigarette, alcolici e delle bruciature di pizza e patate

Quindi come appena detto, secondo la valutazione del più importante istituto di ricerca che si occupa di valutare il rischio oncologico di tutte le sostanze conosciute, i campi elettromagnetici prodotti dai cellulari sono considerati possibilmente cancerogeni, ma al pari del caffè e meno di sigarette, alcolici e patate al forno bruciacchiate.

Cancro e cellulare: la differenza in questo caso l’hanno fatta dosi e durata

Molto probabilmente nel caso in esame ad aver fatto decidere i giudici per il risarcimento è stata la combinazione tra la durata e la lunga esposizione. Il dipendente della Telecom parlava al telefono per molte ore al giorno per quindici anni consecutivi.

Meglio comunque usare il cellulare con cautela 

In senso generale nella nostra vita privata è meglio utilizzare il telefono fisso quando possibile, perché conversazioni lunghe con il cellulare possono surriscaldare il nervo acustico, con conseguenze sulla nostra salute.

Va anche ricordato che i primi telefoni cellulari si servivano di frequenze superiori alle attuali.

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