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Per un cervello giovane, studia
Più anni di studio si hanno alle spalle, meno invecchia il cervello: l’età del cervello infatti si riduce di 0,95 anni per ogni anno di istruzione. A stabilirlo sono i risultati di uno studio di un team ricercatori della Concordia University di Montreal, pubblicato su Neurobiology of Aging, che attraverso la risonanza magnetica ha misurato il volume di materia grigia di 331 adulti sani dai 19 ai 79 anni. Il declino del cervello infatti è dettato dal restringimento neurale e dalla perdita neuronale, ed è una parte molto visibile del processo di invecchiamento cronologico… Continua a leggere
Correre allena la mente
Se pensate che dedicare attenzione alla forma fisica rubi del tempo prezioso per coltivare la mente dovete ormai ricredervi. Sono molte, infatti, le evidenze scientifiche che promuovono lo sport a ottimo allenamento anche per il cervello. Ultima in ordine di tempo la ricerca dell’Università del Minnesota, pubblicata sulla rivista Neurology, che ha valutato la forma fisica, mentale e mnemonica di 3 mila partecipanti tra i 20 e i 30 anni di età con corsa sul tapis roulant e test di attenzione e velocità di ragionamento. Gli esercizi sono poi stati ripetuti a distanza di 20-25 anni, quando ormai i partecipanti erano nella mezza età. I risultati parlano chiaro: chi era più in forma da giovane ha dimostrato di avere un cervello più allenato in seguito… Continua a leggere
Canto e musica alleati di memoria e umore
I pazienti che manifestano i primi segni della demenza possono trarre grandi benefici da semplici attività ricreative fatte con le persone che li assistono: basta cantare insieme o ascoltare buona musica per spazzare via la depressione e togliere un po’ di ruggine dal cervello. È quanto dimostra uno studio dell’Università di Helsinki pubblicato su Journal of Alzheimer’s Disease. I ricercatori hanno arruolato 90 pazienti colpiti da demenza lieve o moderata e li hanno coinvolti in un simpatico esperimento insieme alle persone che fornivano loro assistenza. A distanza di 10 settimane i risultati sono stati lampanti. Il canto ha permesso di migliorare la memoria operativa a breve termine, le funzioni esecutive e l’orientamento, soprattutto nelle persone sotto gli 80 anni con una demenza moderata. L’ascolto dei brani musicali ha invece portato benefici cognitivi nei pazienti con una forma di demenza più avanzata… Continua a leggere
Gli hobby hanno un effetto “anti-aging” sul cervello
Continuate a coltivare i vostri hobby, anche se l’età avanza: permetteranno al vostro cervello di rimanere giovane, dimezzando il rischio di declino mentale. Lo dimostra uno studio statunitense della Mayo Clinic a Rochester e pubblicato sulla rivista Neurology. Comparando le attività svolte con il grado di declino cognitivo riscontrato, è emerso che la pratica di attività artistiche abbatte il rischio di declino mentale, riducendolo del 73%; la pratica di attività di artigianato, invece, lo dimezza (-45%), proprio come fanno anche l’uso del pc (-53%) e le relazioni sociali (-55%)… Continua a leggere
Cervello in forma dopo i 50? Fai molto sesso
Il benessere del cervello e delle funzioni cognitive dopo i 50 anni fanno rima con una soddisfacente attività sessuale. Lo rivela uno studio della Coventry University, che ha analizzato i dati dell’imponente dossier Engligh Longitudinal Study of Ageing (ELSA), un vero e proprio data base che raccoglie informazioni su salute, stile di vita e variabili socio-economiche negli adulti di età superiore ai 50 anni in Gran Bretagna. I ricercatori hanno messo sotto osservazione un campione di donne e uomini con un’età compresa tra i 50 e gli 89 anni, rivelando che chi tra loro fa sesso regolarmente ha ottenuto punteggi più elevati nei test di memoria. Non solo: continuare ad avere rapporti sessuali dopo i 50 anni è strettamente collegato a una migliore funzione cognitiva… Continua a leggere
Un po’ di sollevamento pesi ringiovanisce il cervello
Anche il sollevamento pesi fa bene al cervello. Praticato in modo “leggero”, per un paio di volte alla settimana, aiuta a mantenere giovani i neuroni rallentando il loro naturale
processo di invecchiamento. È quanto dimostra uno studio pubblicato sulla rivista della Società americana di geriatria da Teresa Liu-Ambrose, esperta di fisioterapia presso la University of British Columbia di Vancouver. Dai dati raccolti è emerso che chi aveva svolto lezioni di sollevamento pesi due volte a settimana, presentava un significativo aumento di massa muscolare e parallelamente un miglioramento della velocità e della sicurezza della camminata. Soprattutto presentavano anche meno danni a livello cerebrale. In pratica a distanza di un anno il loro cervello era invecchiato meno… Continua a leggere
Per un cervello giovane fai le scale
Più rampe di scale si fanno, meno invecchia il cervello: l’età del cervello si riducedi 0,58 anni per ogni piano di scale al giorno. A stabilirlo sono i risultati di uno studio di un team ricercatori della Concordia University di Montreal, pubblicato su Neurobiology of Aging, che attraverso la risonanza magnetica ha misurato il volume di materia grigia di 331 adulti sani dai 19 ai 79 anni. «Questo studio dimostra che l’istruzione e l’attività fisica influenzano la differenza tra una previsione fisiologica dell’invecchiamento e l’età cronologica, e che le persone sono in grado di fare qualcosa di concreto per aiutare il loro cervello a rimanere giovane» sottolinea Jason Steffener che ha coordinato lo studio. Il consiglio? Guardatevi intorno e… fate subito una rampa di scale! Ecco i trucchi per vincere la sedentarietà anche in ufficio… Continua a leggere
Il latte non fa “arrugginire” il cervello
Bere latte aiuta a mantenere giovane il cervello, aumentando i livelli di sostanze antiossidanti che lo proteggono dall’invecchiamento e dalle malattie neurodegenerative. È quanto dimostra uno studio dell’Università del Kansas pubblicato sulla rivista The American Journal of Clinical Nutrition. I ricercatori hanno sottoposto ad una risonanza magnetica cerebrale 60 ultrasessantacinquenni in buone condizioni di salute, e hanno messo in relazione l’esito dell’esame con le loro abitudini alimentari. Hanno così osservato che nel cervello degli anziani che avevano bevuto latte nei giorni precedenti al test erano presenti quantità maggiori di glutatione, un potente antiossidante che può aiutare a combattere i radicali liberi responsabili dello stress ossidativo associato con diverse patologie neurodegenerative, come il Parkinson e l’Alzheimer… Continua a leggere