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Assorbenti interni: come inserirli correttamente, quali scegliere, luoghi comuni da sfatare

La ginecologa Chiara Di Pietro spiega quali sono le posizioni migliori per infilare i tamponi nella maniera giusta e risponde ad alcune domande "scomode" relative al loro utilizzo

C’è chi li usa ogni mese, chi li indossa solo quando deve fare il bagno in mare e chi proprio non ci si trova. Gli assorbenti interni sono una valida e comodissima alternativa a quelli esterni, purché rispondano alle nostre personali esigenze e siano inseriti correttamente.

Tra le diverse tipologie di tamponi in commercio dobbiamo scegliere quella più adatta alle nostre necessità: le discriminanti, in questo caso, non possono essere il prezzo e la marca, che sono sì importanti ma fino a un certo punto. Inoltre, per essere davvero confortevole, l’assorbente interno deve essere indossato nella giusta maniera, altrimenti può provocare fastidio o addirittura dolore.

Gruppo San Donato

Assorbenti interni: tipologie e dimensioni diverse

Gli assorbenti interni, come dicevamo poco fa, non sono tutti uguali. «Ne esistono diversi tipi: innanzitutto ci sono quelli con applicatore estendibile, che è di plastica ma non “rigido”, è composto da due porzioni – inserite una dentro l’altra tipo matrioska – la cui parte interna deve essere distesa prima dell’utilizzo. Sono molto semplici da usare e pratici da portare nella borsetta per le loro piccole dimensioni», spiega la ginecologa e ricercatrice Chiara Di Pietro nel suo libro Una ginecologa per amica (Rizzoli).

Poi ci sono quelli «con applicatore di cartone, che sono i più economici, super ecologici e si trovano con più facilità. E ancora, quelli senza applicatore, che si inseriscono utilizzando un dito. Alcune donne li adorano perché sono pratici, altre si sentono meno a loro agio perché hanno minor confidenza con il loro corpo», continua la dottoressa.

Oltre alla tipologia, a cambiare è anche la dimensione, che varia a seconda del grado di assorbenza. «Il consiglio è di ricorrere a misure diverse per i differenti giorni del ciclo, e quindi: un po’ più grande per i giorni in cui la mestruazione è abbondante, più piccolo e sottile nei giorni di flusso scarso», suggerisce Di Pietro.

«Se proprio siete alle prime armi, allora iniziate con un assorbente di una misura piccola, indipendentemente dal tipo di flusso: al massimo, se è abbondante, li cambierete più spesso. Quelli più piccoli sono più facili da inserire e aiutano a trovare la giusta confidenza con l’assorbente. Anche l’applicatore ha un ruolo importante, per cui scegliete quello che vi fa sentire più tranquille: in genere quello di plastica è il più semplice da usare. Quelli con l’applicatore è consigliabile anche in caso di secchezza vaginale, così da poter inumidire l’estremità da inserire».

Ogni quanto cambiarli?

Come tutti gli assorbenti o dispositivi per il ciclo, anche quelli interni vanno cambiati regolarmente nell’arco della giornata, per evitare di andare incontro alla sindrome da shock tossico: si tratta di un’infezione causata da tossine batteriche prodotte dallo Staphylococcus aureus e caratterizzata dalla presenza di febbre alta, pressione bassissima, rush cutanei, disturbi gastrointestinali, dolori muscolari. Con una corretta e regolare igiene intima, che prevede anche il cambio frequente dell’assorbente, questo evento è rarissimo. Ma ogni quanto sostituire il tampone interno? «L’ideale è ogni 2-4 ore, arrivando a un massimo di 6, anche se è ancora “pulito”», dice la ginecologa.

Per questo motivo è sconsigliato tenere l’assorbente interno durante la notte: indossarlo per oltre 8 ore, infatti, aumenta il rischio di andare incontro alla sindrome da shock tossico.

Come inserirli correttamente?

Anche la modalità di inserimento degli assorbenti interni è molto importante per non avvertire dolore mentre li si indossa. «Per introdurre il tampone possiamo assumere diverse posizioni: sedute sul wc o sul bidet divaricando le gambe, in piedi appoggiando un piede sul letto o sulla vasca, oppure sdraiate sul letto», spiega Di Pietro nel libro.

