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Fai a cazzotti con l’inglese? Forse è colpa del Dna

Riuscire a imparare una lingua straniera da adulti dipende al 50% da un gene che condiziona la plasticità del cervello

Ore e ore sui libri, lezioni full immersion e insegnanti privati non bastano per farvi entrare in testa l’inglese? Potrebbe essere colpa del Dna. Imparare una lingua straniera da adulti, infatti, dipende al 50% da un gene che condiziona la plasticità della materia bianca del cervello, fondamentale per l’apprendimento. Lo dimostra uno studio dell’Università di Washington pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze, Pnas.

Per capire i meccanismi biologici che stanno dietro lo studio di una lingua straniera, i ricercatori hanno condotto un esperimento su 79 ventenni cinesi appena arrivati negli Stati Uniti per studiare al college. Sebbene fossero stati tutti promossi ad un primo esame di lingua inglese, 44 di loro hanno poi deciso di iscriversi ad un corso intensivo di tre settimane per migliorare ulteriormente le loro abilità linguistiche. Durante la full immersion e per la settimana successiva alla fine del corso, gli studenti sono stati sottoposti ad una particolare risonanza magnetica che ha permesso di monitorare l’evoluzione della materia bianca del cervello, formata da quelle connessioni nervose che stanno alla base dell’apprendimento. I dati così raccolti sono stati poi messi a confronto con quelli ottenuti sul gruppo di studenti cinesi che non aveva seguito il corso di inglese.

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I risultati delle analisi dimostrano che il cervello si modifica già dopo il primo giorno di lezioni full immersion: la materia bianca si modella mentre si potenziano i circuiti nervosi legati al linguaggio. Le connessioni tra neuroni aumentano con il passare delle lezioni, mentre poi tendono a regredire dopo la fine del corso.

Queste reazioni di tipo biologico, però, non sono uguali per tutti. Gli studenti che ottengono le performance scolastiche migliori sono quelli che nel Dna portano due particolari varianti del gene COMT, legate ad una più evidente modificazione della materia bianca del cervello. Gli studenti dotati di una terza variante del gene, invece, non hanno mostrato alcuna variazione della struttura del cervello col passare delle lezioni e scarsi progressi nell’apprendimento.

Secondo le stime dei ricercatori, questa combinazione tra gene COMT e connessioni nervose della materia bianca “pesa” per il 46% sul rendimento finale nell’apprendimento della lingua straniera.

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