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Capsaicina: la molecola vincitrice di un premio Nobel

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La rubrica OK Salute e Benessere, condotta dalla giornalista Chiara Caretoni, va in onda tutti i giorni alle ore 11 sul Circuito Nazionale Radiofonico (CNR) e su Radio LatteMiele. Per entrare in contatto con la redazione radiofonica scrivi a: radio@ok-salute.it.

Avrete certamente sentito parlare di capsaicina, molecola al centro degli studi che hanno appena vinto il Nobel per la medicina. Cerchiamo di capire meglio cosa è stato scoperto con l’aiuto di Cesare Bonezzi, consulente dell’unità di terapia del dolore degli Istituti Clinici scientifici Maugeri di Pavia.

Gruppo San Donato

Gli studi

Sono fondamentalmente due: uno riguarda i TRPD1, ovvero quei canali ionici deputati a percepire il caldo ed altri stimoli. Trasformano uno stimolo termico o meccanico in un potenziale che poi a sua volta viene trasformato in un potenziale di azione, quindi un impulso che arriva al nostro cervello e viene decodificato in varia natura. I ricercatori hanno descritto benissimo il canale ionico TRPD1 del caldo, di 42 gradi. L’altro tipo di canale, invece, è stato quello meccanico dei cosiddetti Piezo1 e Piezo2 che sono i canali che informano costantemente di tutti gli stimoli meccanici del corpo. Queste due scoperte hanno chiarito ancora di più il nostro sistema ricettivo e di percezione delle sensazioni.

Perché sono importanti?

Certamente per capire la fisiopatologia del dolore: stiamo facendo dei passi avanti nel capire perché si ha dolore e in quali condizioni lo si sviluppa. Questo ricettore che normalmente recepisce il caldo a 42 gradi, se viene sensibilizzato, ovvero abbassa la sua soglia di percezione, scarica anche a temperature più basse. Quando si ha mal di denti, si ricorre al ghiaccio poiché diminuisce la temperatura e quindi stimola meno questi recettori che sono diventati più sensibili. Al contrario per la terapia potrebbe essere un problema in quanto recettori fondamentali per la nostra esistenza e il nostro equilibrio, quindi non è possibile inibirli o bloccarli.

Questa ricerca mostra come sia possibile, tramite un cerotto alla capsaicina, inibire dei recettori di una parte specifica del corpo, essendo loro molto sensibili a questa sostanza.

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