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Il nostro cervello funziona meglio in inverno

Due ricerche sfatano il mito: altro che più stanchi e depressi, nei mesi freddi siamo più reattivi e il nostro cervello consuma anche meno risorse

Molti di noi durante i mesi più freddi hanno disturbi: sbalzi di umore, ci sentiamo più tristi, abbiamo meno energia. Il desiderio classico è rimanersene a letto sotto il piumone. Ma, come spesso succede, interviene la scienza a dirci che stiamo sbagliando. Due nuovi studi sfatano molti dei luoghi comuni legati a questa stagione, suggerendoci che dovremmo guardare all’inverno come a una stagione migliore di quello che siamo abituati a pensare.

Il primo studio, pubblicato su Clinical Psychological Science, si concentra sul fatto che i sintomi della depressione si acuirebbe in inverno. La ricerca, che ha coinvolto 34.294 adulti, è stata coordinata dal professor Steven LoBello della Auburn University di Montgomery. Ai volontari veniva chiesto di compilare un questionario sui loro sintomi nelle due settimane appena trascorse. I formulari erano consegnati in tutte le stagioni dell’anno, in modo che i ricercatori potessere cercare dei legami tra la depressione e le stagioni.

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Contrariamente a quello che si pensa, i risultati hanno escluso che i sintomi peggiorino durante l’inverno. Insomma secondo la ricerca le persone sono condizionate psicologicamente dal fatto che il freddo deprima il proprio umore da quello che sentono da quando sono piccoli, ma in realtà non c’è nessun collegamento.

La seconda ricerca, pubblicata da Proceedings of the National Academy of Sciences, rispondeva alla domanda se il nostro cervello lavora meglio in alcuni periodi dell’anno. È il primo studio in assoluto a occuparsi di questa questione.

I ricercatori, guidati da Christelle Meyer dell’Università di Liegi in Belgio, hanno messo sotto osservazione 28 ragazzi e ragazze, sottoponendoli a questionari sul loro umore, emozioni e sulla loro prontezza. È stato misurato il loro livello di melatonina e sono state fatte scansioni al loro cervello. Sono stati sottoposti anche a un test sulla loro capacità di essere vigili: dovevano schiacchiare un bottone il più velocemente possibile quando appariva una luce. Un altro test era incentrato sulla memoria: dovevano ascoltare dei brani di lettere e poi riconoscere a chi appartenessero. Lo scopo era quello di capire se l’attività del cervello è legato alle stagioni.

Ebbene la ricerca ha evidenziato come il cervello migliori la propria efficienza nei mesi invernali. Di più. La nostra mente nei mesi freddi consuma meno energia, ottenendo lo stesso risultato.

Francesco Bianco

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