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Tumore: ecco il primo farmaco jolly

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La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.

È finalmente arrivato il semaforo verde all’utilizzo di Larotrectinib, il primo farmaco antitumorale con indicazione agnostica ovvero il farmaco è in grado di colpire e combattere le cellule tumorali di qualsiasi organo purché caratterizzate dalla fusione dei geni NTRK cioè un’anomali genetica.
Due anni fa l’EMA, l’agenzia europea del Farmaco, aveva dato il via libera al medicinale e ora l’AIFA, l’agenzia Italiana del Farmaco, ha recepito la direttiva e anche pazienti italiani potranno avvalersi di questo tipo di farmaco.

Gruppo San Donato

Il Larotrectinib ha infatti superato positivamente la prova degli studi scientifici, dimostrandosi efficace nei tumori primitivi del sistema nervoso centrale e nelle metastasi cerebrali con età e istologie tumorali diverse. Il farmaco va infatti a colpire i geni NTRK, responsabili della produzione di una proteina difettosa che favorisce la crescita e la proliferazione di diverse forme di tumore.

Primo farmaco antitumorale: i tre studi e le terapie

Sono tre gli studi che hanno coinvolto gli esperti dell’agenzia italiana del farmaco: i ricercatori hanno messo sotto osservazione gruppi di pazienti di diverse età coinvolgendo anche i bambini e tutti con tumori caratterizzati dalla fusione dei geni NTRK. I risultati sono stati molto promettenti: tutti e tre gli studi si è assistito ad una risposa più forte del 75% e un miglioramento delle qualità di vita dei pazienti.
Finora le terapie comunemente utilizzate per il trattamento dei pazienti con tumori caratterizzati dalla fusione genica NTRK si concentravano sulla chemioterapia o sulla immunoterapia, non sempre questi trattamenti si sono dimostrati efficaci. Questi nuovo farmaco invece ha dimostrato di avere una maggior capacità di risposta oltre ad una maggiore velocità. In più gli effetti sono più duraturi nel tempo a prescindere dalla sede del tumore e dall’età del paziente oncologico.

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