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La pandemia ha rallentato gli screening oncologici

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La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.

Qual è stato l’impatto della pandemia sugli screening per il cancro? Oltre 3 milioni di esami in meno per la diagnosi di tumore in Italia a causa della pandemia. Questo il risultato della stima degli esami svolta tra Gennaio 2020 e Maggio 2021, con quelli relativi ad un periodo precedente della stessa durata. A rivelarlo è l’Osservatorio Nazionale Screening che ha sottolineato come in questo modo, potrebbero non essere stati identificati oltre 3.500 diagnosi di tumore al seno, 3.000 lesioni precancerose alla cervice uterina e poco più di 9.000 lesioni del colon-retto. Questi dati sono particolarmente allarmanti: sappiamo che una diagnosi precoce è una delle armi più significative contro il cancro e un ritardo superiore ai 6 mesi nell’identificazione della massa tumorale, può avere conseguenze importanti sulle terapie. Ecco perché l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, con il suo presidente Saverio Cinieri, ha chiesto un recovery plan per il settore dell’oncologia.
La crisi nell’assistenza sanitaria, dice Cinieri, causata dalla pandemia, non può più essere affrontata con iniziative estemporanee come avvenuto finora. Senza un’adeguata programmazione, continua il presidente, le oncologie del nostro paese non saranno in grado di affrontare l’ondata di casi di tumore in fase avanzata, stimata nei prossimi mesi e anni.

Gruppo San Donato

Mentre il Ministero della Salute sta cercando di mettere a punto un piano ad hoc, che però impiegherà più di un anno, le Regioni hanno cominciato a rimettersi in sesto per recuperare il tempo perso in questi 2 ultimi anni di pandemia.

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