«Con una mano divarichiamo le piccole labbra, con l’altra prendiamo l’assorbente con indice e pollice e lo introduciamo dal lato opposto rispetto al cordino. In caso di secchezza o fastidio possiamo inumidire la punta dell’applicatore per farlo scorrere meglio». Bisogna introdurlo lentamente, assecondando la direzione della vagina, che magari si inclina di qualche grado.

«Una volta introdotto il primo tubicino all’interno della vagina, fermatelo con il pollice e l’indice di una mano e inserite il secondo tubicino spingendolo all’interno dell’altro. Quando le dita si toccheranno, l’assorbente sarò posizionato in maniera corretta», prosegue la dottoressa. Per quanto riguarda il cordino, questo deve rimanere fuori, meglio se adagiato sugli slip. «Per togliere l’assorbente interno, basta tirare il cordino, estrarlo, avvolgerlo nella carta igienica e gettarlo nella spazzatura».

È normale avvertire la loro “presenza” o sentire male?

Se posizionato correttamente, l’assorbente interno non crea alcun fastidio né dolore o altra sintomatologia. Se si avverte la sua “presenza” o fa male, significa che è stato inserito nella maniera sbagliata o è troppo grande. «La prima cosa da fare è quindi mettersi in una posizione comoda e provare a inserirlo più in alto, cioè più in profondità. La parte più esterna della vagina è infatti più stretta e potete avvertire maggiormente la presenza dell’assorbente; in profondità, invece, si allarga e questo fastidio sparisce», garantisce la specialista.

Molte ragazze e donne non utilizzano gli assorbenti interni perché temono di “non trovarli più”. Come spiega Chiara Di Pietro, tuttavia, i tamponi non si possono “perdere” perché «la vagina è un canale a fondo cieco, aperto soltanto nella porzione esterna, quindi l’assorbente non può finire nell’addome, nell’intestino né altrove. Se rimane all’interno, perché magari lo avete spinto troppo in su e non si vede più il cordino, niente panico: basta introdurre un dito in vagina e tirarlo fuori. In questo la posizione accovacciata può aiutarvi perché è la più semplice per arrivare in profondità».

Si rischia di perdere la verginità con gli assorbenti interni?

Tra i tanti luoghi comuni legati agli assorbenti interni c’è anche la questione dei rapporti sessuali: se una donna ne ha già avuti, allora può utilizzare i tamponi, altrimenti meglio di no altrimenti si rischia di perdere la verginità. Questo è ciò che tante si sono sempre sentite dire. Ma quanto c’è di vero? «Si tratta di un falso mito – specifica la ginecologa -. L’imene, che è una membrana all’ingresso vaginale, può essere più o meno elastico, ma nella maggior parte delle donne è perforato nella porzione centrale e consente l’ingresso del tampone vaginale e dell’assorbente interno senza alcun problema».

Bisogna toglierli ogni volta che si fa la pipì?

Ma l’assorbente interno deve essere tolto ogni volta che si fa la pipì? No, perché sangue mestruale e urina escono da due canali differenti, la vagina e il meato uretrale. «Il tampone viene inserito nel canale vaginale mentre il meato uretrale sbocca sotto il clitoride, quindi tra i due non c’è nessuna interferenza. L’unica cosa che può succedere è che si bagni il cordino, in quel caso potete decidere di spostarlo leggermente», conclude Di Pietro.

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Chiara Caretoni

Giornalista pubblicista, lavora come redattrice per OK Salute e Benessere dal 2015 e dal 2021 è coordinatrice editoriale della redazione digital. È laureata in Lettere Moderne e in Filologia Moderna all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha accumulato diverse esperienze lavorative tra carta stampata, web e tv, e attualmente conduce anche una rubrica quotidiana di salute su Radio LatteMiele e sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR). Nel 2018 vince il XIV Premio Giornalistico SOI – Società Oftalmologica Italiana, nel 2021 porta a casa la seconda edizione del Premio Giornalistico Umberto Rosa, istituito da Confindustria Dispositivi Medici e, infine, nel 2022 vince il Premio "Tabacco e Salute", istituito da SITAB e Fondazione Umberto Veronesi.
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